venerdì 17 novembre 2017

Dal Marocco all'Unical per parlare di economia solidale. L'iniziativa di Gao con i delegati delle cooperative produttrici

“Reti mediterranee per un’economia dei popoli”, è un'iniziativa organizzata dalla Ong GAO Cooperazione Internazionale con il coinvolgimento di una rete di cooperative che in Marocco agiscono per lo sviluppo socio-economico dei popoli e dei territori. La rete, che raggruppa una ventina di realtà, a partire dal 2009 si è impegnata a promuovere un’economia solidale nel bacino del Mediterraneo, sostenendo l’idea secondo cui è possibile valorizzare le risorse locali a favore di uno sviluppo sostenibile, promuovendo la salvaguardia dell’ambiente e della cultura locale. Grazie alla produzione di prodotti biologici vengono rafforzati così i piccoli produttori dei villaggi altrimenti isolati da percorsi turistici e commerciali.

Il primo incontro di questa "carovana" che vede protagonisti i delegati “in marcia” di “Reti Mediterranee per un’economia dei popoli," si è svolto all'Università della Calabria, nella sala riunioni del dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, in collaborazione con il corso di laurea in Scienze per la Cooperazione e lo Sviluppo. Durante il seminario, i delegati delle associazioni hanno spiegato la genesi delle cooperative e il loro svilupparsi nel tempo. C’è da dire che le protagoniste sono per buona parte donne, dal momento che la maggioranza degli uomini dei villaggi è migrata non solo localmente ma anche in altre nazioni.
Halima Boutaibi, della cooperativa agricola Taymate, ha spiegato come questa, sia parte attiva di una rete italo-marocchina, che ha come obiettivo unire le diverse reti, non solo marocchine appunto, ma anche italiane. Nel caso di Taymate vengono raggruppati i piccoli produttori di olive nel villaggio Timoulilt-Azizal , producendo olive da tavola come prodotto principale. Con l’aiuto dell’associazione “Viaggi e Miraggi” di Padova, hanno aperto dei punti vendita dei prodotti, riuscendo così a creare un turismo solidale, a favore dei piccoli produttori ma anche dei membri delle associazioni.
Diverse ragioni hanno spinto gli appartenenti alle cooperative ad avviare questi progetti. Come si comprende dall'intervento di Fatima Outakhrouft, referente della cooperativa Spinoza, molte donne desideravano impegnarsi in attività che si discostassero dalle solite mansioni di casa, facendo qualcosa di produttivo sia per se stesse che per la zona, e creando così nuove possibilità di reddito e di lavoro per gli abitanti dei villaggi. Qui, le donne si dedicano alla lavorazione dell’argan nelle foreste a sud del Marocco. Dalla lavorazione dell’argan viene poi estratto un olio che prevede un uso sia di tipo cosmetico che culinario. Oltre all'olio di argan, viene lavorato l'olio di mandorle e l'olio di sesamo. I prodotti della cooperativa Spinoza vengono venduti nei mercati solidali.
Assalam, associazione di cui parla la coordinatrice Bouchra Ritzki, svolge le attività nel villaggio di Tabia, villaggio che si trova a ridosso del deserto del Sahara, soggetto per molto tempo a una grande migrazione. Le donne di questa cooperativa producono prodotti come il cous cous e manufatti artigianali. L'intento per loro non è solo quello di diventare autonome, ma di avviare un processo di alfabetizzazione per donne e bambini che ne necessitano.
Il progetto Reti Mediterranee, si pone anche l’obiettivo di creare un turismo responsabile, come ha spiegato nel seminario Mohamed Rafia Boukhbiza dell’associazione “Ponte sul Mediterraneo”, parlando dell’impegno dedicato alla realizzazione di un’agenzia di viaggio autonoma per turisti responsabili. 

Dopo l'Unical, la carovana si è fermata a Rosarno, dove i referenti delle associazioni hanno incontrato i promotori del progetto SOS Rosarno. A seguito delle prime due date in Calabria, i rappresentanti delle cooperative in visita dal Marocco, porteranno il progetto in giro per l’Italia fino al 25 novembre. 

Rosellina De Rosa

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