martedì 31 marzo 2009

Università, crescono gli abbandoni


Anno accademico 2006\2007. Dei circa 285mila immatricolati delle università statali, hanno proseguito gli studi circa 232mila ragazzi, con un tasso di abbandono pari al 18,5%. Sono questi i dati che arrivano dall´ultimo rapporto sullo stato dell'università (realizzato dal comitato nazionale di valutazione del sistema universitario organo istituzionale del ministero dell´Università e della Ricerca) e uscito oggi su un articolo de Il Corriere della Sera, a fare il quadro di una
situazione non certo facile, anzi inquietante.
Già dopo il primo anno, a lasciare l'Università è uno studente su 5, e l'Italia ha un tasso di abbandoni tra i più elevati dell'intera comunità europea. Ragazzi stanchi, tormentati, ansiosi. Il tempo è veramente poco per come sono strutturate le cose. Corsi che si accavallano, si moltiplicano, si diramano occupando 8-10 ore al giorno, il tutto poi deve essere accompagnato dallo studio a casa, (come dicono molti professori) perché se no poi è impossibile preparare un esame di 2-3 libri in pochi giorni....e allora perché non facciamo un giorno lungo 36 ore?
I ragazzi non hanno le idee chiare sul percorso di studi da fare, né sul tipo di attività professionale da svolgere nell´immediato futuro. Non ce l´hanno alle scuole superiori e continuano a non averle negli atenei.
E la famosa formula del 3+2 ha dato qualcosa in più? Si certo, maggiori problemi e meno certezze.
Completamente diversa la situazione negli atenei privati, in cui ad abbandonare gli studi sono solo il 6,5% nel 2007/2008.
Non mancano fortunatamente casi di atenei pubblici particolarmente virtuosi: la Bicocca ad esempio, quasi cinquemila immatricolati nell´anno accademico 2006/2007, ha un tasso di abbandono pari al 4,3%. Stessa cosa succede a Bergamo
4,8% e in molti atenei del centro e sud Italia come la Napoli II (5,6%) e l´Aquila (8,3%).
Per quanto riguarda la nostra Calabria, il più basso ce l´ha Unical con il (14,9 %) di tasso di abbandono, subito dopo Reggio Calabria al (21%) e all´ultimo posto Catanzaro al (25%).

Paolo Mercurio

lunedì 30 marzo 2009

Il mistero del teatro abbandonato


La compagnia Teatro Rossosimona diretta dall’attore e regista Lindo Nudo, è tornata in scena sabato 14 marzo alle ore 18:30 al Piccolo Teatro Unical, e, in replica, lunedì 16 marzo alle ore 21:00 con “Antoine e Giacomino e il mistero del teatro abbandonato”.
La pièce è una fiaba sulla magia e la forza della prosa che prende avvio dal sogno di due giovani attori, Antoine e Giacomino, desiderosi di riaprire un vecchio teatro abbandonato e di riportarlo agli antichi splendori.
Nel vecchio teatro però non è rimasto nulla a parte un grande baule che i due non riescono ad aprire in nessun modo. Sfiniti dai continui sforzi, decidono di abbandonare l'impresa, se non fosse per l’ improvviso intervento di George, lo spirito di un attore vissuto sulle tavole di quel teatro e poi scomparso alla sua chiusura. Antoine e Giacomino rivivranno la tragedia greca e la Commedia dell’Arte, si affacceranno sui capolavori di Shakespeare e alle opre di Molière, per arrivare ai più grandi maestri del Novecento. Un percorso lungo i linguaggi e le tecniche del teatro, e un atto d’ amore nei confronti di un mondo magico e, purtroppo, oggi sempre meno conosciuto.
Il testo rielaborato da Lindo Nudo, prende spunto da George, lo spirito burlone, una pièce scritta dallo stesso regista con Max Mazzotta. Interpreti sono Manolo Muoio, Paolo Spinelli e Francesco Votano.
“Antoine e Giacomino e il mistero del teatro abbandonato” è pensato soprattutto per adolescenti e bambini, ma questo non toglie la grande presenza dell’ afflusso degli adulti e degli appassionati.
"Con questo lavoro – conclude Lindo Nudo- vorremmo provare a trasmettere ai bambini l ‘aspetto più poetico del teatro e del mestiere dell’ attore".

Dalila Barrile

Università di Catanzaro, l'inchiesta si allarga



CATANZARO – Sequestrate 48 lauree in giurisprudenza, nell’ambito dell’inchiesta sugli esami falsificati. Tutto ha inizio nel 2007, dopo che nel corso di una sessione di laurea un docente si era trovato davanti una laureanda mai vista durante gli esami, eppure con la sua firma sul libretto. Un fatto molto anomalo che ha suscitato più di qualche dubbio sulla validità di quegli esami.
La denuncia partita poco dopo, presentata dal Senato Accademico dell’Ateneo portò subito al sequestro di tredici lauree e alla condanna di Francesco Marcello nel novembre del 2007, per corruzione e falso, il quale patteggiò la pena a tre anni di reclusione. Falsificò, in cambio di denaro, alcuni libretti universitari facendo risultare che gli studenti avevano superato gli esami.
A due anni di distanza, la giustizia continua a fare il suo corso. Questa volta ha portato al sequestro di 48 lauree in giurisprudenza: fra i “laureati” dieci avvocati che esercitano la professione florense, 25 praticanti e altri 13 alcuni dei quali vincitori di concorsi pubblici. Ed ora si parla anche della possibilità di annullare e ripetere alcuni di questi concorsi. I nomi degli indagati sono stati mandati dalla Procura di Catanzaro agli ordini professionali ai quali è stato subito sequestrato il titolo di studi.
E sullo stesso fronte, ma cambiando ambito, o meglio cambiando fascicolo, (così almeno i quarantotto ex avvocati non si sentiranno soli) sono finiti sul registro degli indagati altri venti nomi, riguardo al furto dei test di ammissione alla Facoltà di Medicina avvenuta anch’essa nel 2007.
L’inchiesta ora si allarga.
Risulta indagato lo stesso Rettore dell’Università Francesco Saverio Costanzo e quattro docenti: Patrizia Doldo (delegato dal rettore ai rapporti con la commissione didattica della CRUI), Antonella Scozzafava, Tullio Nocera e Francesco Maurici. L’apertura del fascicolo risale al giugno 2008, ma la notizia è trapelata solo il 25 marzo scorso.
L’indagine è all’inizio, per questo si pensa che ciò, sia solo la punta dell’iceberg. Rimangono da chiarire ancora molti passaggi, e la magistratura è intenzione ad andare fino in fondo, per svelare i veri colpevoli che hanno collaborato e partecipato alla manomissione dei plichi.
Ecco perché è stato chiesto al gip una proroga a carico di impiegati e vigilantes. Gli arresti nell’inchiesta erano stati già due appunto: l’addetto alle pulizie e alla vigilanza delle aule Walter Mancuso e l’impiegato informatico Antonio Cuteri. Fu proprio il primo (tradito dall’impronta del pollice lasciata sul foglio immediatamente successivo al test sottratto da uno dei tre plichi manomessi) a parlare della collaborazione di un collega e tre studenti. Infatti, difficilmente Mancuso avrebbe potuto agire da solo, gli ostacoli da superare erano parecchi, tra cui anche il sistema di sorveglianza attivo dalle 20:00 alle 7:00.
La magistratura, sosterrà l’accusa di Cuteri al processo del 22 aprile, mentre il 28 toccherà a Mancuso, che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Gli imputati dovranno rispondere di associazione per delinquere, furto aggravato, abuso d’ufficio, corruzione e falsità ideologica e materiale.
Si spera intanto, che il caso possa chiudersi presto, e con esso possano scomparire le lobby del “sapere comprato”, perché il sapere non può esser ne rubato, ne comprato, ne venduto.

Paolo Mercurio

venerdì 27 marzo 2009

Problema serio o paura infondata? (di Elisabetta Cipolla)



Dopo i fatti successi nel ragusano che hanno avuto rilevanza a livello nazionale e che vedono come protagonisti i cani randagi, ecco che anche nella nostra amata Università sembra che si stiano prendendo delle misure per risolvere tale “problema”.



Partendo dal presupposto che l’animale più pericoloso è l’uomo (che non compie il suo dovere nei confronti degli animali) e che non si vuole fare di questo articolo una lotta contro i cani, urge sottolineare come l’Unical sia circondata da numerosi randagi che, spesso, rincorrendosi fra di loro e difendendo il loro “territorio”, spaventano gli studenti.


Il problema che attacchino per fame non si presuppone dati i frequenti ritardi nel ritirare l’immondizia che si accumula, inevitabilmente, anche per le strade e che rappresenta, per tutta la fauna “universitaria” (uccelli, cani e gatti soprattutto), una ricca fonte di sostentamento; a questo si aggiunge la generosità degli studenti universitari che serbano per gli animali i loro avanzi, all’uscita della mensa o davanti agli appartamenti universitari.


Tutte queste condizioni contribuiscono ad incrementare la presenza di cani (di tutte le taglie) che, affamati, entrano frequentemente in lotta fra di loro per il cibo a disposizione e, ancora più spesso, si avvicinano in modo “minaccioso” agli studenti.

Se di giorno questo rappresenta un problema relativo, di notte diventa un vero e proprio dilemma perché l’università è deserta e non si ha neanche la possibilità di chiedere aiuto alle poche macchine che passano e non si fermano assolutamente.

Naturalmente, sarà semplice fobia ma dopo quanto successo negli ultimi giorni, sfido chiunque a non tenersi a debita distanza dai nostri “quotidiani amici a quattro zampe”.


L’OIPA, Organizzazione Internazionale Protezione Animali, da tempo sostiene una battaglia per la creazione di strutture adeguate a contenere e a curare i cani abbandonati, nonché la loro sterilizzazione per non far proliferare il fenomeno del randagismo.

Ma ci voleva una tragedia per mettere in luce tale problema.


Ritornando, all’Unical, ho raccolto alcune testimonianze di studentesse universitarie che si sono trovate in una situazione di grande paura, accerchiate dal “branco” .

Gemma: "Stavo tornando a casa, dall’università. Eravamo in pieno giorno. Io ho un’enorme paura dei cani e questo so che loro (i cani) lo avvertono. Ad un certo punto mi accorgo che c’era, dietro di me, un cane nero di grossa taglia. Ho accelerato il passo, lui ha cominciato a ringhiare. Non ero ancora giunta a casa e, d’impulso, mi sono infiltrata in un appartamento in cui c’era la porta aperta. Gli inquilini mi hanno guardato straniti ma, spiegato l’accaduto, hanno aspettato con me che il cane andasse via".

Isa: “Ero insieme ad una mia amica, per strada, quando un branco di cani ci viene dietro e ringhiavano forte. Dalla paura ci siamo divise. La mia amica stava finendo sotto le macchine, vicino al sottopassaggio, io ho corso in direzione opposta ed ho trovato una macchina con due fidanzati che erano in teneri atteggiamenti. Sono entrata ed ho chiesto loro, senza neanche presentarmi, di cercare la mia amica. L’abbiamo trovata, dall’altro lato della strada, illesa ma in lacrime. Fortunatamente, poi, i due ci hanno riaccompagnato a casa.

Anna: “ Stavo andando in biblioteca a studiare. Ai primi gradini, delle scale esterne, vengo fermata da un cane enorme bianco, una sorta di labrador. Ero contro la ringhiera e non mi permetteva né di salire, né di scendere perché ad ogni movimento mi ringhiava contro e si avvicinava. Forse quello era il suo ‘territorio’. Ricordo ancora, alcune cretine che ridevano e un ragazzo, per fortuna, si è avvicinato e sbattendo mani e piedi ha attirato l’attenzione del cane e io sono potuta scendere. Ritornare a casa è stata un’impresa. Avvertivo un forte formicolio alle gambe”.

Ribadendo che il problema non è il cane in sé, ma la crescita del fenomeno del randagismo, si vuole invitare, chi di dovere, a prendere delle misure adeguate.

giovedì 19 marzo 2009

Brunetta e i "guerriglieri" dell'Onda



ROMA - Gli studenti dell'Onda sono dei "guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri". Lo ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta, al termine di una conferenza stampa a Palazzo Chigi tenuta insieme alla collega della scuola, Mariastella Gelmini.
A chi faceva notare al ministro che nella scuola la protesta sta montando, il ministro ha risposto: "non vedo molta protesta, vedo ogni tanto delle azioni di guerriglia da parte della associazione Onda. Ma vedo - ha aggiunto - che nelle votazioni degli organi di rappresentanza degli studenti l'Onda non esiste. Sono un democratico e quindi credo molto più al voto che alle azioni azioni di guerriglia. L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti - ha insistito Brunetta - quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri".
Il Ministro ha inteso commentare così le ripetute cariche della polizia ieri a Roma, in occasione dello sciopero generale della Cgil sull'università. Cortei pacifici si sono snodati per tutte le piazze d'Italia, coinvolgendo lavoratori e studenti universitari. A Roma gli studenti sono stati bloccati all'interno dell'università La Sapienza. Tre pesanti cariche sono state effettuate a piazzale Aldo Moro. Diversi gli studenti contusi. Un'altra pesante carica della Polizia si è verificata in Via de Lollis. Gli studenti stavano cercando di uscire dal cancello laterale dell'università, interamente bloccata e militarizzata. Infine, la polizia ha caricato nuovamente gli studenti sul cancello d'uscita dell'università a viale regina Elena. Bilancio della giornata, una decina di studenti feriti.

CineDAM all'Unical, proiezione del film "Milk"


GIOVEDì 19 MARZO 2009

CineTeatro DAM - Università della Calabria (Edificio Polifunzionale)

ore 20 -> aperitivo
ore 21 -> proiezione del film "Milk" di Gus Van Sant con Sean Penn

Nel 1977, Harvey Milk è stato eletto supervisor (consigliere comunale)
a San Francisco, divenendo il primo omosessuale dichiarato ad avere accesso
a una importante carica pubblica in America. La sua vita ha cambiato la storia
e il suo coraggio ha cambiato la vita di tante persone.
Prova straordinaria per Sean Penn che si aggiudica l’Oscar 2009
come migliore attore protagonista.

Ingresso gratuito

Accorrete numerosi...

CineDam è un'iniziativa dell'Associazione culturale Entropia

http://entropiaunical.blogspot.com

lunedì 16 marzo 2009

L'Onda torna in piazza



Lo sciopero lanciato dalla Flc Cgil per il 18 marzo contro le politiche del governo su università e ricerca è stata colta dal movimento dell'Onda. Di seguito pubblichiamo l'appello della Sapienza.

Il dibattito pubblico in questi mesi si è incentrato sullo stato di vita o di morte del movimento. Dibattito a cui noi non abbiamo voluto partecipare, in quanto troppo impegnati nel valorizzare e rilanciare quello straordinario spazio pubblico che l’Onda è stata in grado di costruire. Chi si è occupato di questo dibattito forse non è a conoscenza che l’università, come ogni spazio produttivo, vive di una propria temporalità, di propri ritmi e tempi di vita.
C’è chi ha fatto come se non fosse accaduto nulla, come se la legge 133 e il d.l. 180 non fossero mai stati approvati, ma in realtà stanno già sortendo i loro effetti: si è aperto l’ultimo semestre dell’università come l’abbiamo conosciuta finora. Un periodo decisivo che ci pone di fronte a due alternative. Da un lato la distruzione del sistema di formazione e ricerca auspicata dai processi di riforma italiani ed europei, dall’altro l’università viva, autoriformata dal basso attraverso l’autogestione e le pratiche di conflitto.
Nonostante continuino ad assicurarci che l’Italia sia pronta a governare la crisi, è evidente che siamo già in un periodo di grave recessione. Di fronte alla disoccupazione crescente, alla chiusura di diverse imprese, all’impoverimento dilagante, tutti i governi adottano misure anti-crisi, ad eccezione del governo italiano. In fondo, come dichiara il ministro Brunetta, l’Italia possiede il migliore sistema di ammortizzatori sociali d’Europa! Forse siamo pessimisti ma famiglia e lavoro nero non ci sembrano una credibile risposta alla crisi.
In questo contesto ci sembra decisivo tornare a prendere parola nel giorno dello sciopero di scuola e università indetto dalla Flc-Cgil per il 18 marzo. Il protocollo di restrizione dei percorsi dei cortei, firmato a Roma in questi giorni, insieme alla limitazione del diritto di sciopero, con ricadute pesantissime su chi proverà a bloccare la mobilità cittadina inceppando la produzione metropolitana, non ci impedirà di tornare a praticare conflitto in forme selvagge e imprevedibili come ci avete visto fare in autunno. Attraverseremo quindi la giornata dello sciopero e invitiamo i precari e gli studenti medi a farlo con noi in maniera autonoma e indipendente. Proprio l’autonomia e l’irrappresentabilità che ci hanno contraddistinto ci permettono di parlare il linguaggio della generalizzazione, superando vecchi discorsi corporativi e studentisti.
Con lo stesso spirito di ricomposizione di un soggetto precario diffuso e di ripresa di una conflittualità sociale latente possiamo già dire che vogliamo costruire un grande appuntamento nazionale per il 28 marzo in coincidenza con la manifestazione lanciata dai sindacati di base all’inaugurazione del g14 su welfare e lavoro. L’Onda fin dalla sua origine ha preso parola su questi temi e ha posto le basi di un discorso che si ponga in maniera conflittuale con le ipotesi di gestione della crisi espresse sia dal governo italiano che dagli altri governi europei ricercando direttamente forme autonome per affrontare la crisi.
Questo spirito vive nella dimensione aperta con cui vogliamo costruire e vivere queste due giornate insieme a tutti i soggetti produttori di spazio pubblico e di conflitto. Verso l’appuntamento nazionale del 28 marzo!

Appuntamento alle ore 9 alla Minerva il 18 Marzo

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!!!

Sapienza in Onda

lunedì 9 marzo 2009

"Slumdog Millionaire", proiezione del film al DAM



La favola bollywoodiana vincitrice di 8 premi Oscar, "Slumdog Millionaire" di Danny Loyle (il regista di Trainspotting) sarà proiettato su grande schermo nella sala teatro del DAM, all'Università della Calabria, dall'Associazione culturale Entropia.
Per chi non lo ha visto al cinema, o ha voglia di rivederlo, Entropia organizza una proiezione aperta e gratuita giovedì prossimo 12 marzo alle ore 21:00.
L'India è un paese che si appresta a diventare una delle maggiori potenze politiche mondiali ma, oggi come ieri, le contraddizioni economiche e sociali ne caratterizzano l'immagine all'estero. "Who wants to be millionaire?" è un formato di successo in tutto il mondo, ma in un Paese tanto difficile ha rappresentato qualcosa di più, diventando un vero e proprio fenomeno di costume, un'occasione di riscatto sociale e un sogno a portata di tutti.
Tratto dal romanzo di Vikas Swarup in "Question and answer" il regista inglese Danny Boyle dà voce a questo sogno, portando sul grande schermo un film duro e di denuncia ma anche una dichiarazione d'amore per il cinema indiano.
L'iniziativa si aprirà alle ore 19:30 con un aperitivo.

domenica 8 marzo 2009

Fatti di TV, fatti di donne


Profumo di mimosa e feste organizzate ci travolgono come ogni anno l’8 Marzo; più che festa della donna potremmo chiamarla festa dei fiorai e dei ristoranti dato che sono loro a (stra)guadagnarci.
Siamo d’accordo sul fatto che le donne debbano avere un giorno dedicato interamente a loro (anzi, uno è troppo poco…) ma cosa c’è da festeggiare quando proprio nei giorni che precedono questa festa in televisione vediamo di tutto e di più?
L’occhio di Fatti di TV questa settimana ha voluto soffermarsi su quanto l’immagine della donna (che è da sempre simbolo di vita e prosperità) sia sfruttata in televisione per far innalzare lo Share.
Tra Veline, Letterine, Professorine e chi più ne ha più ne metta, di scollature e minigonne ne abbiamo l’imbarazzo della scelta (per non soffermarci su Melita Toniolo e Raffaella Fico a “Colorado” e “Real TV”).
E che dire del “Grande Fratello 9”? gli ascolti sono altissimi come sempre; ma Perché? Ipocrita pensare che il merito sia tutto della bravissima Alessia Marcuzzi, che ha certamente le sue doti, ma quest’anno, la casa più spiata d’Italia sembra più una playa nudista!
E’ la solita TV spazzatura (che TUTTI guardiamo), ma ciò che fa più rabbia è vedere quanto spettacolo (e quindi denaro) si guadagni sugli stupri che ultimamente invadono i nostri televisori.
“Stupro in diretta”, “Stupro in supermercato”, “Video di uno stupro venduto in internet”, non sono crimini da punire e ragazze da aiutare, ma titoli di testa che alzano gli ascolti.
Se ne parla nei TG, nei Talk Show, persino nei programmi pomeridiani che affiancano i cartoni animati per bambini, e tutto con una tale leggerezza, quasi fosse una cosa normalissima.
Non si pensa al fatto che forse molte donne maltrattate, a causa di tutta questa spettacolarizzazione, abbiano ancor più paura a denunciare le violenze?
Ancora peggio, non è brutto che donne dello spettacolo raccontino le violenze ricevute in diretta (e soprattutto in fascia protetta) solo per farsi pubblicità?
E’ vero che i tempi cambiano, ed anche dietro quello che prima era semplicemente un rametto di mimosa ed un invito a cena non si sa mai cosa potrebbe nascondersi.
Ma è giusto parlarne così tanto per fare spettacolo?
A voi la risposta. Da parte mia, che sono un femminista e difensore dei diritti delle donne, non posso fare altro che porgere i miei migliori auguri…

Diego Spaccarotella

Dalla Filol8 un nuovo Comitato, per salvare il CR

Vedere la Filol.8 di nuovo piena sembrava ormai un lontano ricordo. Giovedì, invece, in quell’aula si è tornata a respirare l’aria di protesta e di discussione che negli ultimi mesi dell’anno appena passato era onnipresente.
L’Onda dell’Unical era ormai diventata bassa marea: tranne alcune rare eccezioni nella Zenith di economia e nella G4 di scienze politiche, solo l’aula P2 di ingegneria ha portato avanti quello che era il progetto di un laboratorio politico autogestito all’interno dell’Università. Basta andare a visitare l’aula e ci si accorge che lì l’autodeterminazione, l’autoformazione e l’essere “contro” non sono malanni di stagione, ma filosofie di vita che coinvolgono un discreto gruppo di studenti. I corsi autogestiti, gli incontri multi tematici e i cineforum ne sono una testimonianza immediata.
Nonostante ciò, la proposta del Consiglio di Amministrazione dell’Università di eliminare Presidente e Cda del Centro Residenziale, da sempre stato indipendente dal governo dell’Ateneo, ha rappresentato un’ottima occasione per far tornare a lavorare insieme chi nell’Onda non ha ancora smesso di credere.
Quindi di nuovo tutti insieme a formare un nuovo Comitato, questa volta per salvare il Centro Residenziale; facce nuove pochissime, ma l’esperienza ci insegna che le persone interessate a quel che succede sotto i loro occhi sono sempre una netta minoranza, e spesso quella minoranza, nel bene o nel male, vede gli stessi nomi e sente le stesse voci (a parte qualche timida novità).
Il problema è già stato spiegato sul FaC della scorsa settimana: leggendo sul verbale dell’ultimo Cda dell’Ateneo la proposta di eliminare l’organo che amministra il nostro Centro Residenziale, essa appare oscura, poco comprensibile e a volte sibillina. Rivelatore l’intervento di Roberto Pizzolotto, membro del Cda, che afferma che assolutamente lui non era venuto a conoscenza di tale proposta avanzata in Cda, né in via ufficiale né in via ufficiosa; con amara ironia sostiene di essere venuto all’assemblea per avere delle risposte più che per darne.
A parere del Preside della facoltà di Lettere Raffaele Perrelli, tre possono essere i significati di questa proposta: essa può essere un primo passo verso una privatizzazione totale dell’Ateneo (ipotesi che Perrelli esclude); può essere un avvio alla privatizzazione dei servizi agli studenti (quindi in futuro anche cinema e teatri del campus); può essere, infine, anche una proposta come tante altre senza conseguenze, che verrà bocciata in Senato Integrato. Si pensa di invitare chi ha redatto la proposta per chiarire alcuni punti che sembrano incomprensibili (tipo la figura del Prorettore).
Si propone poi, entro la riunione del prossimo Senato integrato che dovrà votare tale proposta, di rincontrarsi per stilare un documento da presentare in tale sede, per esprimere le contrarietà del Comitato sull’argomento. Intanto si prende in considerazione l’idea, su consiglio anche di docenti e dello stesso Pizzolotto, di formare una lista da presentare alle prossime elezioni studentesche, onde evitare che dire “voti degli studenti” equivalga a dire “voti del Rettore”.
Insomma, qualcosa sembra torni a muoversi. Per non finire come ai tempi della legge 133, quando ai “protestanti” venne rimproverato di essere in ritardo in quanto la legge era già passata in parlamento, questa volta si vuole giocare di anticipo, cercando di fermare o perlomeno chiarire sul nascere qualunque avvenimento sospetto.

Antonio Petitto

mercoledì 4 marzo 2009

Centro Residenziale, assemblea generale



La comunità accademica sembra risvegliarsi dal letargo. E' primavera e l'intenzione del Rettore formalizzata nell'ultimo Consiglio d'Amministrazione di modificare natura e gestione del Centro Residenziale sta suscitando dibattito ed anche indignazione. Anche perché si tratta dell'ennesima decisione presa senza alcuna discussione e partecipazione.
Si risvegliano gli studenti, che hanno convocato un'assemblea generale per giovedì 5 marzo alle ore 11:30 in Aula Filol8. E per lo stesso giorno, ma nel pomeriggio, è stata convocata anche un'assemblea dei ricercatori. L'ordine del giorno stabilito dai rappresentanti dei ricercatori Rossella Morrone, Roberto Pizzolotto e Pasquale Legato è il seguente "modifica dello statuto UNICAL: soppressione Consiglio di Amministrazione del Centro Residenziale e prospettive per i ricercatori nel nuovo assetto della gestione amministrativa".
Sul nuovo numero di FaC trovate un'approfondimento sulla questione. Di seguito nella sezione commenti pubblichiamo il documento redatto dal "Comitato in difesa del Centro Residenziale" e la lettera di un ricercatore, Giovanni Belluscio, alla convocazione dell'incontro fra i ricercatori. Scriveteci ancora e votate il nostro sondaggio sul blog.

La Redazione di FaC

martedì 3 marzo 2009

Questione meridionale, due libri a confronto



Carlo Levi scrive ‘Cristo si è fermato ad Eboli’ scritto tra dicembre 1943 e luglio 1944 nella critica transizione tra il Fascismo e la libertà descrivendo per la prima volta la reale situazione del Sud Italia. È il libro che apre gli occhi sulla realtà che oggi ha il pesante nome di Questione Meridionale e che da tempo ormai si trascina. La politica, la società stessa, le organizzazioni illegali che proliferano fanno del Sud una desolante terra di nessuno, mentre ci si aspetta tanto dall’alto e l’alto dà troppo o troppo poco, vincolandosi a criteri che attecchirebbero forse meglio in un tessuto sociale diverso.
Il problema del Sud è stato giustificato attraverso dei limiti geografici: la distanza dai sviluppati confini europei, che tanta parte hanno avuto nello sviluppo del Nord, la morfologia di questa terra dai paesaggi aspri e scoscesi avvolti dal Mediterraneo, rappresentano piccole oasi ma al tempo stesso grandi problemi nello sviluppare le vie di comunicazione. Il Sud Italia è così un territorio che cambia repentinamente, passando dalle spiagge ai monti cullati da un clima piacevole.
Carlo Levi propone una visione reale delle cose, la sua è più che altro un’analisi politica della questione. Riflette sul fatto che il Meridione è percepito come un problema, ma che questo problema è ormai un radicato pregiudizio delle classi politiche, che non ascoltano più, fingono magari di ascoltare, ma non riescono ad andare oltre ciò che ‘sanno’. Così l’autore prende a descrivere e a parlare di ciò che lui ha visto qui, nella nostra terra, descrivendo a chi ha gli occhi velati e a chi è preda dei preconcetti ciò che di reale e di finto ci sia. Si apre per il lettore uno spaccato amaro della realtà meridionale di un progresso che non si trasforma in sviluppo. Il Meridione subisce nel bene e nel male tutto ciò che dall’alto gli viene destinato, i contadini sono troppo poveri, troppo illetterati e troppo abbandonati per sapere e per curarsi della politica e della società.
Uno studioso, Banfield a circa 15 anni di distanza da Levi osserva il Sud, e al termine delle sue ricerche definisce l’uomo-tipo come un Familista Amorale. Espressione, questa che provoca una immediata riflessione poiché sembra una contraddizione in termini: la famiglia, il valore per eccellenza, viene associata al termine ‘amorale’. Banfield terminata la sua ricerca otterrà una definizione, un concetto principe dei suoi studi: ‘è familista amorale colui che massimizza il benessere immediato suo e della famiglia nucleare supponendo che tutti gli altri facciano nello stesso modo’. La Questione Meridionale, sarebbe, quindi un virus che parte dai singoli, dilaga nella collettività rendendo difficili i contatti addirittura tra collaterali o vicini di casa. Il territorio aspro dalla controversa e difficile storia condisce le emozioni e le sensazioni di italiani identici a quelli che vivono nel resto della Nazione, ma che portano il marchio di essere nati laggiù, al Sud.
Interessante l’approccio alla politica e allo Stato, infatti, se le descrizioni di Levi o di Banfield possono sembrare lontane (le condizioni sono migliorate fin nell’entroterra) alcuni caratteri permangono impenetrabili nascondendosi nelle maglie di una velata legalità. La sfiducia nella politica, istituzione assente e comunque vincolante. Lo Stato che è lontano, di contro alla realtà malavitosa che è sempre più vicina e sa meglio muoversi nell’ambiente. Il singolo che tenta di sfruttare al meglio ogni sua piccola occasione realizzandosi nell’immediato e creando alleanze ‘sotterranee’. La politica e lo Stato appaiono così privi di senso e di significato, una istituzione fatta di persone che ‘guadagnano’ ma non agiscono, forse, non sanno come agire, ‘forse sanno agire solo nel proprio interesse’.
Banfield e Levi sottolineano la paura della morte come un aspetto caratterizzante della società contadina meridionale, come la pretesa dell’ineluttabilità che le decisioni vengano poste dall’alto. Se il libro di Carlo Levi serve a far riflettere e ad offrire uno spaccato reale del Sud, il libro di Banfield non ha una calorosa accoglienza in Italia, mentre in America rappresenta un piccolo classico di Sociologia.

Bruna Larosa

Il vincitore di Sanremo 2009



Si conclude Sanremo 2009; la passerella canora più famosa d’Italia (e non solo) arriva alle battute finali sabato notte. Cinque serate brillanti, dirette e condotte magistralmente da Paolo Bonolis che si è fatto davvero in 4 perché questa non fosse l’ultima edizione. E si, perché il direttore Del Noce l’aveva detto “le cose belle posso nascere e crescere, ma possono anche morire” e se gli ascolti fossero stati in calo come quelli dello scorso anno, il 2009 avrebbe segnato la fine di questa importante parentesi di storia italiana. Sembra ce l’abbia fatta dunque il conduttore romano, ma deve molto a chi lo ha sostenuto ed aiutato in quest’impresa: tra i tanti artisti meritevoli (chi più, chi meno) la grande rivelazione di quest’anno è stata Luca Laurenti, che con Paolo fa coppia fissa ormai da anni.
Una comicità semplice, che caratterizza il suo personaggio sbadato e preso in giro dal compagno, ma che da sempre riesce a far ridere l’Italia.
E poi tanti e tanti altri ospiti, italiani ed internazionali, che contribuiscono a portare al teatro Ariston ancora tanto e tanto spettacolo.
Alcune delle canzoni in gara, come sempre, hanno fatto parecchio discutere: Da Masini a Povia, Dalla Zanicchi alla vincitrice delle nuove proposte Arisa, insieme ai grandi artisti di sempre, dall’energica Alexia con Mario la vezzi per un’insolita “Biancaneve” ad un Francesco Renga melodico da sciogliere il cuore nel brano “L’uomo senza età”.
Insomma, di cantanti in gamba e meritevoli del podio quest’anno ne avevamo, ma chi si poteva immaginare che avrebbe vinto Marco Carta? Il vincitore della scorsa edizione di “Amici” trionfa anche all’Ariston, con un pezzo niente male, ma che certo non si poteva paragonare ad altri tra quelli in gara. Forse è proprio questa la nota stonata di questa edizione, l’esito.
Ma si sa, a fare strada dopo Sanremo sono sempre le canzoni che non vincono, e ci speriamo davvero!
Pero ora non ci resta che accontentarci di ciò che ci ha fatto godere nelle sere appena trascorse, come quella timida Maria De Filippi dell’ultima serata, imbarazzata per la sua prima volta in RAI, che da conduttrice di successo si trasforma in una valletta che resterà nella storia, e che a fine serata, con un fascio di fiori in mano, ringrazia Bonolis e gli dice, “Il vero vincitore di Sanremo sei tu”.

Diego Spaccarotella