giovedì 19 novembre 2015

Riorganizzazione dell'offerta formativa, gli studenti chiedono di partecipare


Segnali di vita dalle parti di Scienze Politiche. Oggi pomeriggio gli studenti hanno interrotto il consiglio di dipartimento, sospendendo i lavori dell’assise riunita per discutere e votare l’offerta formativa 2016/2017. I ragazzi lamentano la mancanza d’informazione su una questione che li riguarda assai da vicino e chiedono di partecipare attivamente al processo di cambiamento in atto. 
La riorganizzazione della didattica di tutto l’ateneo è sul piatto da due anni ed entro fine anno il Senato intende approvare consistenti modifiche: in questi giorni tutti i dipartimenti discutono nel merito le proposte. Scienze Politiche, in particolare, dopo tanti conflitti e discussioni interne, si è orientata per la chiusura di Des (Discipline Economiche e Sociali) e per una riformulazione dell’offerta in due sole triennali (Servizio Sociale e l’interclasse Scienze dell’Amministrazione e Scienze Politiche) e ben cinque magistrali (Valorizzazione dei Sistemi Turistico-culturali, Scienze Politiche,  Scienze delle Pubbliche Amministrazioni, Scienze delle Politiche e dei Servizi Sociali, e l’interclasse Discipline di Cooperazione e Sviluppo e Sociologia). "Attualmente utilizziamo venti docenti esterni al Dipartimento per sostenere la nostra offerta formativa: modificandola, invece, ne basteranno solo sei, così libereremo risorse per i contratti esterni" spiega il prof. Raniolo, direttore del Dipartimento. Messa così, la riformulazione in questione sembra più il risultato di un delicatissimo (e assai precario) equilibrio fra insegnamenti e docenti, piuttosto che un vero progetto formativo per gli studenti. La proposta, elaborata dal prof. Costabile, non trova unanimità di consensi però, non solo fra i ragazzi ma neanche fra i docenti. Decisione rinviata dunque, a data da destinarsi, ma prima del Senato convocato per il 24 novembre, forse. Intanto gli studenti si riuniscono in assemblea lunedì 23.

Die

mercoledì 4 novembre 2015

Una pièce contro il pregiudizio omofobo e per la verità storica su Ferramonti


Il testo inedito di Ciro Lenti messo in scena da Adriana Toman dal titolo “Mio cognato Mastrovaknich” (visto al Piccolo dell’Unical venerdì scorso) è una storia che va oltre il tempo e il luogo in cui si colloca.
Siamo nel 1943, nella cella spoglia del campo di internamento di Ferramonti di Tarsia, ambientazione scelta per fare chiarezza storica sul luogo come l’autore stesso ha dichiarato. Qualche sedia e due lettini occupati rispettivamente da Uccio (Marco Silano), un calabrese semplicione con la fobia del giudizio altrui, e Paolo Mastrovaknich, professore polacco omosessuale (Paolo Mauro). L’intreccio fa si che la cultura del professore intersecandosi con la possibilità che egli offre ad Uccio di evadere dal campo, riesca pian piano a farne cadere i pregiudizi, fino scaturire in una profonda amicizia (difatti nel finale sarà proprio Uccio a cedere il tentativo di evasione al professore, in vista dell’ispezione nazista che condannerebbe a morte Mastrovaknich per le sue origini ebraiche).