giovedì 28 giugno 2012

Ricercatori Unical: lettera aperta al Rettore



Mentre all’Università della Calabria, il flusso di studenti inizia progressivamente a defluire verso aule d’esame, luoghi di studio e preparazione, o semplicemente agognate spiagge, i ricercatori restano saldi sulle loro posizioni in merito alla questione della “Regolamentazione dei Compiti Didattici di Professori e Ricercatori ” (emanata con D.R. n°1078 del 24 maggio 2012, n.d.r.). L’arrivo dell’estate, infatti, non è bastato a distrarli dalle critiche e dalle incongruenze che avevano lamentato nelle riunioni informali dei mesi scorsi. L’ultimo aggiornamento è proprio del giorno del solstizio: il 21 giugno scorso, infatti, il gruppo di ricercatori formato da Iolinda Aiello, Gianluca Aloi, Ingrid Carbone, Alberto Di Renzo, Gianni Golemme, Massimo La Deda, Monica Lanzillotta e Massimo Migliori, ha redatto e firmato una lettera aperta al Rettore e al Senato Accademico, in cui si riprendono i punti già evidenziati nei precedenti incontri e si sottolineano alcune priorità. In particolare, si legge nella lettera, “(…) il Regolamento emanato promuove dinamiche di sostituzione della Didattica Integrativa con quote di Didattica Curriculare che vanno contro gli stessi interessi dell’istituzione non favorendo né l’efficienza, né la produttività, né il merito”. Pertanto i ricercatori richiedono una profonda riscrittura del documento, che ottemperi i seguenti emendamenti: “(…) l’eliminazione di ogni riferimento ai compiti didattici (sia dalla denominazione del regolamento, sia dall’art.1 del Regolamento di cui al D.R. 1078); l’eliminazione della regolamentazione dei compiti didattici dei Ricercatori (intero art. 3 del Regolamento di cui al D.R. 1078); l’eliminazione della possibilità di affidamento a titolo gratuito (intero art.5 del Regolamento di cui al D.R. 1078); l’eliminazione della disparità di retribuzione tra ore di lezione ed Esercitazioni/Laboratorio (art.6 del Regolamento di cui al DR.. 1078)”. La lettera prosegue puntualizzando le esigenze di adeguata remunerazione delle ore di didattica curriculare, a partire dalla prima ora di insegnamento; l’assenza di meccanismi di sostituzione, baratto, compensazione tra la Didattica Curriculare e quella Integrativa; la determinazione di un adeguato compenso orario, uguale per tutti i Ricercatori dell’Ateneo. Infine, i ricercatori riportano i dati esito del Referendum consultivo on-line, che gli stessi hanno aperto per dieci giorni ai soli Ricercatori d’Ateno. Di seguito ne riportiamo i numeri:
·         232 sono stati i voti validamente certificati;
·          225 sono stati i voti favorevoli alla proposta di ritiro e riscrittura del Regolamento (97% dei voti validi);
·         7 sono stati i voti contrari alla proposta di ritiro e riscrittura del Regolamento (3% dei voti validi).

giovedì 21 giugno 2012

Gestione privata delle residenze Unical, dura presa di posizione da parte dei sindacati



Lo scorso 4 giugno il Consiglio d'Amministrazione dell'Unica ha approvato l'affidamento a privati della gestione delle nuove residenze del Campus. Se ne parlava da tempo, il nostro giornale ha dedicato ampie pagine alla questione fortemente dibattuta fra i vertici dell'ateneo. Alla fine, come sempre, è prevalsa la linea del rettore Latorre che, lo ricordiamo, è in scadenza di mandato. Come fa questo rettore a prendersi una responsabilità del genere, quando le conseguenze ricadranno non su di lui ma su chi gli succederà fra meno di un anno?
Riceviamo e pubblichiamo in proposito un comunicato stampa congiunto dei sindacati.
Le Organizzazioni Sindacali, CGIL, CISL, UIL, CISAL, dell’Università della Calabria manifestano preoccupazioni e sospetti riguardo alla decisione del Consiglio di Amministrazione del 4 giugno.
La cessione della gestione dei servizi residenziali ai privati rappresenta un attacco ai valori fondativi dell’Ateneo. Sin dalla nascita della nostra Università, particolare attenzione è stata posta sul valore della residenzialità e sui servizi ad essa legati. Su queste peculiarità si è sviluppata l’idea di un Campus, che contenesse, nel suo perimetro, sia strutture didattiche e di ricerca sia strutture residenziali.
Proprio per questo motivo, solo all’Università della Calabria è riconosciuta la particolarità di poter attingere a finanziamenti destinati ai servizi residenziali, di cui altri Atenei non possono godere, in quanto non gestori diretti del diritto allo studio, che è, invece, di competenza delle Regioni.
Oltre a ciò, proprio per rafforzare l’idea del Campus, sono state investite risorse pubbliche e risorse proprie per realizzare strutture adeguate ad ospitare non solo la popolazione studentesca ma anche docenti, dottorandi e studenti stranieri.
La decisione assunta in Consiglio di Amministrazione preoccupa e pone una serie di interrogativi: si vuole snaturare il principio di residenzialità contenuto nello Statuto? può un Consiglio di Amministrazione in regime di prorogatio, con i limiti imposti dalla normativa, con una composizione non nella piena consistenza (8 presenti su 13), assumere una decisione di svolta di questo genere? Perché non si è aperta una discussione pubblica su questa vicenda? Il personale che è preposto ai servizi residenziali a cosa verrà destinato?
I sospetti sono tanti: perché tanta fretta? Le nuove residenze verranno messe sul mercato tutte insieme anche se solo una verrà consegnata in tempi brevi. Perché mettere a disposizione dei privati le nuove residenze che non hanno bisogno di manutenzione invece delle vecchie? È politicamente corretto raggiungere la maggioranza necessaria (cinque voti per 8 presenti), su un argomento così controverso, con il voto stesso del Rettore e quello, a questo punto, determinante di uno studente?
Per i motivi sopra evidenziati, le OO.SS. di Ateneo chiedono al Rettore di bloccare la delibera e di convocare, entro 10 giorni, un’assemblea di Ateneo per discutere su tutte le prospettive legate alla residenzialità e su tutte le criticità che stanno emergendo a seguito dell’applicazione della legge 240/2010
Le OO.SS., in attesa di risposte, proclamano lo stato di agitazione del personale tecnico amministrativo
Rende 21.06.2012 - Le segreterie FLC-CGIL – CISL – UIL RUA, CISAL

venerdì 8 giugno 2012

Elogio della radicalità


Arriverà anche all’Unical, precisamente il 19 giugno alle 17.30 nella Sala Teatro del D.A.M. (Polifunzionale), una tappa del nutrito tour di presentazione che sta accompagnando l’ultima fatica letteraria del noto storico italiano, Piero Bevilaqua. Ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma, Bevilacqua ha fondato e diretto la rivista “Meridiana” e ha pubblicato, tra gli altri, “Venezia e le acque” e “La mucca è savia”, “Ragioni storiche della crisi alimentare europea”.  “Elogio della radicalità” è un saggio che si propone come una riflessione per molti aspetti spiazzante sulle cause profonde della crisi, specchio degli effetti sull’ambiente, i paesaggi e le risorse naturali di scelte politiche ed economiche. È stato Marx a dare alla parola “radicale” il significato che ora si presenta a noi in tutta la sua potente attualità. «Per incredibile che possa apparire - spiega Bevilacqua - viviamo una fase nella quale, nonostante l’ immenso patrimonio di conoscenze di cui disponiamo, stiamo soffocando sotto la coltre di un occultamento totalitario della nostra umana radice. Viviamo secondo una 
teologia dell’andare avanti, senza cambiare percorso». L’autore   nel testo ribalta e ridisegna, provocatoriamente, il termine ‘radicale’, che indica invece uno sguardo approfondito, che porta a svelare i meccanismi alla base dei processi materiali, che aiuta gli uomini a scoprire ed individuare i beni comuni, necessari per la vita della società e per il benessere della collettività. 
Urge allora un pensiero radicale, che non significa estremista. Estremisti, scrive, sono semmai oggi i difensori dell’ordine esistente. E invece: radicalità di pensiero,  per affondare lo sguardo sotto la superficie/apparenza dei processi in atto e per “aprire la via a un diverso rapporto degli uomini con la natura che metta fine all’età del saccheggio; a nuove relazioni solidali fra gli uomi; a una più equa ripartizione del benessere; a forme egualitarie  di partecipazione al govverno della cosa pubblica”. Contro un capitalismo che oggi esercita sia dominio che egemonia. 
E se fossero proprio i radicali, a dispetto dell’etichetta che li inchioda, i fautori di una vita individuale e collettiva più sobria, più misurata, più moderata? E i moderati, invece, i sostenitori di un ordine economico e sociale votato alla competizione, all’eccesso, all’estremismo? È il doppio quesito che corre lungo le centosettanta pagine del libro  di Bevilacqua.