lunedì 30 marzo 2009

Università di Catanzaro, l'inchiesta si allarga



CATANZARO – Sequestrate 48 lauree in giurisprudenza, nell’ambito dell’inchiesta sugli esami falsificati. Tutto ha inizio nel 2007, dopo che nel corso di una sessione di laurea un docente si era trovato davanti una laureanda mai vista durante gli esami, eppure con la sua firma sul libretto. Un fatto molto anomalo che ha suscitato più di qualche dubbio sulla validità di quegli esami.
La denuncia partita poco dopo, presentata dal Senato Accademico dell’Ateneo portò subito al sequestro di tredici lauree e alla condanna di Francesco Marcello nel novembre del 2007, per corruzione e falso, il quale patteggiò la pena a tre anni di reclusione. Falsificò, in cambio di denaro, alcuni libretti universitari facendo risultare che gli studenti avevano superato gli esami.
A due anni di distanza, la giustizia continua a fare il suo corso. Questa volta ha portato al sequestro di 48 lauree in giurisprudenza: fra i “laureati” dieci avvocati che esercitano la professione florense, 25 praticanti e altri 13 alcuni dei quali vincitori di concorsi pubblici. Ed ora si parla anche della possibilità di annullare e ripetere alcuni di questi concorsi. I nomi degli indagati sono stati mandati dalla Procura di Catanzaro agli ordini professionali ai quali è stato subito sequestrato il titolo di studi.
E sullo stesso fronte, ma cambiando ambito, o meglio cambiando fascicolo, (così almeno i quarantotto ex avvocati non si sentiranno soli) sono finiti sul registro degli indagati altri venti nomi, riguardo al furto dei test di ammissione alla Facoltà di Medicina avvenuta anch’essa nel 2007.
L’inchiesta ora si allarga.
Risulta indagato lo stesso Rettore dell’Università Francesco Saverio Costanzo e quattro docenti: Patrizia Doldo (delegato dal rettore ai rapporti con la commissione didattica della CRUI), Antonella Scozzafava, Tullio Nocera e Francesco Maurici. L’apertura del fascicolo risale al giugno 2008, ma la notizia è trapelata solo il 25 marzo scorso.
L’indagine è all’inizio, per questo si pensa che ciò, sia solo la punta dell’iceberg. Rimangono da chiarire ancora molti passaggi, e la magistratura è intenzione ad andare fino in fondo, per svelare i veri colpevoli che hanno collaborato e partecipato alla manomissione dei plichi.
Ecco perché è stato chiesto al gip una proroga a carico di impiegati e vigilantes. Gli arresti nell’inchiesta erano stati già due appunto: l’addetto alle pulizie e alla vigilanza delle aule Walter Mancuso e l’impiegato informatico Antonio Cuteri. Fu proprio il primo (tradito dall’impronta del pollice lasciata sul foglio immediatamente successivo al test sottratto da uno dei tre plichi manomessi) a parlare della collaborazione di un collega e tre studenti. Infatti, difficilmente Mancuso avrebbe potuto agire da solo, gli ostacoli da superare erano parecchi, tra cui anche il sistema di sorveglianza attivo dalle 20:00 alle 7:00.
La magistratura, sosterrà l’accusa di Cuteri al processo del 22 aprile, mentre il 28 toccherà a Mancuso, che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Gli imputati dovranno rispondere di associazione per delinquere, furto aggravato, abuso d’ufficio, corruzione e falsità ideologica e materiale.
Si spera intanto, che il caso possa chiudersi presto, e con esso possano scomparire le lobby del “sapere comprato”, perché il sapere non può esser ne rubato, ne comprato, ne venduto.

Paolo Mercurio

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