mercoledì 4 marzo 2009

Centro Residenziale, assemblea generale



La comunità accademica sembra risvegliarsi dal letargo. E' primavera e l'intenzione del Rettore formalizzata nell'ultimo Consiglio d'Amministrazione di modificare natura e gestione del Centro Residenziale sta suscitando dibattito ed anche indignazione. Anche perché si tratta dell'ennesima decisione presa senza alcuna discussione e partecipazione.
Si risvegliano gli studenti, che hanno convocato un'assemblea generale per giovedì 5 marzo alle ore 11:30 in Aula Filol8. E per lo stesso giorno, ma nel pomeriggio, è stata convocata anche un'assemblea dei ricercatori. L'ordine del giorno stabilito dai rappresentanti dei ricercatori Rossella Morrone, Roberto Pizzolotto e Pasquale Legato è il seguente "modifica dello statuto UNICAL: soppressione Consiglio di Amministrazione del Centro Residenziale e prospettive per i ricercatori nel nuovo assetto della gestione amministrativa".
Sul nuovo numero di FaC trovate un'approfondimento sulla questione. Di seguito nella sezione commenti pubblichiamo il documento redatto dal "Comitato in difesa del Centro Residenziale" e la lettera di un ricercatore, Giovanni Belluscio, alla convocazione dell'incontro fra i ricercatori. Scriveteci ancora e votate il nostro sondaggio sul blog.

La Redazione di FaC

2 commenti:

  1. FONDAZIONE UNICAL, ATTO I
    Ovvero come il Rettore sta andando avanti a colpi di sta(tu)to

    Il Consiglio di Amministrazione dell'Università della Calabria in data 18/02/2009 ha votato all'unanimità la modifica dello Statuto di Ateneo, deliberando la soppressione del Consiglio di Amministrazione del Centro Residenziale, le cui funzioni saranno interamente assunte dal C.d.A. di Ateneo stesso.
    Il C.d.A. del Centro Residenziale è l'organo che si occupa dell'erogazione dei servizi per il diritto allo studio: servizio mensa, servizio alloggi, borse di studio; delibera poi in materia di attività culturali e ricreative, gestisce il patrimonio immobiliare del Centro Residenziale e, nelle persone del Presidente e del Direttore Amministrativo, è responsabile di una serie di atti burocratici tra cui, ad esempio, il censimento delle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi e l'effettuazione delle gare d'appalto.
    Fino a ieri, data la delicata natura delle sue funzioni quest'organo agiva, come i Dipartimenti e le biblioteche, in piena autonomia e sotto il controllo del Comitato di Garanzia del Centro Residenziale.
    All'indomani di tale provvedimento, invece, viene messa in discussione la libertà di azione del C.d.A. del Centro Residenziale, cui si è preferito una più "snella" Commissione, integrata all'interno del Consiglio di Amministrazione di Ateneo, il quale - di conseguenza - dovrà farsi carico, oltre che delle sue naturali mansioni, anche di quelle che prima venivano svolte da un organo indipendente determinando, di fatto, un pericoloso accentramento di potere.
    La ragione ufficiale di tale manovra è la necessità di semplificare e snellire il processo amministrativo.
    In altre parole si punterebbe al risparmio.
    In realtà la nostra preoccupazione è di vedere avviato, nei fatti, quel processo di privatizzazione dell'Ateneo (di cui rimandiamo alla lettura della legge 133/08), partendo proprio dall'Istituzione preposta all'erogazione dei servizi per il diritto allo studio.
    Perché guardiamo con preoccupazione questi radicali cambiamenti nel nostro Ateneo?
    Le ragioni sono molteplici.
    Ad oggi il Presidente del Consiglio di Amministrazione del Centro Residenziale viene regolarmente eletto da un collegio di docenti ordinari. Con l'accorpamento, questa figura sparirebbe in funzione di un delegato al Centro Residenziale (un Pro-rettore) nominato direttamente dal Rettore.
    Ci chiediamo poi se, nella logica di questa semplificazione, sarà soppresso anche l'organismo di controllo rappresentato dal Comitato di Garanzia e, nel caso, a chi sarà affidato un compito così delicato? Sarà un organo elettivo o verrà designato per semplice nomina, secondo la logica dei Consigli di Amministrazione delle aziende cui, il C.d.A. del nostro Ateneo, rischia di somigliare in maniera sempre più preoccupante?
    Quali soggetti saranno chiamati a poter entrare all'interno della Commissione del Centro Residenziale: sarà aperta la porta anche ai privati?
    C'è una connessione tra queste pratiche di semplificazione burocratica e il progressivo ingresso di aziende private nel nostro Ateneo (vedi convenzioni con Wind e Microsoft)?
    Nel caso in cui la gestione del Centro Residenziale fosse affidata ad esterni, non rischieremmo di vedere aumentare i costi dei servizi (tradotti in stipendi manageriali), che conseguentemente andrebbero a carico degli studenti?
    È prevista la presenza di rappresentanti degli studenti all'interno del nuovo assetto della istituenda Commissione? Al momento ci risulta che questo nodo non sia stato ancora sciolto, sebbene gli attuali rappresentanti (Emilio d'Acri, Ferenc Macrì e Luca Palmieri) abbiano votato a favore della modifica di Statuto. Ci chiediamo anche a nome di chi, visto che gli studenti non sono stati preventivamente consultati e il mandato delle rappresentanze, per altro, è scaduto.
    In ogni caso è molto probabile che trasferire l'intera gestione del centro residenziale al C.d.A. d'Ateneo, sovraccaricandolo, inciderà sui tempi con cui vengono erogati i servizi a noi studenti. Altro che snellimento!
    Vorremmo avere delle risposte certe, ma purtroppo siamo costretti a rimanere nel campo delle ipotesi dal momento che, in barba alla presunta trasparenza degli atti amministrativi di cui si fa vanto il Rettore, non siamo in alcun modo riusciti a venire in possesso del verbale in cui sono riportate le cronache del Consiglio di Amministrazione nel quale sono state decise le controverse modifiche di statuto.
    Ci piacerebbe essere ottimisti e ragionare in maniera positiva, ma abbiamo memoria di vecchie vicende burocratiche che hanno consentito al Rettore, in tempi non troppo lontani, di abbattere il vincolo del terzo mandato con una opportuna (e discutibile) modifica dello Statuto, al solo scopo di prolungare la sua permanenza sullo scranno più alto dell'Università della Calabria.
    Come sempre...

    ...NON RESTEREMO A GUARDARE!!!

    Comitato in difesa del Centro Residenziale

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  2. Caro Pizzolotto,

    Ho parlato con la mia rappresentante in CdA, Rossella Morrone, forse un
    giorno o due giorni dopo la votazione del consiglio di amministrazione,
    chiedendole spiegazioni sul voto e motivazioni sul fatto che nessuno ha
    pensato di informarci in anticipo della simpatica iniziativa del rettore.

    Gira nelle nostre e-mail boxes tanta inutile cartaccia virtuale e, invece,
    quando si tratta di questioni davvero importanti, nessuno pensa di
    condividere le informazioni o pensare di chiedere in anticipo un incontro
    per discutere di fatti molto rilevanti, come quello in questione.

    Se non fosse stato per il comunicato della Cisl tutta la faccenda sarebbe passata, come sempre, in sordina.

    Noto poi con dispiacere che:
    a) un atto del Consiglio d'Amministrazione cancella un Decreto del
    Presidente della Repubblica Italiana;
    b) un altro pezzo di democrazia va a farsi benedire (dopo l'approvazione
    all'unanimità del CdA, non eleggeremo più un Consiglio e un Presidente del
    Centro Residenziale);
    d) anche il Presidente in carica del Centro Residenziale ha votato a favore
    della modifica di Statuto;
    e) ancora una volta in Ateneo decisioni importanti passano in sordina senza
    un confronto dialettico sulle questioni;
    f) i rappresentanti dei ricercatori da me votati non si siano preoccupati di
    indire prima del CdA un assemblea per ascoltare almeno il parere della base
    e abbiano votato a favore della modifica dello Statuto.

    Parteciperò all'incontro del cinque maggio anche se oramai a giochi già
    fatti. In ogni caso, credo che i miei rappresentanti in consiglio
    d'amministrazione abbiano deciso autonomamente sul voto da esprimere, e ciò,
    per quanto mi riguarda, non rappresenta il mio personale punto di vista
    sulla faccenda.

    Arrivederci al cinque marzo.

    Giovanni Belluscio

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