lunedì 11 giugno 2007

"Il corpo elettorale e i due candidati" di M. Veltri

Qualcuno, so, ha malignato perchè nel corpo accademico del 7 giugno, pur iscritto a parlare, alla fine non sono intervenuto. "Non si è voluto schierare" o "non se l'è sentita"... cose del genere. Il fatto è che la dilatazione dei tempi, per l' esubero di durata di alcuni interventi, mi ha costretto ad andar via, e Lino Versace lo sa, perchè un lutto mi imponeva di essere presente fuori Cosenza a una certa ora, ed ero già in ritardo.
E' questo il caso, dunque, per esprimermi direttamente, e ancora una volta, sull'argomento - posto che qualcuno non abbia seguito la produzione sul sito e sui giornali delle mie ripetute esternazioni. La riunione di ieri ha detto almeno tre cose. Grazie a Lino per essersi candidato, perchè, me non soprattutto, ha acceso un dibattito che altrimenti mai ci sarebbe stato. Il suo volersi misurare ha posto sul tappeto una serie di argomenti che oltre a interessare il corpo docente ha portato Gianni Latorre a cavalcarne alcuni, addirittura impossessandosene.
Che sarebbe stata questa elezione, con un solo candidato? La seconda: positivo e coinvolgente il ragionamento di Versace che, di fatto, ha prospettato una visione d'ateneo non opposta ma certamente diversa da quella illustrata da Latorre. Una diversità che finora non apparteneva nè al linguaggio nè all'operare del rettore in carica, il quale però, si è detto, ha pescato a piene mani su alcuni e non banali item versaciani o che comunque erano emersi nel dibattito stimolato proprio dalla discesa in campo di Lino (cfr. FattialCubo, il Quotidiano, CalabriaOra, il blog di Lino, le discussioni nelle facoltà e nei dipartimenti).
A parlare di ricerca, di università con respiro regionale, di didattica, in specie su che fare per accompagnare gli studenti dalla scuola superiore ai corsi universitari e sull'invereconda proliferazione di corsi e corsi di laurea, di qualità e non solo quantità, Latorre fino a poco tempo fa non ci aveva provato neanche.
E' da chiedersi perchè, e perchè lo faccia solo ora, in termini di proposta e promessa, così come solo ora parli di preparare una successione con una squadra di governo idonea. Finora, e non da ultimo, pensava al terzo mandato, ovvio. Un terzo mandato, s'è detto e l'ho detto ma voglio ripeterlo, al quale mi opposi subito, anche di persona, per due motivi, e glieli dissi entrambi: perchè non modifichi tutto lo statuto e non solo questo stralcio, i tempi ci sono e sarebbe tutto più partecipato e credibile?; la percezione interna ed esterna di questa modifica stralcio avrebbe comportato una totale omologazione di Unical al disastrato mondo della politica, fatta di autoconservazione e perpetuazione totale di una casta - mondo della politica in cui lui, il rettore, s'era e si è immerso con mani e piedi.
E l'università, un'università in Calabria, per come era nata, per quello che deve fare, questo scivolone non può permetterselo. Ecco, un accenno su questo non l'ho sentito, nè da Lino nè da Gianni. Non vuole dire essere provinciali o localistici individuare e perseguire una mission calabrese della nostra università. Che fra gli altri obiettivi aveva e ha la costruzione di nuove classi dirigenti soprattutto in termini di autodeterminazione, non sudditanza, criticità. Non solo professionisti, quindi, ma anche persone, persone portatrici di diritti oltre che di doveri. E da questo punto di vista Unical lo fa il suo dovere, con comportamenti, atti, opere e omissioni?
Trasparenza, rigore, rinnovamento, non incrostazioni, apertura e partecipazione? Ha voglia Nuccio Ordine di citarlo, il compito di Unical, di formare persone, quando poi asserisce sbrigativamente senza un perchè, che lui, a prescindere, vota per Latorre... Ma se in Università non si coltiva la ricerca del nuovo, non fine a sè stessa, il superamento del noto, l'orizzonte di paradigmi diversi, che università è, laddove proprio l'attività di ricerca a questo è improntata? Chi non discute muore, chi non s'interroga non va avanti, caro Nuccio. E siamo così alla terza cosa: il codismo che Piperno ha chiamato leccaculismo di taluni: ma ci può essere speranza, in queste condizioni? anco Bel magistero per i giovani, che sarebbe bene cercassero meno leader ed esercitassero in proprio un protagonismo maggiore! E Piperno: ma te la puoi cavare con una scheda bianca? Nè con... nè con... Abbiamo i capelli bianchi: cresciamo per favore.
Non credo proprio che Versace sia fuori gioco, nè credo che il terzo candidato come lo ha chiamato il decano abbia molti accoliti. Certo i tempi, e i luoghi, fanno pensare che chi comanda resta in sella (indolenza, sfiducia, e investire tutto nella delega), ma forse qualcosa si muove. Vedremo al prossimo appuntamento

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