martedì 23 novembre 2010

Truffa all'UE, agli arresti un docente di Ingegneria


La cronaca giudiziaria torna a parlare di università. Il professore Bruno De Cindio, napoletano, 64 anni, ordinario di ingegneria chimica presso il Dipartimento di Modellistica per l'Ingegneria dell'Unical, è stato arrestato stamattina nell'ambito di un'operazione effettuata dalla Guardia di Finanza di Catanzaro per una presunta truffa all'Unione Europea.
Insieme al professore De Cindio, che si trova ora agli arresti domiciliari, altre sette persone sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare, imprenditori, commercialisti, consulenti del lavoro e altri docenti universitari. Tutti sono stati posti agli arresti domiciliari con l'accusa, a vario titolo ed in concorso, di truffa, falso e diversi illeciti fiscali. Sequestrati beni per un valore di circa 300 milioni tra immobili, aziende ed azioni.
Secondo le accuse gli otto ricevevano soldi pubblici per finanziare innovative e complesse ricerche scientifiche, mai realizzate. L'indagine è nata da una serie di controlli effettuati dal nucleo di polizia tributaria di Catanzaro su diverse imprese beneficiarie di soldi pubblici, concessi sia dal ministero dello Sviluppo sia da quello dell'Istruzione per la realizzazione di studi scientifici in Calabria. I militari hanno scoperto che questi studi, lautamente finanziati, non sono mai stati svolti o sono stati fatti ma in altre sedi. E soltanto sulla carta sarebbe stata formato il personale, tramite falsi corsi di specializzazione anche questi ampiamente finanziati. Ammonta infatti a 31 milioni e 227mila euro il contributo ottenuto dagli otto arrestati, di cui 20 milioni e 670mila euro già effettivamente erogati.
L'operazione denominata "Silva" nasce proprio da alcune criticità relative alla procedura di finanziamento pubblico a favore della «Silva extracts s.r.l.», società con sede legale a Ceva (Cn), beneficiaria ai sensi del P.i.a. (pacchetto integrato agevolazioni) innovazione, di un contributo pubblico di oltre 27,5 milioni di euro per la realizzazione di un articolato programma di investimenti a Rende, presso la ex Legnochimica. Il progetto ammesso a finanziamento riguardava lo studio e la realizzazione di processi industriali per la produzione di fibre naturali micro colloidali, estratti tannici e pectina per usi alimentari, dietetici, farmaceutici e cosmetici.
Gli accertamenti avrebbero permesso di ricostruire un grave quadro indiziario nei confronti dei responsabili della società. Sarebbe emerso, in particolare, che questi ultimi, con l’ausilio di altre persone, avevano posto in essere una serie di artifici e raggiri, finalizzati a dimostrare alla banca concessionaria di aver sostenuto oneri di spesa, relativamente sia al programma di sviluppo precompetitivo che a quello di formazione; di aver svolto tali attività scientifiche in Rende; di aver assunto personale «qualificato», in possesso di idonea specializzazione nei campi oggetto del programma di sviluppo precompetitivo; - di avere assunto personale da destinare alla sede di Rende ed, ovviamente, in mansioni concernenti le attività della «Silva Extracts s.r.l.» oggetto delle pubbliche erogazioni; di aver acquistato macchinari, da impiegare nella sede di Rende. Tutte circostanze che, secondo gli inquirenti, si sono rivelate non corrispondenti al vero.
I docenti coinvolti, secondo l'accusa, avrebbero rilasciato attestazioni - indispensabili per l'ottenimento dei contributi -, nelle quali veniva falsamente dichiarata la partecipazione ad attività di ricerca scientifica, svolte nelle loro università, da parte di alcuni dipendenti della «Silva». Sulla base degli elementi di prova raccolti, l’attività investigativa è stata estesa ad un’altra società del gruppo imprenditoriale «Silva» (specializzato, a livello internazionale, nella prduzione di sostanze destinate all’alimentazione): la «Silvachimica s.r.l.» di San Michele Mondovì (Cn), beneficiaria anch’essa di un cospicuo contributo pubblico, pari ad oltre 3,5 milioni di euro, concesso dal ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, per lo svolgimento di un articolato programma scientifico/industriale localizzato, sempre nel comune di Rende, e sempre nell’area dell’ex Legnochimica, sulla quale la Procura di Cosenza sta svolgendo specifici accertamenti per verificare la situazione di inquinamento del suolo, del sottosuolo e delle falde acquifere.

1 commento:

  1. Vai zio Bruno!!! Fagli un po' di lezione di termodinamica superiore...ai carcerati :)))

    RispondiElimina