
Due mesi e mezzo dopo
l'apertura della crisi di governo all'Università della Calabria -
cominciata il 3 ottobre scorso con le dimissioni del prorettore
D'Ignazio, ndr - gli ex sostenitori del rettore Gino Crisci hanno
compiuto la grande prova di forza: l'assemblea convocata ieri per
discutere sul futuro dell'Unical, con la partecipazione di almeno
quattrocento persone, fra studenti, docenti e personale t.a., si è
conclusa con una richiesta ufficiale di dimissioni indirizzata al
Magnifico. Esaurito il balletto solitario di interviste, commenti e
dichiarazioni a mezzo stampa, che ha offerto all'esterno uno
spettacolo indegno di un ateneo, la parola è tornata finalmente nel
suo luogo naturale, all'interno della comunità universitaria, spazio
collettivo non privo di contraddizioni ma proprio per questo
interessante e formativo. Nessuno si è voluto perdere
l'appuntamento. Il lavoro grosso lo ha fatto il Consiglio degli
studenti, in guerra aperta con il prorettore Luigino Filice che non
si decide a sbloccargli i fondi. Ci sono i fuori corso. Ci sono i “precari”, che dopo
anni di contratto, si vedono improvvisamente fuori dai giochi. C'è
il capo ufficio stampa e a due passi la nuova portavoce. C'è il
consigliere d'amministrazione Maggiolini. Impiedi, in fondo a
dominare l'aula, c'è Franco Santolla.