martedì 23 luglio 2013

Unical verso il ballottaggio: non sarà un rettore bulgaro


Non sarà bulgaro il settimo rettore dell'Unical: se era vero sin dall’inizio di questa lunga fase elettorale, è ancor più vero oggi, a una settimana dal ballottaggio del 31 luglio. La distanza siderale fra i due candidati usciti vincenti dal secondo turno, Gino Mirocle Crisci (413 voti) e Marcello Maggiolini (213 voti), negli ultimi giorni si è progressivamente ridotta. A quanti non si spiegavano il senso dei quindici giorni fra un turno e l’altro, e lamentavano un terzo turno a ridosso delle vacanze estive, la risposta adesso è chiara: ci vuole tempo per cambiare idea.

E il tempo in questo caso gioca a vantaggio del meno favorito, Marcello Maggiolini, che ieri su Mercurio ha incassato l’appoggio personale di Domenico Cersosimo - appoggio “in assoluta autonomia”, ha rimarcato l’economista - e quello di una parte dei sostenitori di Patrizia Piro - la prof ha preferito invece non dichiarare il proprio voto, “per evitare di influenzare le scelte individuali”. La convergenza su Maggiolini non è certo uno scoop, le premesse c’erano già tutte. Ma l’invito del prof di Patologia generale a “votare per una svolta”, apparso sabato mattina sulla stessa newsletter, ha senz’altro facilitato l’operazione: con frasi del tipo “bisogna costruire un grande progetto di radicale cambiamento nella gestione complessiva del nostro Ateneo”, il prof ha teso una mano proprio ai candidati esclusi al secondo turno.

“Avrei sinceramente preferito – ha spiegato Cersosimo - candidati meno “appesantiti” da vincoli, logiche e pratiche pregresse, più liberi da condizionamenti di uomini e situazioni del passato. Ho per questo particolarmente apprezzato la nota del prof. Marcello Maggiolini. E’ incoraggiante, dal mio punto di vista, leggere che Maggiolini auspica “urgente e obbligatorio voltare pagina” (“non farlo sarebbe grave e irresponsabile”). Parole impegnative, adeguate. Per me, un importante passo avanti. Parole che condivido e che mi spingono a sostenere gli obiettivi di radicale cambiamento assunti dal prof. Maggiolini. Lo faccio in assoluta autonomia, con lo sguardo rivolto unicamente al futuro”.
In realtà il 31 luglio si tratterà di scegliere, lo sa bene Cersosimo e lo sanno bene gli elettori, fra due continuità: entrambi i candidati hanno avuto responsabilità di gestione in ruoli decisionali dell’ateneo. Gino Crisci, come preside di facoltà, è stato senatore accademico fino a un anno fa; anche Marcello Maggiolini sedeva in Senato da direttore di dipartimento, oggi invece siede in Consiglio d’Amministrazione. Ma d’altronde lo stesso corpo elettorale si è espresso abbastanza chiaramente: le proposte di “radicale cambiamento”, provenienti dalle altre candidature, per quanto consenso abbiano potuto trovare, non sono maggioranza nell’ateneo.

Non troppo preoccupati dalla “continuità” di Maggiolini sembrano gli ex sostenitori di Piro. Sette di loro (Annabella D’Atri, Guido Danieli, Fiore Pasquale Nicoletta, Romolo Perrotta, Giancarlo Principato, Giancarlo Statti e Marcello Zanatta) hanno deciso di schierarsi apertamente. “Siamo sorretti in tale decisione – scrivono - dall’alto profilo professionale e scientifico di questo docente (Maggiolini, ndr), dall’esperienza gestionale da lui maturata nell’esercizio di importanti funzioni al servizio dell’Unical, nonché dalla vicinanza che il suo programma già originariamente presentava con i punti nodali di quello della Prof.ssa Piro, aprendo così un’attraente prospettiva di contenuti e metodi incentrata sul fermo proposito di dare autentico corso al rinnovamento del governo dell’Unical nei termini di un “cantiere aperto” di idee e di apporti che coinvolgano l’intera comunità universitaria, pur senza mancare di avvalorare le positività delle pregresse esperienze gestionali”.
Sempre dai sostenitori della prof di Costruzioni Idrauliche, viene però anche un’altra nota, questa volta a firma del “Laboratorio Nuova Unical”, che lascia “spazio di libertà all’espressione di voto di ciascuno” e non fornisce “alcuna indicazione di voto per il ballottaggio”. E nessuna indicazione di voto si registra al momento dal gruppo Unical2020, se di gruppo si può ancora parlare. Area scientifica e area sociologica, che avevano trovato in Cersosimo un minimo comun denominatore, sembrano oggi attirate da poli opposti: non ci sono ancora posizioni ufficiali, ma mentre i fisici appoggeranno sicuramente Maggiolini, la stessa certezza non si vede fra i politologi.

Sulla libertà di voto e sulle incertezze strategiche si gioca la partita di Gino Mirocle Crisci, a cui potrebbero già bastare le 413 preferenze del secondo turno per vincere il 31 luglio. Molto dipenderà dal quorum, che potrebbe abbassarsi se i docenti non residenti diserteranno le urne. E molto dipenderà dalla capacità inclusiva del direttore del Dibest, che tanti consideravano già cristallizzato nei consensi di partenza, e che invece ha dimostrato un forte potenziale d’espansione. Il prof non si culla sugli allori, i suoi sostenitori lavorano quotidianamente nella direzione del massimo ampliamento possibile e per l’affermazione di un risultato che non lasci troppo spazio all’opposizione. Parlando già da rettore, e con il pensiero rivolto al difficile compito che lo aspetta se le urne dovessero premiarlo, ringraziando gli elettori all’indomani del voto del 16 luglio, Gino Crisci aveva scritto: “Il risultato conseguito mi induce a sperare che l’Università della Calabria possa al più presto incamminarsi verso un futuro di minori divisioni e contrasti”.

Ma intanto la battaglia tra le due fazioni non si placa. Lo stesso Crisci, stamattina su Mercurio rincara la dose, facendo riferimento ai deludenti risultati in termini di ricerca scientifica ottenuti dall’Unical nella valutazione ministeriale 2004-2010 (“una vistosa e forte ragione di discontinuità” per il prof). “Ciò è dipeso – scrive - dalla mancanza di una politica della ricerca che premiasse le aree eccellenti e contemporaneamente facesse crescere le aree meno forti. Il governo della ricerca dell’ateneo è stato ridotto a semplice comunicazione e diffusione delle disposizioni ministeriali. Se l’Università della Calabria occupa solo il venticinquesimo posto su trentadue grandi Atenei – conclude - ciò è dovuto anche a precise responsabilità di chi è stato delegato alla ricerca e coordinatore dei dipartimenti prima dell’entrata in vigore della 240”. 
Il riferimento è proprio al suo avversario, che giorni prima, sullo stesso tema, aveva preventivamente risposto: “Come presidente del Cocop ho partecipato alla gestione dell’ateneo degli ultimi anni, ma non ho avuto responsabilità dirette nell’attribuzione di risorse umane e finanziarie. Alcune scelte sono state da me condivise, altre contrastate. Ho maturato una notevole esperienza al servizio dell’ateneo, ricavandone una profonda conoscenza dei principali problemi (ribaditi dai dati dell’Anvur) che nel prossimo futuro dovranno essere inevitabilmente affrontati e risolti. La mia storia consente di avere ben chiaro ciò che deve essere profondamente cambiato nell’Unical insieme a tutti coloro che in questi mesi di campagna elettorale hanno manifestato con grande entusiasmo la volontà di un forte rinnovamento”.
Insomma, la pace può attendere. Ma una cosa è chiara a tutti: la scelta non è più fra continuità e discontinuità, né fra rinnovamento e conservazione. La scelta è fra votare o andare in vacanza.
Daniela Ielasi

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