giovedì 5 ottobre 2017

Unical, Centro Editoriale chiuso perché “inagibile”

L'odissea del Centro Editoriale dell'Università della Calabria non conosce fine. Torniamo spesso ad occuparcene come giornale perché la nostra redazione si trova a pochi metri dal Centro, ci passiamo ogni mattina e quella porta chiusa, seppure non sia una novità, non smette di interrogarci. Da quest'anno dietro quella porta si cela una nuova storia, a dir poco vergognosa, che vogliamo raccontarvi. Lo facciamo soprattutto a beneficio di quegli studenti che, mandati da ignari docenti ad acquistare un libro e trovando la nostra porta sempre aperta, vengono a chiedere informazioni a noi.

Ci siamo informati. “E' chiuso perché inagibile - il professore Nino Russo è presidente del Centro Editoriale da tempo immemore – inagibile da quando è subentrato il nuovo responsabile”. Il soffitto dei locali ha avuto problemi di infiltrazione con le piogge dello scorso inverno, come tutto il Polifunzionale, ma non per questo i laboratori, la biblioteca di Farmacia, gli uffici, le aule, le associazioni, sono chiusi. Chiusi peraltro senza preoccuparsi minimamente di informare gli studenti, magari con un banalissimo avviso sulla porta o sul sito. Il professore Russo sembra cascare dalle nuvole, “il rettore ha fatto queste nomine e non mi ha neppure informato” confessa. E quando tentiamo di approfondire, chiedendo che senso abbia continuare a fare il presidente di facciata, la telefonata si interrompe distrattamente.
Un passo indietro. Il nuovo responsabile del Centro Editoriale è Francesco Kostner, ex capo ufficio stampa dell'ateneo. Anche della sua figura, fortemente voluta dall'ex rettore Giovanni Latorre, ci siamo occupati in passato: nel 2008 Kostner vinse un concorso per il reclutamento di un'unità EP per gestire le relazioni esterne e la comunicazione dell'ateneo, concorso peraltro contestato all'epoca dal Sindacato dei Giornalisti. Quella selezione appariva perfettamente ritagliata, per requisiti richiesti, su colui che poi ne fu il vincitore. Questo non ci impedisce di considerare anomalo, per quanto legittimo, il suo recente sollevamento dall'incarico da parte dell'attuale rettore Gino Crisci. 
La vicenda si è consumata quest'estate, nell'indifferenza quasi generale, ma la decisione era nell'aria da alcuni mesi. Rispondendo ad una nota critica dell'Ordine dei Giornalisti – poi in parte ritrattata – il rettore ha sostenuto che all'Unical “non esiste un ufficio stampa”, nonostante Kostner ed il suo stretto collaboratore Francesco Montemurro – pure lui “fortemente voluto” – svolgessero ogni giorno funzioni d'ufficio stampa, con tanto di pagina web dedicata sul portale d'ateneo. Kostner supervisionava il portale, curava la rassegna stampa, ora sospesa, coordinava la WebTV, era responsabile di Ponteradio, ora chiusa, redigeva i comunicati e teneva i rapporti con la stampa, compito ora passato alla portavoce del rettore Rosita Gangi. All'epoca di Latorre, nessun dipendente poteva parlare con la stampa: ogni sospiro doveva passare per Kostner. E' evidente che i tempi sono cambiati e che oggi si consuma un conflitto, di cui al solito pagano le spese gli studenti. “Ci hanno mandato al confino”, ironizza Montemurro, rivelando il sentimento bellico che anima le parti.
Sette dipendenti senza ufficio. Non potendo lavorare nei locali del Centro perché “inagibili”, i due giornalisti hanno avuto momentaneamente una stanza presso l'ex Rettorato. Ma il Centro editoriale annovera ben sette dipendenti al suo interno: gli altri cinque che fine hanno fatto? Di alcuni non sappiamo veramente nulla, sappiamo che Pierpaolo Muoio è in malattia ed in causa con l'ateneo da oltre un anno; Damiano Covelli nei giorni scorsi è stato avvistato a Cosenza, mentre degusta un caffé seduto ad un tavolino nel bel mezzo di via Roma, in protesta con il sindaco Occhiuto e la sua decisione di creare un'isola pedonale fra due scuole (?!); Giovanni Vena al momento è l'unico che continua a timbrare al Polifunzionale.
Proposta. La vogliamo dare una sede a questi sette dipendenti dispersi, stipendiati ogni mese, che hanno il diritto oltre che il dovere di lavorare? E siccome nessuno sa quando i locali al Polifunzionale saranno dinuovo “agibili” - poiché operai al lavoro ad oggi non se ne vedono - perchè non si pensa di accorpare archivi e dipendenti del Centro Editoriale alla Biblioteca, dove si svolge un vero servizio alla comunità accademica e dove si lamentano spesso carenze di personale? Sarebbe anche un modo per riportare al “centro” questi lavoratori e la funzione stessa del Centro editoriale. La misura del “confino”, d'altronde, oltre che costituzionalmente illegittima, appare controproducente per gli impiegati pubblici, perché – salvo rare eccezioni - favorisce gli imboscati.


Daniela Ielasi

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