giovedì 3 giugno 2010

Studenti in movimento contro il ddl Gelmini. Il 9 giugno assemblea generale in aula magna



Le proteste contro il DDL Gelmini continuano, o ormai tutto è teso verso la manifestazione generale del 9 giugno. Mercoledì prossimo infatti alle 10:30 si terrà nell’Aula Magna l’assemblea di Ateneo, dove confluiranno tutte le proposte uscite dalle varie assemblee di facoltà tenute nella scorsa settimana e delle altre iniziative. La scorsa settimana infatti ogni facoltà ha tenuto una propria assemblea, luogo di discussione e confronto per eccellenza, dove gli studenti presenti sono intervenuti per portare le loro osservazioni e le loro proposte, e dove sono state presentate le modifiche che il Decreto Gelmini porterà al sistema universitario. Il DDL infatti è l’apice di un processo di smantellamento dell’università pubblica partito già nel ’99. “Quello che si sta cercando di fare – ha spiegato uno degli studenti – è portare al fallimento il bene pubblico, per poi svenderlo ad una cordata di imprenditori coraggiosi , come è successo in altri casi”. Durante la presentazione viene poi evidenziato come, oltre agli obiettivi ufficiali del decreto ci sarebbero tentativi di attuazione di quello che è chiamato il “piano occulto”: portare verso una aziendalizzazione del sistema universitario, che finirebbe così in mano a lobbies e ad aziende interessate ad implementare solo la parte del sapere utile al proprio tornaconto.
Ha dato il via la facoltà di Economia, riunita lo scorso 25 maggio nel cubo 0D. Si è partiti con la spiegazione ai presenti delle probabili conseguenze del Decreto. Interessante l’intervento di una ricercatrice, la cui classe risentirà pesantemente degli ultimi tagli. “La proposta di sospendere subito la didattica - dice - è stata accantonata. Ciò non toglie che se il decreto dovesse passare le possibilità di un blocco per il prossimo anno sono reali”. Il lavoro dei ricercatori è infatti divenuto centrale, visto che è divenuta prassi il fatto che facciano, anche se non tenuti, didattica frontale permettendo così l’attivazione di molti corsi. A risentire poi dei tagli è il sistema delle borse di studio, con il meccanismo degli idonei non vincitori, la cui percentuale l’Università prevede di ridurre non con la crescita delle borse, ma facendo aumentare le soglie di merito per rientrare nella categoria.
Tra le proposte emerse dalla discussione con gli studenti, una è emersa con chiarezza sia in questa che nelle altre assemblee: fare informazione e ottenere più visibilità dai media. Perché solo informando gli studenti sui fatti si può sperare in un sostegno consistente. Tra le altre proposte quella di insistere contro l’aumento delle tasse universitarie, organizzare delle lezioni alternative in caso di sospensione delle attività didattiche, e separare il movimento di protesta degli studenti da quello dei ricercatori.


Nella mattinata del 26 maggio al Polifunzionale è stato il turno delle facoltà di Scienze Politiche e Farmacia. Dopo la presentazione del decreto, con attenzione ai problemi legati all’istituzione e poi all’abbandono dell’ordinamento del 3 + 2, molti degli interventi sono stati centrati sul problema dell’aumento delle tasse, sia della seconda rata di quest’anno, sia del probabile aumento della prima rata dell’anno prossimo. Pochi i ricercatori presenti, tanto che si è riaccesa la proposta della scissione della loro protesta da quella degli studenti anche perché, a detta di alcuni, “quando vogliono protestare chiedono il supporto degli studenti e lo ottengono, ma quando sono gli studenti a manifestare in genere non si vedono”. Il riferimento è all’ultima manifestazione contro l’aumento della seconda rata, ma l’idea non trova d’accordo coloro che sostengono la necessità di un movimento unitario. Oltre a ciò l’assemblea si è dichiarata contraria all’aumento delle tasse e al DDL Gelmini, e altre proposte hanno riguardato la necessità di chiedere al prossimo CdA di non procedere ad alcun aumento delle tasse per il prossimo anno accademico, e in caso di blocco la creazione di workshop, gruppi di lavoro di protesta.


Molto partecipata l’assemblea delle facoltà di Lettere e SMFN, tenuta in Filol8 giovedì 27. Questa volta forte la presenza dei ricercatori della facoltà, che hanno dichiarato di aver preparato nello scorso consiglio di facoltà dei “moduli di indisponibilità” per quelli di loro che intendono, in caso di approvazione del decreto, non svolgere alcuna attività non retribuita oltre a quelle previste tra le loro mansioni. I ricercatori presenti hanno rimarcato di essere una delle categorie più bersagliate dai tagli, nonostante gli alti costi di indennità di rettore, presidi, e persino lauti gettoni di presenza ai membri del CdA. Oltre a questo esprimono piena solidarietà con le ultime proteste degli studenti. Molti gli interventi riguardo in primo luogo le tasse, ma anche la privatizzazione del sapere, fuga dei cervelli (che essendo un fenomeno lamentato da molti altri grandi paesi europei fa chiedere a molti dove questi cervelli stiano andando), necessità di non abbandonare la protesta, e tra le proteste è emersa anche qui la necessità di dare maggiore visibilità al movimento e preparare bene l’assemblea generale in aula magna.
A chiudere il giro delle assemblee di facoltà è, nel pomeriggio dello stesso giorno, quella della facoltà di Ingegneria. Diversi gli interventi di chiarimento sul DDL, con riferimenti particolari alla situazione della nostra Università. È ricomparso il tema dell’assenza dei ricercatori, ma soprattutto quello delle tasse, problema certamente più vicino agli studenti. Una delle proposte avanzate da uno di essi è stata infatti quella, in caso di nuovi aumenti di tasse o di diminuzione delle borse di studio, di rifiutarsi di pagarle in massa, iniziativa che ovviamente presenta qualche difficoltà pratica. Le altre proposte sono state centrate soprattutto sulla necessità di informare. Uno studente del primo anno ha osservato infatti come sia scarsissima soprattutto tra le matricole la percezione del problema cui si potrebbe rimediare ad esempio creando gruppi di lavoro itineranti che, nelle pause tra le lezioni, informino gli studenti che seguono i corsi sulle iniziative in atto e su ciò che le causa.
Occhi puntati dunque all’assemblea generale del 9 giugno, in preparazione della quale le proteste non cesseranno, ma anzi si cercherà di sensibilizzare il più possibile gli studenti che girano per il campus con varie iniziative in preparazione di volta in volta, come la manifestazione sul ponte di questo martedì. Intanto il tempo stringe, visto che mancano pochi giorni alla presa in esame del disegno di legge in Parlamento, e l’Università deve ancora far sentire chiara la propria voce.

Lorenzo Coscarella

1 commento:

  1. la mia sensazione è che invece molti studenti in realtà sono informati ma semplicemente non gliene frega nulla, finché i genitori pagheranno spese e tasse non è un loro problema. chi ha un genitore statale però si accorgerà nel giro di uno/due anni (a tasse aumentate) di non poter neanche iscriversi all'università. qualcuno allora masticherà un triste "ve l'avevamo detto..."

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