giovedì 2 aprile 2009

Crisi finanziaria, cause e possibili soluzioni



Si respira un’aria diversa nell’aula Zenith del cubo 15b, sarà per la massiccia presenza di studenti, sarà per la grande voglia di conoscere e approfondire un argomento che ci tocca e ci toccherà da vicino per molti anni. L’occasione è di quelle buone - anche se l’audio non è perfetto - per far chiarezza sulle cause che hanno originato la recessione e su quali nuove proposte avanzare per cercare di pagare la crisi il meno possibile.
A parlare sono stati il prof. Giordano Sivini e la prof. Rosa Adamo, le cui relazioni introduttive hanno provato a rilanciare la diffusione di conoscenze sull’argomento e analisi critica. E’ proprio questo il primo obiettivo che ha spinto il comitato degli studenti di Economia a organizzare il seminario tenutosi il 31 marzo scorso davanti a un centinaio di studenti e non solo.
Sivini ha spiegato il meccanismo che ha generato la crisi negli Stati Uniti, quella legata ai mutui subprime.
Partiamo dal presupposto che negli USA tutti i consumatori sono sottoposti ad una valutazione. Per far capire in poche parole (senza entrare nei tecnicismi dell’economia), di cosa stiamo parlando, diciamo che subprime si considerano i soggetti a rischio, ossia quelli a più alta probabilità di insolvenza e quindi con tassi di interesse più elevati sui mutui. Questo viene fuori molto chiaramente dalle cifre dei casi di insolvenza che dal 1993 al 2002 erano pari a un milione, dal 2005 al 2006 sono triplicati. Tutto ciò è stato possibile grazie al processo di cartolarizzazione, che prevede l’acquisto dei mutui da parte di un’ istituzione finanziaria per trasformarli in titoli, gli investitori (logicamente) hanno margini di guadagno maggiori con titoli insicuri. Maggiori tassi d’interesse, maggiore guadagno, almeno fino al 2006, quando i casi di insolvenza erano ormai già troppi. Le regole sono venute a mancare, così come le istituzioni preposte alla vigilanza, ma la cosa più strana è che la crisi, volendola datare, ce la portiamo dietro dagli anni 70’, da Reagan a Bush esiste un unico filo conduttore.
L’altra causa analizzata fa riferimento al sistema del crollo dei cosiddetti “cuscinetti”, cioè la capacità di recuperare il credito da parte delle banche vendendo il bene ipotecato. Il quadro della prof. Adamo è anch’esso poco incoraggiante e la strada per uscirne fuori può essere individuata nel microcredito, nei fondi etici e nella creazione di sistemi di vigilanza forti.
Da segnalare anche l’intervento del prof. Mazzetti (storia del pensiero economico) che ha risposto ad alcune domande poste dagli studenti. Il dibattito si è scaldato un po’ quando è arrivata la singolare proposta di alcuni ragazzi che vedono come via d’uscita dalla crisi la donazione di danaro, sganciato dalla prestazione di lavoro. Danaro gratis fino a quando non sarà permesso a tutti di godere di un buon lavoro e di un buon status sociale.

Paolo Mercurio

Nessun commento:

Posta un commento