
Lo spot del Festival realizzato per Rockit è un richiamo al
retro, sembra di guardare una pubblicità algida anni ’90: sulla lunga distesa
della spiaggia lametina regna il tedio, un uomo legge il topolino, un altro
pesca e una ragazza seccata si stende al sole.
A spezzar la noia è proprio un vecchio walkman, il nastro di una musicassetta
dalle cui cuffie si sente il tormentone estivo di Calcutta, Oroscopo, ed è
subito un’altra musica. Nulla di meglio per descrivere la nostra realtà, è da
lì che nasce la voglia di far qualcosa per spezzare la monotonia delle caldi
estati calabresi, d’altronde posti alla Woodstock in questa terra sicuro non ne
mancano (la location è una delle novità del Color 4).
Ed ecco che alcuni nostalgici,
tra questi il direttore artistico e organizzativo Mirko Perri, irrompono
nell’apatia mettendo su un festival. Audace organizzare un evento indipendente
di tale portata, le difficoltà in Italia, specie in Calabria, non sono poche,
più di tutte la burocrazia: “Molto spesso si ha a che fare con degli uffici che
non conoscono neanche l’argomentazione in materia di pubblico spettacolo – ci
racconta Mirko Perri, che troviamo indaffarato tra banche e ultime pratiche da
sbrigare, ma non per questo si nega a chiacchierare al telefono con noi – la
Calabria non è abituata a questo tipo di eventi probabilmente, e quindi molto spesso,
tra la burocrazia italiana che è lunga, pesante e interminabile, ti ritrovi sballottato
da un ufficio all’altro e questa cosa ti manda nello sconforto più totale, soltanto quando vedi tanta gente al tuo festival allora ti rincuori”.
Insieme al Color cresce anche lo staff, “circa cinquanta persone, da Mario
Vitale a Pasquale De Sensi a Giusy Cervadoro,
anche perché anno dopo anno il Festival s’ingrandisce e necessita quindi di professionalità
maggiore - continua Perri- forse faccio
qualcosa in più rispetto a loro solo perché essendo il presidente dell’associazione
che lo cura (“Che cosa sono le nuvole”, ndr)
devo firmare sempre e comunque io gli atti, per cui la mia presenza è sempre necessaria.
Soltanto questo".

Un festival di
respiro nazionale che domani, oltre agli Afterhours, vedrà sul palco del Color
il gruppo indie-rock milanese L’officina
della Camomilla. Non possono mancare gli artisti calabresi come la band
cosentina Parkwave e la music
selection di Fabio Nirta che
chiuderà questa prima giornata. «Ogni
anno Color Fest si assume il compito di fare vetrina ad un pubblico più ampio
di quelli che sono i migliori progetti musicali usciti negli ultimi anni in
Calabria - continua il direttore - da Scarda
a Carmine Torchia, da Yosonu a Captain Quentin al reading degli Autori appesi. I calabresi sono e saranno come sempre forti e
presenti , c’è un coinvolgimento di quasi tutte le provincie».
Quasi tutto esaurito per l’evento musicale dell’estate
calabrese: i B&B adiacenti all’area dell’evento sono tutti occupati, l’area
camping ha raccolto più di 200 prenotazioni,
«ogni anno riusciamo a vendere circa 500 biglietti a persone che non
vengono dalla Calabria - conclude Perri - è anche forse un motore per creare
quel famoso turismo che tanto ci propagandano ma che poi difficilmente viene
fuori nella nostra Regione e forse, con eventi di questo tipo, riusciamo un
minimo a muovere qualche passo verso questo abbinamento interessante che può
essere cultura e turismo».
Valeria Bonacci
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