martedì 25 maggio 2010

Emozioni in versi, concluso il ciclo di seminari del Sileno


Si è concluso all'Unical il ciclo di cinque seminari iniziati ad Ottobre ed organizzato dall'Associazione Culturale “Il Sileno”, intitolato “... E continuano a chiamarla solo poesia”. L'ultimo incontro è stato intitolato “Se...Lentamente muore...Itaca”. La quinta delle sette arti è diventata, durante il ciclo di seminari, pretesto ermeneutico per momenti di confronto e coinvolgimento emotivo, durante i quali sono emersi pensieri e impressioni, e si sono materializzati versi noti o personali.
“Lo scopo dei seminari”, ci ha detto Luca Rota, uno degli organizzatori e coordinatore degli incontri, “è stato e sarà quello di ricreare la sensibilità poetica che è insita in ognuno di noi, anche se a volte, anzi molto spesso, ce ne dimentichiamo”.
“Se...Lentamente muore...Itaca” ha tra l'altro rappresentato l'occasione per sottolineare il valore unificante della parola, quel “dare la parola attraverso la poesia, per poter trasmettere calore” come ha detto Gaetano Santandrea, che ha suggestionato l'uditorio con pensieri, metafore, semplici racconti, in grado però di spingere alla riflessione e, spesso, emozionare.
E se a volte può sembrare, a torto, obsoleto o noioso avvicinarsi a questa forma d'arte, l'evento ha avuto il merito di ritagliare uno spazio in cui si potesse godere dei propri pensieri e di quelli altrui, tra l'altro in un luogo appositamente ricreato: per i primi incontri si è scelto di arricchire l'ambiente con stampe di quadri, versi e parole appesi alle pareti, per spogliare l'aula dall'istituzionalità delle normali ore di lezione.
E' stato quindi questo lo spazio-tempo per respirare una boccata d'aria fresca da una società ormai troppo materialista e assorbita da determinati circuiti e clichè che avvelenano la vera natura dell'individuo, imponendone una diversa, omologata. La poesia che diventa sinonimo di Libertà, in quanto ci permette di fermarci un attimo a capire chi siamo e cosa vogliamo davvero, cosa ci piacerebbe in realtà fare, anziché accontentarci sempre e solo di quello che la società ha confezionato per noi.
Questi giovani poeti e appassionati di poesia si sono idealmente contrapposti, come è emerso da numerose riflessioni, ad un certo malcostume, all'ipocrisia ormai radicata nell'atteggiamento comune, spesso sfiorando le corde dell'anima con i loro versi o con quelli di grandi poeti come Eliot, Bukowski, Ikmet o Montale, e ancora Kipling, Neruda e Kavafis, omaggiati in chiusura con le letture delle tre poesie che, unendosi, hanno dato titolo all'incontro stesso.
Anche la musica, che del resto è per certi versi (è proprio il caso di dirlo) affine, ha trovato spazio, come suggestivo sottofondo o grazie alla lettura di testi come quelli di De Andrè o di Elisa, o con i versi di Jim Morrison.
Perchè la poesia resta, nonostante tutto, per chi la sa apprezzare, un ottimo veicolo di emozioni e stati d'animo, che vengono evocati in maniera suggestiva proprio per la sua natura, fatta di “materia” intima e profonda.

Zaira Bartucca

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