domenica 29 novembre 2009

"Cambiare per sopravvivere", l'amara lezione del Career Day



“Quella che sopravvive non è la specie più forte ma quella più pronta al cambiamento”. Questo il filo conduttore dell'incontro tenutosi il 18 Novembre all'università della Calabria. Non stiamo parlando di un corso di sopravvivenza ma quasi. Si tratta della possibilità, per i quattrocento laureati e laureandi che hanno presentato le proprie credenziali attraverso curriculum, di trovare un posto di lavoro stabile, quell'”a tempo indeterminato” che tanto si cerca e che è sempre più difficile trovare in Italia. Questa sembra una buona occasione date le aziende accorse al richiamo dell'Unical. Aziende prevalentemente calabresi (salvo alcune eccezioni): Confindustria Cosenza, Il Quotidiano della Calabria, Delvit Chimica, Istituto Helvetico Sanders (sede a Perugia con progetto di aprire due centri in Calabria, rispettivamente a Reggio Calabria e Cosenza), Everis Italia (presente in Europa e Sud America), E.D.P. Electronics Devices Power, Visiant, Consorzio Sociale Goel, Banca Mediolanum.
L'opportunità di ascoltare le parole di rappresentanti così importanti ha fatto gola a tanti sicuramente, ma con un po' di pubblicità in più forse anche i meno informati sarebbero accorsi all’evento.
Evolversi, cambiare, ma in che senso? Non si corre forse il rischio che questo dover cambiare, questo dover evolversi troppo rapidamente, invalidi tutte le conoscenze acquisite in precedenza?
Abbiamo provato a chiederlo a Francesco, 20 anni, uno degli studenti dell'Unical interessati ma non informati dell'evento. “Sono uno studente al terzo anno di ingegneria. Già nell'ambito che mi compete noto un certo dislivello tra gli strumenti utilizzati e insegnati nella nostra università e quelli che invece si andranno ad utilizzare in un mio ipotetico lavoro futuro da ingegnere. Saper adattarsi è importante, ma una cosa è parlare di adattamento, altra cosa è il cambiamento sostanziale a cui si assiste giorno dopo giorno. Questo rischia di rendere inutili gli sforzi di noi studenti che vediamo invecchiare il nostro capitale cognitivo. Il foglio di laurea così finisce solo per attestare che abbiamo delle conoscenze troppo arretrate e inutili per entrare nel mondo del lavoro”.
Il giorno della carriera tenutosi in Aula Magna appare quindi come un'occasione per confrontarsi col mercato del lavoro, ma diventa per molti anche un invito a pensare a questo cambiamento continuo. Solo in alcuni casi poi, nei colloqui seguiti alla presentazione dei nove rappresentanti delle aziende, si è mostrato un interesse reale dell'offerta. Una di queste è stata ovviamente Confindustria di Cosenza, che, in quanto associazione degli industriali, rappresenta diverse industrie della provincia, perciò non a caso è stata la destinataria di più curriculum da parte dei laureati.
Altro spunto di riflessione l'hanno offerto le parole del Dott. Esposito di Everis Italia. “Cerchiamo studenti con metodo, persone con talento, gente che non conclude un progetto per poi lasciarselo alle spalle, ma che lo amalgama alla propria formazione, lo inserisce nel proprio capitale cognitivo. Mi riferisco anche agli esami da voi sostenuti, che non dovrebbero essere fini a se stessi come spesso accade”.
Lo studente italiano, difatti, oggi considera l'attività universitaria come un'azione con uno scopo diverso da quello di formarsi professionalmente. E’ già con un piede nel mondo del lavoro e, considerandolo come fine da raggiungere per mantenere i bisogni primari, studia per ottenere qualcosa che forse potrà consentirglielo, ovvero la laurea. Per fare ciò non bada alla creazione di un bagaglio di sapere da accrescere sempre più nella speranza di realizzarsi nell'ambito lavorativo a lui gradito. Gli esami diventano perciò solo ostacoli da superare per raggiungere un obiettivo superiore, ovvero un foglio di carta con su scritto “dottore in...”.
Il Career day è stata dunque un'occasione per riflettere, per misurare le aspettative dei giovani ragazzi dell'Unical, per cercare, forse inutilmente ma questo sarà il tempo a dirlo, di inserirsi in ambiti lavorativi. Ma questa giornata è servita soprattutto per far capire ai giovani laureati d'oggi che, qualunque sia la strada che andranno a percorrere, la cosa più importante è “essere flessibili con idee verso l'innovazione”.

Antonino Policari

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