mercoledì 19 novembre 2008

La grande mareggiata


E’ stato un fine settimana denso di emozioni per migliaia di studenti italiani quello appena trascorso. In duecentomila hanno sfilato per le strade di Roma al grido di “Noi la crisi non la paghiamo”, per essere un corteo autorganizzato, senza bandiere, né partiti, né sindacati, è stato un evento straordinario, tanto da oscurare completamente la piazza di Cgil e Uil.
Da ogni ateneo d’Italia, da Palermo a Bolzano, studenti universitari e medi hanno invaso le strade e il centro della capitale. Il lungo serpentone è partito dalla Sapienza occupata, obiettivo Montecitorio.
Le prime file hanno in mano testi di poesia, di prosa, saggi, ognuno porta un libro differente, simboli della cultura, dello studio, del sapere umano. Lo striscione d’apertura “Questa è l’onda che non si cavalca” è retto dalle studentesse dell’Onda, come si è autodefinito questo movimento, con in mano drappi celesti fluttuanti.
“Noi siamo i giovani, l’esercito del surf” è la colonna sonora del corteo, un motivetto di Rita Pavone, riportato in auge dal Piotta. C’è anche lo spezzone dei precari della ricerca, molti sfilano in camice. Pochi gli over 40.
A guidare il corteo sono i cordoni serratissimi degli studenti che accompagneranno tutto il percorso, a tratti con eccessiva rigidità. Perché la manifestazione deve essere pacifica fino alla fine, e bisogna evitare di cedere a provocazioni - come l’ultima volta a piazza Navona, con il Blocco studentesco, ndr. E così sarà, pacifica come l’oceano, festosa ma determinata, negli slogan e negli obiettivi.
“Assediamo i palazzi del potere” è il grido di battaglia quando il corteo arriva nei pressi di Montecitorio. L’assedio viene preparato per gruppi, che raggiungono la Camera dei Deputati dai vicoli, il corteo entra nel cuore di Roma, passa davanti al Pantheon, fra i romani e i turisti seduti ai tavolini o impegnati negli acquisti, rompe la quotidianità. “Se ci bloccano il futuro bloccheremo la città”, cantano i ragazzi e la città si bloccherà davvero fino a pomeriggio inoltrato.
Ma il corteo è stato solo l’inizio. Sabato e domenica le aule e i cortili della Sapienza hanno ospitato l’assemblea del movimento studentesco, duemila i ragazzi rimasti a riflettere sui contenuti e le forme che l’Onda dovrà assumere in avanti, fino al prossimo grande appuntamento nazionale, lo sciopero generale del 12 dicembre.

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