domenica 22 febbraio 2015

Il Sangue, intenso "concerto per il mostro" di Pippo Delbono e Petra Magoni





Il teatro è un rituale antico, il rebus irriducibile di una realtà sfuggente e scivolosa, sequenza di frammenti epifanici volti a scuotere i nervi ed il cuore di un manipolo di spettatori affranti. E la semantica povera dei titoli di Pippo Delbono è come un lunghissimo geroglifico destinato a essere decodificato da improbabili archeologi di un futuro non troppo anteriore. Urlo, Guerra, Il Silenzio, La Paura, La Rabbia, Barboni, Esodo, Il Muro.
Il Sangue: solita mise classica trasandata, camicia bianca e bretelle sottili, Delbono entra con passo calmo e deciso mentre ancora sta sfumando la luce di sala, si accomoda nella postazione centrale, una sedia e un microfono ad asta sistemati su di un piccolo tappeto persiano; alla sua sinistra Petra Magoni - caschetto nero, lapstick carminio e giacca in tartan dai pesanti alamari dorati - prende posto su una delle due sedie disponibili e afferra il microfono che non lascerà fino al termine della serata, è un’estensione del suo corpo nervoso e scattante, pur nella presunta immobilità della posizione seduta, senza che per questo il suo diaframma sembri minimamente risentirne; Ilaria Fantìn defilata a destra, è circondata dai suoi antichi strumenti a corde, liuto, opharion, oud, chitarra … elettrica, avvolti in un drappo rosso sangue, unica isolata infrazione cromatica.

giovedì 19 febbraio 2015

Omaggio a Pasolini. Al TAU la "Rabbia" di Pippo Delbono vent'anni dopo

Il tecnico in divisa cosparge di segatura la scena ne segna un cerchio con i piedi e una “X” al centro,  le luci in platea rimangono accese, la regia è posizionata su un lato del palcoscenico. Nell’immediato l’impatto è metateatrale  all’inizio di “Rabbia”, lo spettacolo ventennale di Pippo Delbono dedicato a Pierpaolo Pasolini, in scena al Teatro Auditorium dell'Unical lo scorso 16 febbraio. Il cinema poetico pasoliniano  e il teatro cinematografico di Delbono si contaminano per fondersi in una costruzione  sequenziale di poesia, musica e danza dai rimandi onirici come lo stesso regista spiega citando una frase del film di Pasolini  “Il fiore delle mille e una notte”: "La verità non sta in un sogno, ma in molti sogni".  

venerdì 6 febbraio 2015

E' morto Jacques Guenot, matematico svizzero tra i fondatori dell'Unical

E’ scomparso ieri, all’età di 73 anni, il prof. Jacques Guenot. Ordinario di Geometria e a lungo preside della Facoltà di Ingegneria, in pensione dal 2013, è stato tra i fondatori dell’ateneo. Nato a Losanna, in Svizzera, nel 1942, Guenot si stabilì ad Arcavacata quando l'università muoveva i suoi primi passi. Oltreché per i suoi studi, la considerazione e il prestigio di cui godeva nella comunità scientifica internazionale, si è sempre distinto per il suo operato sobrio e discreto ma, non di meno, per le qualità umane e la generosa disponibilità verso i colleghi e gli studenti, per i quali ha rappresentato un esempio di serietà, dedizione e un sicuro punto di riferimento. Ma il suo nome resta inevitabilmente legato alla laurea honoris causa conferita nel 1991 a Silvio Berlusconi. 
La salma sarà esposta oggi dalle 11,30 alle 16,30 nella sala dello University Club, per poi essere trasferita nella Chiesa di San Paolo Apostolo, dove alle 17 saranno celebrati i funerali.

giovedì 5 febbraio 2015

La guerra dei bus. Sequestrati i mezzi dell'Amaco

Altro che dialogo costruttivo. La guerra del trasporto pubblico da e per l’Università della Calabria fra Consorzio Autolinee ed Amaco è più viva che mai. Nelle ultime ora la vicenda ha preso una piega paradossale: ieri sera la polizia municipale di Rende ha fermato tre mezzi dell’Amaco, ha controllato i documenti ad autisti e passeggeri e ha fatto scendere tutti alle pensiline dell’Unical. Motivo? Ai bus rossi manca l’allegato A, che stabilisce chilometri e rotte da seguire. Quindi mezzi sequestrati, ritiro del libretto di circolazione e 450 euro di multa.  

domenica 1 febbraio 2015

"Lingua Imperii" di Anagoor ovvero l'insostenibile leggerezza del segno


Venerdì 30 gennaio, al MORE del Teatro Morelli di Cosenza, andava in scena Lingua Imperii di Anagoor, giovane gruppo di performer della Factory di Centrale Fies. Centro di creazione e produzione delle arti contemporanee che si trova nella vecchia centrale elettrica (ancora funzionante) di Dro (Regione Autonoma del Trentino Alto-Adige / Südtirol), e propaggine attuale della storica esperienza del festival Drodesera, che tanta importanza ebbe per lo sviluppo della ricerca performativa nell’intera penisola, tra gli anni ’90 e gli anni ’00.