Chi
si aspettava un confronto vero sui problemi degli studenti fra i cinque candidati
a rettore, è rimasto un po’ deluso. L’incontro organizzato a tre giorni dal
voto dai ragazzi dell’associazione Rdu nella loro sede sul Ponte, somigliava piuttosto
a un talk televisivo, con tanto di presentatrice e diretta streaming, davanti a
un pubblico ristretto e composto tutto dai membri della stessa associazione e
della Giovane Italia, sezione giovanile del PdL, a cui l’associazione
politicamente si richiama.
L’incontro
arriva dopo che i rappresentanti degli studenti in Senato e CdA, a nome del
Consiglio degli Studenti di cui detengono la maggioranza, hanno già
pubblicamente espresso, suscitando la reazione contrariata di alcuni docenti,
la propria preferenza di voto per Gino Crisci. Non manca di farlo notare Mimmo
Cersosimo: “Avrei preferito che la scelta, del tutto legittima, fosse arrivata
dopo un incontro come questo e non prima”. Una scelta alla luce del sole,
secondo i rappresentanti, una trappola, secondo altri, perché il rettore è
spesso una controparte per chi rappresenta i bisogni degli studenti. Ma ormai è
tardi, la scelta è fatta, la stessa Rdu fa parte della lista Rinnovamento è
Futuro, che sostiene apertamente Crisci.
Il
dibattito appare per questo un po’ falsato, ma ci pensano i candidati a ravvivarlo.
Il
professore Girolamo Giordano denuncia subito il problema di una scheda
elettorale concepita “in modo da favorire il voto di scambio, perché è
possibile segnare i voti e renderli riconoscibili”. L’intervento spiazza un po’
i presenti e i candidati stessi si impegnano a recarsi in blocco in
amministrazione per chiedere spiegazioni. Così faranno e in serata la cosa
sarà risolta dagli uffici con una mail agli elettori.
Alla
domanda sul passato, Marcello Maggiolini e Gino Crisci si beccano sulle
reciproche responsabilità. “Crisci parla di discontinuità da due anni a questa
parte – incalza Maggiolini - da quando cioè pretendeva di essere il candidato
naturale al rettorato, perché ha sempre funzionato così da noi, i presidi
diventano rettori. Ma con la legge Gelmini – continua – qualcosa è cambiato, è
finita l’anomalia dei presidi e delle facoltà, quindi c’è bisogno di una
generazione nuova alla guida dell’ateneo. Crisci dovrebbe anche raccontarci come è andato d’accordo con Latorre nei 14 anni precedenti”.
“Io
non rinnego i primi due mandati del rettorato Latorre – risponde Crisci – ma
non condivido come è stata gestita la fase di cambiamento dell’università
conseguente alla legge Gelmini. Non ho condiviso lo Statuto e non l’ho votato,
Maggiolini invece l’ha votato. E quando noi presidi abbiamo proposto
l’ineleggibilità in Senato e CdA per chi aveva avuto già incarichi nei due
organi, Maggiolini ha votato contro, e infatti adesso è in CdA, mentre i vecchi
presidi non sono più in Senato”.
In
realtà tutti hanno votato lo Statuto, nella sua prima stesura, salvo poi
astenersi in seconda battuta sui rilievi apportati dal Ministero. Così come
qualcuno ha pure votato per l’esternalizzazione dei servizi residenziali,
votazione che ha registrato solo la contrarietà dei rappresentanti degli
studenti - ci ricorda un ex senatore presente - non di altri.
“Non
mi faccio trascinare in questo gioco – interviene Cersosimo – non mi sentirete
parlare male di questo o quel candidato. Mi aspettavo domande diverse dagli
studenti, voi dovreste essere interessati alla vostra formazione, al vostro
futuro, non occuparvi di queste cose. Specie le associazioni, io sono un
sostenitore dell’associazionismo, ma le associazioni devono tornare ad essere
libere aggregazioni per affinità, non gruppi finalizzati a ricevere fondi”.
Patrizia
Piro aveva incontrato gli studenti già la mattina, l’uditorio non era più
numeroso, ma i problemi erano venuti fuori. Il diritto allo studio, i
trasporti, la propedeuticità degli esami, la sicurezza: a tutto questo la
candidata aveva risposto con soluzioni possibili, ma solo a partire
dall’ascolto. “Perché non pensare che anche il rettore, come i docenti, adotti
un orario di ricevimento studenti?” E sulla questione dei fondi: “I fondi alle
associazioni vanno assegnati sulla base di progetti reali e consegnati a stati
d’avanzamento. Non escludo che tanti servizi del Campus possano essere affidati
agli studenti. Penso poi che sia utile attivare un ufficio di progettazione per
bandi europei nell’ambito dell’inclusione sociale, a cui possano partecipare
gli studenti” ripete anche nel pomeriggio all’incontro di Rdu.
Girolamo
Giordano tenta di spiegare ai ragazzi il suo progetto di “research university”
contrapposto alla “teaching university”, un’università d’eccellenza, di serie
A, che competa nel panorama nazionale per attirare finanziamenti e non si
riduca a un grande liceo, che insegna senza fare ricerca di alto
livello. Ma i tre minuti concessi sono troppo pochi.
Die
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