venerdì 14 ottobre 2016

Vivere sani e a lungo. Lo scienziato Valter Longo all'Unical

A chi non piacerebbe conoscere l’elisir della giovinezza, chi non vorrebbe vivere una lunga vita in salute? La domanda è retorica, ma c’è chi ha dedicato tutto il suo lavoro di ricerca a trovare una risposta. Valter Longo è originario di Molochio, un paesino di duemila anime nella piana di Gioia Tauro, e di mestiere fa lo scienziato. E’ uno dei più autorevoli studiosi a livello internazionale nel campo degli studi sull’invecchiamento e le malattie ad esso collegate. Partito negli States per diventare un chitarrista rock, è diventato professore ordinario all’Università della California, vive a Los Angeles e torna spesso in Italia dove intrattiene rapporti di ricerca con diversi centri e università. Fra queste, l’Università della Calabria, dove un team guidato dal professore Giuseppe Passarino, collabora con lui ad un progetto di studio sulla longevità della popolazione calabrese. 

Proprio all’Unical, in un’aula Caldora gremita, tanti studenti, ricercatori e semplici cittadini, hanno avuto la possibilità di ascoltare una lezione dell’illustre biochimico. L’occasione è stata la presentazione del suo libro “La dieta della Longevità” (edizioni Vallardi), quasi trecento pagine in cui Longo racconta trent’anni di ricerca e le sue principali scoperte, suggerendo anche una vera e propria dieta da seguire giorno per giorno. 
E allora, come si rimane giovani? C’è sicuramente una componente genetica che consente ad alcuni centenari di rimanere sani fino alla morte. “Madame Calment, la donna che detiene al momento il record di vita più lunga, è morta a 122 anni fumando per 117, fin quando non è stata più in grado di accendersi la sigaretta da sola”. Ma altre cause, in particolare l’alimentazione, sono importanti quanto i fattori genetici. Il professore Longo ha infatti dimostrato che proteine e zuccheri, in individui al di sotto dei 65 anni, accelerano l’invecchiamento: agiscono in particolare su un ormone chiamato IGF1, ormone della crescita, che è fondamentale nella fasi di sviluppo del bambino, ma nell’adulto non fa altro che aiutare l’invecchiamento e la comparsa di malattie come il cancro. C’è una popolazione che vive a Quito in Ecuador affetta dalla sindrome di Laron, una forma di nanismo: ebbene in questi soggetti, proprio per una mutazione genetica che blocca l’IGF1, il professor Longo ha osservato una quasi totale mancanza di malattia, nonostante uno stile di vita non proprio salutare. Lo stesso ormone diventa naturalmente meno “attivo” negli anziani, oltre i 65 anni. Insomma tutto porta a pensare che limitando l’assunzione di proteine animali, grassi saturi e zuccheri (anche amidi e carboidrati), fra i 20 e i 65 anni, l’invecchiamento rallenta e con esso la comparsa di malattie. 
Non solo. Un'altra scoperta cruciale riguarda la restrizione calorica: riducendo l’apporto di calorie il corpo è capace di rimanere più sano più a lungo. La pratica del digiuno, tanto diffusa in tutte le religioni, ha persino il potere di rigenerare il corpo quando si torna a mangiare, producendo cellule sane al posto delle cellule malate. Questa tecnica, denominata “mima-digiuno”, è attualmente usata in via sperimentale anche nei malati di tumore,  con risultati incredibili. “Questo perché – spiega il prof – il corpo umano ha dentro di sé tutto quanto serve a ripararsi e a rigenerarsi. La farmacologia ripara, la DMD (dieta mima-digiuno) rigenera”.
Detta così, sembra l’ennesima bufala di uno dei tanti santoni che imperversano sul web, la differenza è che in questo caso ci sono le prove scientifiche unanimemente riconosciute. Con un regime alimentare adeguato ed una costante attività fisica, è possibile ritrovare e mantenere un corpo sano fino a 110 anni. Era questa l’età di Salvatore Caruso, abitante di Molochio, morto sano mangiando pasta e vajanedi.


Daniela Ielasi

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