Gentile Redazione,
scrivo a voi perché credo siate la voce di chi non ha voce e la voce
fuori dal coro. Vorrei segnalare un fatto che secondo me ha significato di vera
e propria censura sociale, politica, intellettuale, morale. Questo sistema
fruga ormai anche nei nostri pensieri, nelle nostre riflessioni, nelle nostre
idee, o crede di poterlo fare.
Giorni fa ho scritto su “Spotted Unical Nuovo” una mia riflessione
che verteva sull'importanza, sulla necessità di una coscienza etica,
intellettuale, sia da parte dei tanti candidati alle elezioni universitarie che
da parte degli elettori. Un invito ad essere lungimiranti, attenti,
responsabili. Un invito a non scegliere il gradasso di turno che non ha mai
neanche letto uno statuto universitario. Non ho scelto certamente la loro
pagina per offendere qualcuno anonimamente ma per far si che un gran numero di
studenti leggesse il mio pensiero.
La loro risposta è stata a dir poco deplorevole. Mi è stato detto
dal loro staff, con fare beffardo, di non affannarmi troppo perché il messaggio
non sarebbe stato pubblicato, al contrario di seguire tutte le altre “pecore”.
Dietro quei messaggi, dietro quel logo, una persona mi aveva appena censurato,
un insulto alla libertà di espressione, alla democrazia. Quanta tristezza dietro
questa risposta. I messaggi vengono dunque filtrati? secondo quale criterio?
Quelli più scomodi vengono cestinati? La denuncia sociale non è un tema
abbastanza serio? Sono queste le regole della comunicazione? I messaggi, se
costruttivi, non dovrebbero essere divulgati in modo del tutto imparziale? la
cosa più triste tra questi interrogativi è pensare però che in migliaia
ricorrano alla pagina, e non solo per rintracciare la ragazza vista al
supermercato ma, a volte, anche per raccontare veri drammi personali. Sappiate
ragazzi che i vostri sfoghi probabilmente alimentano gli ascolti, gli
interessi.
Spero possiate fare qualcosa per denunciare l’accaduto, tramite un
articolo che arrivi comunque alle “pecore”, così siamo stati chiamati da
Spotted Unical. Intanto ringrazio Fatti al Cubo, Filorosso e D.a.m., che
combattono l'ignoranza, dando voce a chi apparentemente ha perso ma perso non
ha, perché la libertà, il pensiero non muoiono mai. Il silenzio soccombe, la
forza del dissenso continua a guardare avanti insieme a tutti noi che ci
crediamo imperterriti, ostinati e contrari, sempre.Grazie ragazzi, buon lavoro.
Giuseppe Cuccaro
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