Il secondo turno elettorale per
il nuovo rettore dell’Unical sarà una fotocopia del primo, stando almeno alla
griglia di partenza. Tutte confermate, tranne ripensamenti dell’ultima ora, le
cinque candidature iniziali. Il tentativo di dare senso ad una seconda
votazione attraverso una sintesi dei programmi ed una riduzione del numero di
candidati non ha sortito ad oggi alcun effetto palese e, contrariamente ad ogni
previsione azzardata sui quotidiani locali, a una settimana dalla nuova
consultazione prevista per il 16 luglio, nessuno ha fatto il fatidico passo
indietro.
Non lo ha fatto Patrizia Piro,
che con una dichiarazione pubblica su Mercurio, assicura di essere ancora della
partita: dopo una settimana di corteggiamenti, trattative con gli altri
candidati, confronti con i suoi sostenitori, e notti insonni, la prof di
Costruzioni Idrauliche ha maturato il suo “Io ballo da sola”, troppe le
differenze “non soltanto programmatiche ma di stile e di metodo”. I suoi 95
voti, appetibili per chiunque aspiri alla poltrona di rettore, potevano diventare
l’ago della bilancia in questo secondo turno, determinando la vittoria di Gino Crisci
o del nascente polo opposto in una sorta di ballottaggio anticipato: lei invece
si è chiamata fuori, ribadendo la propria terzietà e ponendosi nuovamente come
“alternativa per l’elettorato libero”.
Non si è ritirato Girolamo
Giordano, che da Mosca smentisce categoricamente di avere deciso al momento alcunchè.
Tutti lo danno fuori gioco, troppo poche 61 preferenze per sperare ancora di
vincere. Ma “il regolamento non prevede alcun ritiro ufficiale”: il prof
di Ingegneria Chimica è talmente preso dal suo convegno che le dinamiche di
Arcavacata gli appaiono lontane anni luce. Rientrerà in Italia solo nel weekend,
e “salvo comunicazioni pubbliche al corpo elettorale, attraverso la stampa o la
newsletter d’ateneo” - chiarisce, il prof Giordano è da considerarsi candidato
come tutti gli altri.
E’ ancora in gioco Domenico
Cersosimo, 174,31 preferenze, che in questi giorni ha lavorato di pazienza e convinzione
a un delicato accordo a tre teste con Patrizia Piro e Marcello Maggiolini,
annunciando la propria “disponibilità a mille passi indietro” qualora
si fosse raggiunta l’intesa. Un’impresa troppo complicata già nelle sue premesse, per l’evidente
contraddizione fra la continuità rappresentata da Maggiolini e la discontinuità
predicata da Piro e Cersosimo. L’alleanza, praticamente chiusa sui programmi, è
saltata perché il nome di Maggiolini alla fine ha diviso anziché unire. Sereno
per aver fatto la parte del “sarto”, nel tentativo di ricucire un pezzo di
università, Cersosimo si affida adesso nuovamente alle urne.
Marcello Maggiolini il passo
indietro non lo ha mai contemplato. Venerdì scorso, a trattativa ancora aperta
con i due colleghi, aveva fatto piuttosto un passo avanti con un comunicato
stampa che annunciava il suo “percorso ormai saldamente delineato verso il
Rettorato”. Il prof di Patologia generale, 174,17 voti al primo turno, forte
del sostegno – mai dichiarato pubblicamente – del rettore uscente, punta ad allargare
i suoi consensi in vista del 16 luglio: ha chiesto – senza successo - al decano
la convocazione di un'altra riunione e nell’attesa ha già fissato in settimana
i nuovi appuntamenti della sua campagna elettorale.
Intanto Gino Crisci, favorito al
primo turno con 333 preferenze, ha atteso paziente che l’annunciato fronte
contro di lui si componesse e scomponesse nel giro di una settimana. Il 16
luglio il prof di Petrografia punta a confermare tutti i suoi elettori, con un occhio già puntato sul ballottaggio - ormai sempre più probabile - del 31 luglio: a
quel punto gli basterà un solo voto in più per diventare rettore.
Insomma, si ricomincia da capo, tutti
ai blocchi di partenza, con una sostanziale differenza: i candidati si sono già
“pesati”. L’obiettivo della votazione di martedì prossimo è quindi quello di
superare l’empasse creata dall’ex aequo del primo turno: toccherà all’elettorato
scegliere “il secondo”, quello che fra Cersosimo e Maggiolini sfiderà Crisci al
ballottaggio. Un ulteriore passaggio democratico dunque, prima della sfida finale.
Daniela Ielasi
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