mercoledì 15 aprile 2009
Vicenda Nastro, condanna e revoca dei domiciliari in pochi giorni
L’inchiesta sullo scandalo delle truffe ai fondi dell’Unione Europea che ha interessato nei mesi scorsi anche l’Università della Calabria, ha avuto nuovi risvolti nel giro di pochi giorni. La scorsa settimana la Guardia di Finanza aveva notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per il professore Alfonso Nastro, coinvolto nell’inchiesta insieme ad altre trenta persone. L’ordinanza era stata emessa dal gip di Cosenza. A distanza di dieci giorni il professore torna in libertà, per un’ordinanza dello stesso gip. In seguito all’interrogatorio del 10 aprile, infatti, il giudice si è convinto che il professore, durante le sue visite all’università non era nella condizione di inquinare le prove. Al professore era stato interdetto qualsiasi rapporto con l’università. Nastro ha dimostrato che lui si recava al dipartimento soltanto per il ritiro dello stipendio e di documenti relativi all’indagine.
L’inchiesta, lo ricordiamo, ha inizio nel 2006, quando la polizia effettua dei controlli nello stabilimento “Vecchio prodotti in ceramica s.r.l.”, gestita dall’imprenditore Domenico Vecchio, in seguito ad ingenti finanziamenti ottenuti dall’Unione Europea. La cifra in questione si aggira intorno ai 26 milioni di euro e sarebbe stata utilizzata per la produzione di piastrelle in ceramica. Nel novembre 2008 vengono arrestati Domenico Vecchio insieme al padre e al fratello, l’accusa è truffa ai fondi UE. Nel registro degli indagati finiscono anche alcuni docenti dell’Università della Calabria tra cui Alfonso Nastro, considerato la vera mente scientifica della truffa, oltre ad alcuni neolaureati e ricercatori. Vengono sequestrati beni per oltre 70 milioni di euro. Le accuse sono varie, vanno dalla truffa all’estorsione alla violenza privata e al favoreggiamento. Le indagini hanno portato a scoprire, nei taccuini di Nastro, una vera e propria rete di contatti: studenti, neolaureati, ricercatori, facevano ricorso al professore per avere “favori”.
L’inchiesta delle piastrelle è balzata agli onori della cronaca nel novembre scorso, in un periodo già di per sé caldo per la scuola e l’università. A far sentire da subito la loro voce, gli studenti, anche con la famosa partecipazione alla trasmisione “AnnoZero”, nella quale molti si sono espressi contro le “mele marce” e in difesa dell’università. In quell’occasione il rettore ringraziò pubblicamente gli studenti attraverso una lettera per “aver espresso la ferma di volontà di evitare che l’Ateneo di Arcavacata finisse nel tritacarne delle generalizzazioni scandalistiche”.
Adelia Pantano
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