venerdì 14 marzo 2008

Siamo ricchi o poveri? La mappa del "capitale sociale" in Italia


I giorni 11 e 12 marzo sono stati particolarmente interessanti per gli studenti della Facoltà di Scienze Politiche che hanno partecipato al convegno ‘Il ruolo dei valori nella ricerca sociale’ (giorno 11) e ‘Capitale sociale, valori morali, sviluppo economico’ (giorno 12). A relazionare e a rispondere alla platea il professore Roberto Cartocci dell’Università di Bologna, che ha pubblicato di recente gli esiti di una sua ricerca in merito nel libro Mappe del tesoro. Atlante del capitale sociale in Italia. Il convegno si colloca come una delle iniziative interdisciplinari della Facoltà di Scienze Politiche e, in questo caso, mette insieme le discipline di Scienze dell’amministrazione e Teorie dello sviluppo economico. Di fatto l’incontro è stato curato in particolar modo dal professor Raniolo, Ordinario di Scienza Politica, e dal professor Marini, Straordinario di Teorie dello Sviluppo Economico.
Gli incontri sono stati molto intensi, il prof. Cartocci ha attraversato diversi dei temi che vengono trattati nell’ambito degli studi delle Scienze Sociali.
Tra i passaggi più incisivi l’incoraggiamento a noi giovani e studenti di avere sempre uno sguardo critico sul mondo con la consapevolezza che può migliorare anche grazie a noi e solo se guardando attivamente la realtà riusciamo a non esserne vittime, ma partecipi. Il Prof Cartocci dalla cattedra ripete più volte che i valori sono beni che possono essere intesi in vario modo. La nostra società ci spinge al consumismo, alla produzione. Ma la riflessione indotta nell’aula è un’altra: se i valori sono considerati beni economici questi con l’utilizzo tendono a scomparire, se invece, intendiamo i valori attraverso un registro simbolico vediamo che il processo freddo e meccanico imposto dall’economia non esiste più… basti pensare all’amore che più si prova più ce n’è.
Sembra strano in un convegno che ha tanto l’aria di essere distante dalla nostra realtà, fatta di corsi e di corse (per il bus, per la lezione ecc), trovare un professore che dice agli studenti di ‘fermarsi a riflettere’, come sembra strano vedere un’aula tanto grande (la L1) piena di persone quasi fino all’ultimo (quindi sicuramente non solo perché vincolati dalla firma di frequenza). Ma è nella seconda giornata del convegno che ci si viene a scontrare con una realtà non certo molto piacevole per noi Meridionali orgogliosi del nostro sole e di tanti difetti che finiscono per essere considerati folklore. Da un’analisi empirica svolta in tutte le province d’Italia su dati particolari (diffusione della stampa, donazioni del sangue, partecipazione elettorale, tutti dati che sono considerati positivi ai fini della ricerca) risulta che la nostra amata Terra è popolata da persone ben lontane dall’ideale di cittadino coscienzioso, interessato a ciò che avviene e capace di avere fiducia in altri. Lo studio divide l’Italia in due realtà distinte e contrapposte: un centro Nord sempre di successo ed un Sud ancora una volta indifferente a tematiche che riguardano anche se stesso.
Ancora una considerazione… sappiamo bene che l’Europa si è allargata ma forse non tutti ci siamo resi conto che così l’Italia non può più rientrare tra i Paesi ad obiettivo1 (quei Paesi che hanno diritto a fondi per lo sviluppo), ma non deve certo essere un vanto o una giustificazione al non agire essere ‘i più ricchi tra i poveri’…
Implicito davanti ad una platea di studenti universitari l’invito a cambiare e migliorare le cose perché il tanto agognato sviluppo può avvenire solo con una presa di coscienza che venga da noi stessi. I maggiori successi non arrivano perché il singolo individuo si impegna, ma perché l’impegno e la costanza di molti individui porta avanti progetti e sviluppa risultati.
Bruna Larosa

1 commento:

  1. non mi meraviglia assolutamente la "rivelazione" , se così si pu òdefinire " che il meridionale è meno coscienzioso.... d'altronde si nota nelle piccole cose... a partire dai semplici saluti e dalle forme cortesie... e poi vorremmo sentirci cittadini europei.. cresciamo ma soprattutto iniziamo a pensare al bene della collettività oltre che a noi stessi, e forse possiamo minimamente credere di migliorare...

    RispondiElimina