Manca poco ormai al momento in cui la parola, dopo
settimane di duelli verbali nei salotti televisivi e sui giornali, passerà alle
urne. In questi ultimi giorni è importante
fare un riepilogo sulle ragioni delle due posizioni che si
contrappongono rispetto al referendum sulla
riforma costituzionale per cui si
voterà domenica 4 dicembre.
A questo scopo si è tenuta martedì 29 novembre nella
sede del DAM (dipartimento autogestito multimediale) all'Università della Calabria, una tavola rotonda in
cui i partecipanti si sono confrontati sui pro e i contro della riforma. La
discussione moderata da Francesca Rosa D 'Ambra, vice segretaria nazionale dei
giovani socialisti, ha visto il botta e risposta tra le ragioni del si, sostenute da Giuseppe
Alonge, consulente politico del PD e autore del libro edito da Rubbettino
"Senato male, si può cambiare", e quelle del no, sostenute da Walter Nocito,
ricercatore all’unical dove ha tenuto corsi di diritto pubblico. Presenti anche esponenti del comitato per il no
dell'unical, oltre che un rappresentante del movimento 5 stelle.
Nell'introduzione Alonge spiega i motivi che lo hanno
spinto a scrivere il libro: “combattere la disinformazione sulla riforma e il
disinteresse che serpeggia in un' opinione pubblica sempre più distante e
sfiduciata dalla politica, nonostante la campagna mediatica in atto anche sui
social media per spiegare al pubblico le motivazioni alla base del ddl
costituzionale“. Walter Nocito a sua volta tenta di spiegare perché è saggio
dire no: “per quanto ci siano anche delle innovazioni positive all'interno
della riforma, nella somma delle ragioni del no e del si, le ragioni del no
prevalgono”.
Alla domanda sui motivi per dire si al ddl, Alonge mette in evidenza come la riforma non tocchi
la prima parte della Costituzione nei suoi punti fondamentali, permettendo
finalmente il superamento del bicameralismo perfetto a favore di un sistema in
cui a votare per dare la fiducia al
governo è solo la camera dei deputati, mentre i poteri del presidente del
consiglio e del presidente della repubblica non vengono toccati. Viene
eliminato l'eccessivo condizionamento dei partiti sulla vita dei governi, causato
dal diverso sistema elettorale di camera e senato, che spesso ha portato a
maggioranze diverse o variabili; inoltre la riforma una volta entrata a regime
permetterà anche un abbattimento dei costi della politica, quando diventerà
effettiva la soppressione delle province e del CNEL, oltre che l'eliminazione di gran parte dei senatori. Il
nuovo senato non sarà più direttamente eletto, ma composto da rappresentati
delle regioni. Malgrado ciò, Alonge riconosce anche alcuni punti deboli della
riforma come quello di non aver superato la distinzione tra regioni a statuto
speciale e ragioni a statuto ordinario.
Per quanto riguarda le motivazioni del no, Nocito ha
fatto notare come il quesito referendario sia sbagliato innanzitutto nella sua
formulazione, avendo le sembianze di uno spot elettorale a favore del
presidente del consiglio; il presunto taglio dei costi è più teorico che
effettivo, oltre ad essere un semplice
effetto della riforma e non un suo obbiettivo primario come sostenuto dal
governo. Un altro effetto a suo avviso negativo è un rafforzamento dei
privilegi del ceto politico, naturalmente portato alla conservazione piuttosto
che a ridimensionarsi. Si arriva così a una situazione in cui il potere esecutivo dei governi viene
eccessivamente aumentato rispetto al ruolo di rappresentanza del parlamento.
Nocito riconosce comunque anche elementi positivi, come la riduzione degli
emolumenti dei consiglieri regionali e la possibilità di incentivare la lotta
politica fuori dai partiti tradizionali attraverso lo strumento dei referendum su iniziativa popolare, previsti
dalla riforma sulla base della raccolta di un certo numero di firme.
Alla fine dell'incontro si è tenuto un breve giro di
considerazioni sui punti affrontati, concordando sul fatto che qualsiasi sarà
la decisione che gli elettori prenderanno
nel seggio elettorale l'importante è che non venga meno la
partecipazione democratica in un momento cruciale per la vita politica del
nostro paese, che comunque vada avrà conseguenze decisive per il nostro futuro.
Francesco Baleno
Nessun commento:
Posta un commento