Era solo una ragazzina, Hannah Arendt,
quando si invaghì del suo professore Martin Heidegger, di vent’anni più anziano
e sposato; proprio lui ricorderà nel 1950 il loro incontro e lo sguardo della
Arendt, uno sguardo che solo gli innamorati possono scambiarsi. Per alcuni un colpo di fulmine, per
altri una storia travagliata fatta di incontri e scontri, separazioni e
ritrovi, pensieri mai dedicati, sentimenti mai dichiarati e lettere mai
inviate, mai scritte.
Proprio le lettere sono state
protagoniste, giorno 21 Aprile, al piccolo teatro unical (PTU) in occasione
dello spettacolo “Fotogrammi della memoria. Una lettera mai spedita” inserito
nel programma #ioleggoperchè. In scena, nel ruolo di Martin Heidegger,
il professore Bruno Roberti, che ha curato l’intera lettura
scenica, e la studentessa Valeria Bonacci, nei panni di Hannah Arendt: i due hanno
recitato alcuni passi tratti dal libro di Pio Colonnello “Martin Heidegger e Hannah
Arendt. Lettera mai scritta”.
I due grandi filosofi, protagonisti
nella Germania del tempo, provarono in tutti i modi ad evitare di cedere alla
tentazione di appartenersi, ma inevitabile fu l’inizio della loro relazione
clandestina, che venne poi interrotta dal desiderio della giovane di rendere
quello che era per lei un grande amore una storia a tutti gli effetti, ma lui
non accettò; lei prese coraggio e mise fine alla relazione, si trasferì a
Heidelberg e si laureò.
Lo scoppio della guerra costrinse la
giovane a fuggire negli Stati Uniti, essendo ebrea, mentre Heidegger,
alimentato da un forte desiderio di potere, aderì al partito nazionalsocialista
e pagherà cara questa sua decisione, finendo per vivere, dopo la guerra,
umiliato e solo. Iniziò così a dedicare versi e lettere
ad Hannah: “Chissà cosa stai facendo e pensando”, ma Hannah non poteva accettare
che quelle parole provenissero dall’uomo che le aveva insegnato ad amare.
E se le cose fossero andate
diversamente? Con molta probabilità la Arendt avrebbe inserito nella sua opera
Vita Activa una dedica a Martin e invece si limitò a scrivere su un foglietto a
parte: «Questo libro non ha dedica. Come avrei potuto dedicarlo a te, mio
intimo amico, a cui sono rimasta fedele e infedele, ma sempre nell’amore;
questo foglietto non verrà mai spedito».
Una storia di amore e odio dunque quella tra la giovane Hannah e
il carismatico professore che non vedrà mai realmente la parola fine, in quanto
i due amanti non smetteranno di confrontarsi, di discutere e in un certo senso,
di amarsi.
“La nostra società soffre di un male
fatto di indifferenza, silenzio e rassegnazione; ma noi abbiano nelle nostre
mani l’antidoto, l’arma più potente, la cultura”. Con queste parole, Pio Colonnello ha
concluso la serata, estendendo a tutti i presenti, tra cui Raffaele Perrelli e
molti docenti, l’invito a non abbandonare mai il fantastico mondo della
lettura.
Giorgia Rocca
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