Riceviamo e pubblichiamo.
L’assemblea dei docenti, dei ricercatori, degli studenti, dei tecnici e amministrativi dell’Università della Calabria, tenutasi il 24 luglio nell’Aula Magna per discutere del decreto legge 112 del 24 giugno 2008, al termine di un approfondito dibattito esprime la propria preoccupazione che le misure contenute nel decreto legge producano un sostanziale indebolimento/smantellamento dell’istruzione pubblica, attraverso un attacco congiunto alla scuola e all’università, a vantaggio di un’idea di formazione piegata alle sole logiche dell’economia di mercato.
Se questo progetto dovesse realizzarsi, sarebbe violato il diritto fondamentale all’istruzione sancito dalla Costituzione Repubblicana. L’eventuale messa in crisi del ruolo pubblico nell’istruzione, nell’università e nella ricerca è destinata ad avere effetti devastanti soprattutto sulla realtà meridionale e sul futuro delle giovani generazioni.
L’Università della Calabria vedrebbe così compromessa la propria ‘missione’: trasferire nell’ambito del territorio la dimensione universale del sapere; questa funzione, oggi drammaticamente messa in crisi, assume speciale valore in una regione strutturalmente debole e periferica rispetto ai grandi circuiti economici, scientifici e culturali del mondo contemporaneo.
In particolare, l’Assemblea:
esprime forte preoccupazione per le gravi conseguenze che il provvedimento del Governo è destinato a provocare sul sistema universitario italiano e, in misura accentuata, per gli Atenei che operano nelle realtà territoriali strutturalmente più
deboli, come la Calabria;
valuta negativamente, in particolare, la limitazione del “turn over”, previsto nella misura del solo 10% nel 2009 e del 20% negli anni seguenti, che determinerà inevitabili ripercussioni e un gravissimo impoverimento della didattica, della ricerca e dei servizi amministrativi delle Università, impedendo di fatto, l’assunzione di giovani meritevoli e accentuando il fenomeno della “fuga dei cervelli”; la riduzione del fondo di finanziamento ordinario degli Atenei del 7% nei prossimi anni aggraverà ulteriormente gli effetti del blocco del turn over;
rileva come entrambe le misure, sia quella di riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario sia quella di blocco del turn over, tra loro combinate colpiscano in modo indiscriminato tutti gli Atenei italiani;
constata, in particolare, che l’Università della Calabria viene danneggiata in modo molto più grave di tanti altri Atenei perché verrà assoggettata allo stesso taglio delle risorse, il 7% del FFO, a fronte di un risparmio forzoso di risorse derivante dal blocco del turn over molto limitato a causa della minore età media del nostro corpo docente;
pone in evidenza come all’UniCal venga, di fatto, impedito di reimpiegare in nuove assunzioni le risorse derivanti dalle cessazioni dal servizio pur essendo uno dei pochi Atenei italiani con un forte sottodimensionamento del corpo docente, il che, insieme all’inaccettabilità del provvedimento che di fatto ridimensiona l’intero sistema universitario italiano, aggiunge l’iniquità di colpire le realtà più deboli dello stesso sistema in maniera più penalizzante che non quelle più forti, senza tenere in alcuna considerazione la collocazione geografica e conseguentemente economico/ sociale delle stesse;
esprime forte contrarietà all’ipotesi di trasformazione delle Università in fondazioni di diritto privato, prevista come opzione dal suddetto decreto legge;
ritiene in ogni caso complessivamente inadeguata l’attenzione che il nostro Paese riserva alle attività della Ricerca, le quali risultano sottovalutate e sottofinanziate sia complessivamente che in rapporto a qualunque parametro di valutazione (dati OCSE);
chiede al Governo di stralciare dal decreto legge 112 i provvedimenti riguardanti le Università, che meritano un diverso approccio ed approfondimento;
rivolge allo stesso esecutivo l’appello affinché metta in campo una strategia che, lungi dal mettere in pratica un indiscriminato taglio dei finanziamenti, favorisca nel più breve tempo possibile la creazione di un tavolo di confronto in grado di assicurare il superamento della difficile situazione in cui versa il sistema universitario italiano e il suo rilancio complessivo;
auspica, infine, che il Governo, si renda promotore, attraverso il Parlamento, di un’indagine conoscitiva che consenta di mettere a fuoco lo stato complessivo dell’università italiana e di avviare un processo di riforma e di adeguamento della stessa in rapporto alle pressanti esigenze di modernizzazione e di adeguamento organizzativo di cui il sistema mostra di avere urgente bisogno.
L’Assemblea dichiara lo stato di agitazione e si impegna a sostenere ed a promuovere iniziative di lotta e di protesta, a livello locale e nazionale, utili a conseguire gli obiettivi sopra indicati.
Rende, 24 luglio 2008
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