L’esperienza di tirocinio che ho svolto nella redazione di “Fatti al Cubo” è stata istruttiva e divertente.
Già, perché lavorare a stretto contatto con persone che amano quello che fanno, trasforma una semplice tappa del percorso che conduce alla laurea in un periodo positivo e meritevole di essere ricordato.
Le riunioni di redazione, prima e dopo l’uscita del giornale, i consigli e le critiche, sempre costruttive, dei colleghi e della direttrice, l’atmosfera generale che si respirava al Dam mi hanno dato il senso del collaborare alla realizzazione di un giornale, e soprattutto cosa vuol dire lavorare con passione, passione che vedevo quotidianamente in tutto il “team di Fatti al Cubo”.
Venire a contatto con i contrattempi degli studenti e ascoltare le opinioni sulla vita universitaria dei colleghi di redazione mi ha permesso di affrontare diversamente, e in modo a mio giudizio migliore, la carriera universitaria.
Quando ho svolto l’inchiesta sulle Web – radio degli atenei italiani ho contattato molti studenti sparsi in tutti Italia ho abbandonato cosi una sorta di autoreferenzialità Unical e ho potuto conoscere almeno in parte il variegato mondo delle università del bel paese.
Fatti al Cubo è un settimanale universitario e di università ovviamente si occupa, ho avuto quindi la possibilità di vivere la vita culturale e intellettuale dell’ateneo di Arcavacata da un punto di vista diverso, con uno occhio più attento che magari prima osservava rassegne ed eventi targati Unical in maniera distratta.
Parallelamente ho analizzato problemi e inconvenienti che lo studente di Arcavacata si trova davanti come ad esempio la questione tesi della laurea triennale confrontandole analizzandola poi su scala nazionale (devo questa indagine a Daniela Ielasi che non mancava mai di pungolare il mio spirito critico consigliando letture e articoli di giornale).
Una esperienza che consiglierei caldamente a chi, come me, dovrà svolgere un’attività di tirocinio, per il semplice fatto che sono stato accolto con cordialità e reso subito partecipe alle attività del giornale, un ruolo attivo dunque e non una presenza passiva rivolta solo a chiudere la pratica tirocinio al fine di laurearsi.
Carmine Mura
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