L’Università a luglio è piena di frenesia, le giornate sono intervallate dal rumore dei trolley che percorrono il rovente ponte carrabile. Ogni giorno la popolazione studentesca diminuisce. Ci sono gli esami e ci si stressa, la notte non si dorme, il caldo asfissiante, le zanzare che, probabilmente a causa di una mutazione genetica, sono diventate più grandi delle persone, cercano spazio vicine vicine a chi cerca disperatamente di riposare.
Le ultime feste, spesso organizzate tra le Maisonettes e i Martensson dagli studenti che si improvvisano dj sono sempre meno partecipate. Gli ultimi fronzoli di una vita comune con gli amici di sempre che ti hanno accompagnato per tutto l’anno. Tantissimi poi i ragazzi armati di ‘pinne, biglietto e occhiali’ che approfittano della compagnia e scendono a Paola per fare un tuffo e passare una giornata diversa tra amici.
La vita universitaria, infondo, si caratterizza per i viaggi che portano le persone verso mete anche lontane. Intere comitive partono direttamente dall’Unical alla volta di posti che in altre circostanze non avrebbero l’opportunità di scoprire. Succede, poi, che arriva una circolare per ogni appartamento universitario con l’obbligo di sgombrare la stanza, svuotare i frigoriferi e non lasciare oggetti personali nei locali e allora tutti si rendono conto che è ‘davvero’ arrivata l’estate.
Molti degli studenti pensano già al mare, alle vacanze e settembre con i nuovi appelli sembra così lontano che nessuno se ne cura. C’è anche chi prova una sensazione diversa da tutti gli altri: coloro che si laureano. Per loro sono gli ultimi giorni di una vita tra i cubi. Le sedute di laurea, collocate nella seconda metà del mese di luglio, fanno si che i futuri dottori possano vivere un vero giorno di fuoco!
Intanto i trolley continuano a passare, gli autobus e i treni partono sempre più pieni e poi sempre più vuoti, fino all’ultimo giorno, il 31 in cui l’Università della Calabria chiude per le ferie estive.
Bruna Larosa
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