Gentile Redazione,
navigando su internet ho notato che anche voi vi siete occupati dei
Tirocini di Ricerca della Regione Calabria (02/07/2007 - Paola Staffa)
nel momento del lancio del Bando.
Ebbene, Le scrivo in rappresentanza del “Libero Comitato dei
Tirocinanti delle Università Calabresi”, che si è di recente
costituito per segnalare a tutte le autorità competenti e agli organi
di informazione, alcuni gravissimi disservizi nella gestione
del “Programma di Tirocini di Ricerca” da parte della Regione Calabria.
Tale programma sta procedendo tra lentezze ed intoppi burocratici di
ogni genere, i cui effetti stanno ricadendo tutti sulle spalle di
giovani studiosi (per molti dei quali, quello di ricercatore, per di
più precario, è la sola fonte di reddito) che appartengono ad una
terra già fin troppo martoriata da problemi di ogni genere, non ultima
una burocrazia farraginosa e, spesso, malissimo gestita.
Ci sentiamo in dovere di segnalare la cosa anche ai principali mezzi di
informazione, per denunciare l'ennesimo caso di inefficienza della
burocrazia, che spesso rende la vita dei cittadini, se non impossibile,
certo estremamente difficile.
Allego a questa mail una lettera aperta, nella quale vengono
sinteticamente illustrati i termini del problema che sta riguardando
ben 450 cittadini calabresi, molti dei quali già fuori sede (in Italia
o all'estero) per svolgere il loro lavoro, a proprie spese, dal momento
che la burocrazia calabrese, dopo lunghissimi mesi, non ha ancora
provveduto ai relativi pagamenti.
Inviando i più cordiali saluti, anche a nome dei miei colleghi, La
ringrazio dell'attenzione e Vi auguro buon lavoro.
Francesco Bonsinetto
Dottore di Ricerca in Pianificazione Territoriale
Dipartimento Scienze Ambientali e Territoriali
Università Mediterranea di Reggio Calabria
LA LETTERA
Questa lettera vuole essere un accorato appello verso tutti gli organi competenti affinché si impegnino per risolvere, una volta per tutte, la situazione (vergognosa) che si è venuta a creare nell’ambito del Bando per l’assegnazione delle “Borse di Tirocinio di Ricerca” (Misura 3.7 Azione A del POR Calabria 2000-2006). Tale Bando – che coinvolge circa 450 giovani ricercatori di eccellenza (Laureati e Dottori di Ricerca) ed i relativi Docenti Referenti scientifici delle tre Università calabresi – prevede l’erogazione (da parte della Regione Calabria) di Borse di studio con contributo a fondo perduto del Fondo Sociale Europeo, per lo svolgimento di attività di ricerca scientifica presso Atenei ed Istituti di Ricerca (in Italia e all’estero). Ciò doveva avvenire con modi e tempi certi.
In realtà il Dipartimento 11 dell’Assessorato Università e Cultura della Regione Calabria ha gestito il Bando con modalità improvvisate e scarsamente efficienti e tempistica incerta ed approssimativa. Ebbene, ad oggi, la situazione dei “tirocinanti” appare poco felice e profondamente incerta a causa di numerosi problemi e difficoltà descritte di seguito (decurtazione della borsa, assenza di pagamenti, ecc) che, tra l’altro, discreditano l’intero sistema universitario calabrese all’esterno. Il protagonista in negativo di tutta questa vicenda è l’Assessorato regionale calabrese all’Università il quale avrebbe dovuto far partire il suddetto Bando (in attuazione del Programma Integrato di Voucher e Borse per l’Alta Formazione) almeno due-tre anni fa e invece lo ha gestito con incapacità e lentezza (le une e le altre “ricadute sulle spalle dei ricercatori”).
Il risultato conseguito è stato la perdita di milioni di euro (rispediti al mittente) che l’Unione Europea aveva destinato alla Calabria per la crescita culturale e formativa dei suoi giovani: in origine ogni Borsa prevedeva mediamente una copertura di 24 mensilità che sono state poi ridotte a 10 e in altri casi a sole 6!). I “più brillanti giovani laureati calabresi” (citazione del Bando) hanno sopportato molto, anche troppo, l’arroganza e l’indifferenza dell’Assessorato regionale che, proprio quando dovrebbe erogare l’anticipo della fatidica “Borsa di studio” (se ne parla ormai da circa tre mesi (!), continua a dimostrare incredibili lentezze ed incapacità organizzative.
Risulta ormai palese a tutti la scarsa responsabilità e affidabilità con cui l’Assessorato sta gestendo complessivamente il Programma in questione, come dimostrano le false dichiarazioni del Comunicato stampa del 19/02/2008, a cura dell’Assessore Prof. D. Cersosimo, apparso sul sito della Regione Calabria. Tanti, troppi problemi hanno snaturato i contenuti del “Programma” e reso insignificanti gli obiettivi politici e scientifici: la durata e la consistenza economica della Borsa di Studio sono state più che dimezzate (da 24 mesi a 10 e in molti casi addirittura a 6 mesi (!); l’incredibile slittamento dei tempi di inizio del Tirocinio di Ricerca con conseguenti problemi organizzativi da parte delle università e dei tirocinanti (da ottobre 2007 a marzo 2008); l’obbligatorietà, per ciascun tirocinante, di aprire una polizza di fideiussione, mai prevista dal Bando ne in qualsiasi altra comunicazione ufficiale (!), per percepire la Borsa a fondo perduto (con conseguente spreco di soldi e tempo); errori di redazione dei contratti compiuti dai funzionari regionali che li avevano compilati che hanno reso necessario redigerli nuovamente, mantenendo le medesime date (!), con ulteriore spreco di tempo per i tirocinanti; inaccettabili e colpevoli ritardi nelle erogazioni degli anticipi delle borse di studio necessarie per finanziare le attività di ricerca dei tirocinanti (spesso unico sostentamento economico (!); scarsa professionalità dei funzionari regionali nel gestire la comunicazione tra Referenti scientifici e Tirocinanti e tra questi ultimi e Regione Calabria; inutili help-desk di assistenza tecnica che non hanno mai fornito informazioni esaustive; assurdi limiti di reddito per percepire una “banale” Borsa di studio; convenzioni con istituti bancari, mai partite.
Ad oggi, i contratti che i tirocinanti hanno sottoscritto ai primi di marzo 2008 (ma ci sono decine e decine di tirocinanti ancora in attesa di firmare il contratto!) sono stati onorati esclusivamente dai tirocinanti stessi che, solo per passione e spirito di sacrificio nonché per responsabilità nei confronti della comunità scientifica di cui fanno parte, hanno iniziato le collaborazioni scientifiche previste, facendo fare bella figura alle Università Calabresi e, quindi, ai loro docenti e responsabili scientifici, sostenendo da soli e/o con l’aiuto delle loro famiglie costi e oneri significativi per spostarsi in Italia e all’Estero. Gli stessi contratti non sono ancora stati onorati in maniera altrettanti rigorosa e puntuale dalla Regione Calabria. Infatti, nessuno dei tirocinanti, ancorché il relativo decreto n. 5341 del 08/05/2008 (che non contiene numerosi nominativi di tirocinanti già firmatari di contratto) sia stato pubblicato sul BURC n.20 del 16 maggio, ha ancora ricevuto le somme in anticipazione, e si trova pertanto in gravissime difficoltà (alcuni tirocinanti all’estero ed in alcune sedi italiane stanno organizzando il rientro a casa per l’impossibilità di sostenere le spese) dal momento che, di contro, i vincoli assai rigidi della tempistica e le correlate necessità di rendicontazione hanno imposto che le attività di ricerca avessero inizio, appunto, i primi di marzo 2008.
Tutto ciò ha provocato, e continua a provocare, profondi disagi e laceranti umiliazioni per i giovani ricercatori calabresi. Una situazione divenuta insostenibile e incivile che ha portato i tirocinanti ad assumere una presa di posizione ferma e decisa e a comunicare anche all’opinione pubblica lo stato deprimente in cui versa il mondo della ricerca in Italia e in Calabria. Tutto ciò non è più tollerabile in un Paese che proclama di mettere al centro del proprio impegno e delle proprie politiche di sviluppo la cultura e la ricerca, e soprattutto la valorizzazione dei giovani. È questa l’immagine che ancora una volta, immancabilmente, la Calabria riesce a dare di se stessa? È possibile che questa terra non riesca a superare (o forse non lo vuole?) quello che sembra ormai un destino ineluttabile, cioè mostrare a se stessa e al mondo intero la solita arretratezza ineliminabile?
Il Libero Comitato dei Tirocinanti delle Università calabresi rivolge pertanto un accorato appello per una maggiore sensibilità e responsabilità a tutte le Istituzioni politiche, accademiche e territoriali, ed, in particolare, alle tre Università calabresi che hanno sottoscritto l’estate scorsa gli Accordi bilaterali con enti di ricerca e università italiane ed internazionali: in tal modo, difatti, i referenti scientifici dei tirocini hanno assunto un importante ruolo che li espone ad un grave danno di immagine non solo nei confronti dei Tirocinanti, che di fatto hanno formato e sostenuto scientificamente in questi anni, ma anche nei confronti dei loro colleghi docenti delle altre sedi italiane e straniere con cui hanno sottoscritto tali accordi.
Ben sapendo che le tre Università calabresi si sono prodigate in questi lunghi mesi, attraverso il lavoro prezioso del personale tecnico-amministrativo, per “accelerare” la tempistica e “migliorare” gli aspetti gestionali del Bando, il Comitato dei Tirocinanti auspica che i tre Rettori e le centinaia di docenti che hanno assunto il ruolo di “Tutor scientifico” assumano una posizione chiara e ufficiale nei confronti della Regione Calabria, dell’Assessorato regionale competente e del Dipartimento 11. Tale posizione è finalizzata a chiedere garanzie sui modi e sui tempi del regolare espletamento delle attività previste dai singoli Tirocini di Ricerca e, soprattutto, a chiedere maggiore attenzione nella gestione delle iniziative dedicate al sistema universitario, così da evitare, come è avvenuto già in passato, la perdita di preziose risorse economiche in un’epoca di crisi generale del “Sistema Italia”. Se in Calabria un Assessorato strategico e fondamentale come quello che si occupa di Cultura, Istruzione e Università non ha organico sufficiente e competenze professionali adeguate ad adempiere ai compiti previsti dai Bandi che si pongono in essere, si suggerisce la creazione di Staff appositi ed efficienti o diversamente di non promuovere Bandi che diventano “false opportunità”, che illudono migliaia e migliaia di giovani e brillanti cervelli, umiliandoli in un modo davvero poco degno di un Paese che voglia dirsi democratico, civile e moderno. In conclusione, i membri del comitato sono certamente accomunati dalla speranza che questa possa essere un’occasione volta ad “arricchire il bagaglio di conoscenze ed esperienze e a sviluppare le attitudini alla ricerca scientifica dei più brillanti giovani laureati calabresi, sostenendone la partecipazione a percorsi individuali di formazione presso università e centri di ricerca regionali, nazionali e internazionali di riconosciuto prestigio”. Per tale motivo, i “tirocinanti” calabresi, rimangono in attesa di riscontro da parte di tutti coloro che a vario livello sono responsabili di questa situazione e di chi ha a cuore non solo il futuro dei tanti giovani che avevano deciso, ancora una volta, di dare fiducia alla Regione Calabria (e che ne sono stati per l'ennesima volta traditi) ma anche il futuro della stessa ricerca e dell’"alta formazione" in Calabria.
Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, 05 giugno 2008
Firmato "Libero Comitato dei Tirocinanti delle Università Calabresi"
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