"Un criterio demenziale che non ha precedenti nella storia dell’università o di qualsiasi altro ente – sebbene quelli adoperati negli anni passati non siano stati proprio illuminati". Questo il giudizio dello spazio sociale Filorosso all'indomani del Consiglio d'Amministrazione di lunedì 23 luglio che ha deliberato, come preannunciato, sui fondi alle associazioni studentesche. Il Filorosso contesta in particolare il parametro utilizzato dalla commissione e chiede conto al Rettore Latorre. "Considerato che le richieste presentate erano più di quaranta e la somma ammontava – scrive Filorosso in una nota stampa – a 70 mila euro, la commissione formata dai tre rappresentanti in CdA degli studenti D’Acri, Macrì e Palmieri, più le rappresentanti dei ricercatori (?) Morrone e Losso, ha pensato di escludere a priori le associazioni destinatarie di un contributo (di qualsiasi entità) da parte del Centro Residenziale (notoriamente ente autonomo). Dietro l’adozione di un sistema distributivo apparentemente “democratico” che tenta con superficialità di accontentare tutti, si cela in realtà un esempio di cattiva amministrazione".
"Senza alcuna considerazione per i progetti presentati, né per le attività effettivamente svolte nel passato e nel presente dal soggetto proponente, senza entrare assolutamente nel merito delle proposte e senza esprimere alcun giudizio sull’effettiva qualità delle iniziative, ma usando un mero criterio quantitativo e d’equilibrio fra le liste elettorali rappresentate, questa commissione – di cui chiediamo lo scioglimento per “manifesta incapacità valutativa” – ha diviso il gruzzoletto fra 18 associazioni, Icu in testa con 14 mila euro (se la matematica non è un’opinione, la diciottesima dovrà accontentarsi di pochi spiccioli). Da notare che l’attività di Icu, come quella delle altre liste elettorali è visibile solo ogni due anni in odor d’elezioni sotto forma di migliaia di santini e gadgets, ed essendo Icu, come altre, conosciuta all’Unical da più di un decennio per la medesima condotta, risulta davvero perversa la perseveranza con cui l’amministrazione universitaria continua a premiarla, a prescindere dal merito. Da notare inoltre che Icu, come altre liste, è rappresentata anche al CR, quindi ha facoltà di decidere dove prendere i soldi. Senza parlare di Università Futura, con le sue sette associazioni consorelle, che prende un po’ qua e un po’ là. Sono degli esempi naturalmente, magari c’è di peggio: ci sono anche associazioni che hanno già ricevuto migliaia di euro senza che vi sia traccia in università di una che sia una iniziativa pubblica. Ma parliamo dell’oggi. Il rischio è che si incentivino (come già peraltro avviene) entità amorfe prive nel quotidiano di qualsiasi effervescenza associativa, destinate unicamente a succhiare fondi tramite il rappresentante di turno".
"La decisione della commissione è stata ratificata dal Consiglio d’Amministrazione di lunedì 23 luglio, in pieno deserto estivo, senza colpo ferire: come primo segnale della “qualità” di cui il Rettore Latorre ha promesso di farsi garante nella prossima legislatura, ci sembra alquanto contraddittorio. Non si può fissare un criterio così esclusivo in sede decisionale: la clausola doveva semmai comparire in maniera chiara e trasparente nei rispettivi bandi di concorso (del CR e dell’Amministrazione Centrale), lasciando alla singola associazione la facoltà di scegliere a quale bando partecipare. La clausola sarebbe comunque assurda, perché i due enti sono giuridicamente autonomi seppure operano nel medesimo territorio: come se la Provincia non finanziasse i soggetti già finanziati dal Comune… Nel merito, ci sembra un modo per lavarsi le mani e per evitare di giudicare veramente i progetti: una commissione seria dovrebbe al contrario assumersi la responsabilità di premiare quelli che valgono ed escludere (perché no) le domandine redatte in due righe e in un italiano stentato… o forse era l’unico espediente per fare fuori qualche associazione che aveva tutte le carte in regola per essere sostenuta?"
"Siamo alla stregua degli enti locali, Regione in testa, dove se non conosci non esisti. E’ quella logica tutta calabrese – di cui l’Università della Calabria è pienamente intrisa – del fare fuori chi ha troppe idee e troppa favella, perché nuoce al decoroso silenzio istituzionale. Anzi, peggio. Perché l’Università potrebbe costruire una Calabria diversa ma sceglie deliberatamente di non farlo".
Filorosso chiede infine "che in nome della trasparenza il Rettore relazioni pubblicamente sulle associazioni studentesche finanziate, sui loro “meriti” e sui “criteri” adottati dalla commissione".
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