Con grande interesse e un pizzico di stupore ho letto, in questi giorni, la rovente polemica, quasi una baruffa, tra il nostro ineffabile Magnifico e il Direttore de “la Provincia cosentina”.
Oggetto del contendere: una valutazione non trionfalistica delle attività svolte dall’Ateneo nel progetto Oracolo 1, da parte di una incauta giornalista, e una severa e sussiegosa reprimenda da parte del Rettore, che ha impartito lezioni e lezioncine su come si verificano le notizie, come si divulgano, chi sono i depositari della verità ufficiale e così via. Un’illuminata visione di sana informazione da minculpop. Replica dura del Direttore. Controreplica sprezzante del Magnifico. Controcontroreplica durissima del Direttore.
Potrete leggere, se vi sono sfuggiti, i documenti integrali sul sempre attivo sito (www.linoversace.net).
La vicenda offre lo spunto per qualche commento:
1. Il Rettore non si è ancora ripreso dalla battaglia elettorale, nonostante il successo ed il riposo estivo. È sempre più irascibile e pronto a imbracciare le armi ogni volta che si affacci una visione dell’Università diversa da quella che lui vuole imporre all’interno e all’esterno. Ma forse non è solo un fenomeno di incontinenza nervosa ma anche un’avvisaglia di una campagna mirante al ripristino della dottrina del cammino trionfale dell’UNICAL, che qualche temerario ancora osa mettere in dubbio.
2. Oracolo 1 è una pagina poco chiara nella vita dell’Università. Ci sono tante cose che non si capiscono. Perché le Facoltà non sono state coinvolte in modo diretto in un progetto didattico così rilevante? Quali competenza specifiche aveva il professore Grandinetti, nominato incomprensibilmente responsabile del progetto, da lui gestito con la consueta oculata riservatezza? Quali sono i risultati conseguiti dal progetto? Come sono stati spesi i soldi? Quali sono state le procedure adottate per affidare i servizi esterni? Come mai una delle iniziative migliori “la fiera del lavoro” è stata soppressa? Come mai non si è data pubblica risposta alle richieste di chiarimento formulate dalla professoressa Piro in merito all’uso delle risorse ottenute con il progetto? Perché la stessa è stata bruscamente rimossa dal suo? Quali criteri sono stati utilizzati nell’affidamento dei lavori di realizzazione delle strutture mobili da utilizzare per le iniziative svolte nell’ambito del progetto? Come mai un progetto costato milioni di euro non ha un sito adeguato che ne illustri i contenuti? Quali effetti migliorativi sull’organizzazione didattica dell’Università ha avuto il progetto? Come mai non si è dato il necessario rilievo alla questione del gap formativo che caratterizza molti degli studenti in ingresso? Chi sono stati i beneficiari interni delle risorse utilizzate?
Credo quindi che porsi domande su Oracolo sia un esercizio non solo utile ma anche doveroso, se si vuole effettivamente conseguire l’obiettivo della massima trasparenza tante volte evocato.
3. In una gestione che punta tutto sull’apparenza la questione del controllo dell’informazione è essenziale. Anche qui ci sono molti lati oscuri. L’Università ha, o, meglio, aveva, un Ufficio Stampa che dava all’esterno le notizie che riguardano la vita dell’Università e predisponeva una puntuale rassegna stampa molto utile per capire la percezione che si ha all’esterno. Un tempo, avvalersi dell’Ufficio stampa era semplice, si preparava un comunicato, oppure si chiedeva un incontro con la stampa, oppure si rilasciava un’intervista al responsabile dell’Ufficio facendo avere a tutti notizie sulla vita dell’Università: un Convegno, una ricerca particolarmente importante, un’iniziativa didattica di rilievo, la nomina di qualcuno di noi in qualche consesso di notevole livello e così via. Tutto facile e tutto immediato. Da qualche tempo invece c’è un filtro. Nessuna notizia passa se non ha la benedizione del Direttore Amministrativo. Ma non basta. C’è un servizio di posta elettronica interna che consente di far ricevere a tutti quelli che lavorano nell’Università notizie e informazioni o punti di vista che si ritiene utile divulgare. Anche in questo caso c’è una censura preventiva del Capo di Gabinetto del Rettore. Nulla parte senza il suo ok.
Ma la vicenda più grave riguarda il marasma sulla figura del portavoce. L’Università della Calabria ha infatti un portavoce. O forse no? Non è proprio un portavoce ma qualche cosa di simile. La legge, infatti, non consente a chi ha l’incarico di portavoce di fare anche il giornalista per qualche quotidiano o qualche televisione. Allora succede che il dottor X viene nominato portavoce. Poi incomincia a lavorare per un quotidiano e allora diventa addetto alle relazioni esterne. Ma sulla sua stanza c’è scritto sempre “Portavoce”. Quisquilie! Il suo indirizzo mail è portavoce@unical.it. Non sottilizziamo!
Le questioni sono tante. A che serve un portavoce del Rettore soprattutto se già c’è un Ufficio stampa? Come mai se il dottor X non può più fare il portavoce, l’Università non nomina un altro portavoce ma decide di avere bisogno di un addetto alle relazioni esterne? L’Università della Calabria cerca persone per svolgere funzioni o crea funzioni per far lavorare determinate persone? Come mai le relazioni esterne sono affidate ad un esterno?
4. Il Direttore della Provincia ritiene che quello attuale, e ahimé futuro, sia il peggiore Rettore della nostra Università. Opinione da molti condivisa nella nostra Università. L’attuale Rettore, infatti, sta rapidamente dilapidando il prezioso patrimonio che i suoi predecessori gli hanno lasciato. Il fermo nell’edilizia, la discesa nella graduatoria CENSIS sono segnali che vanno in questa direzione.
Una brutta situazione. Uno scenario futuro poco incoraggiante. L’Università, purtroppo, non ha trovato in sé la forza per il cambiamento. È necessaria, perciò, la massima attenzione da parte degli organi di informazione democratica per contribuire a tenere le luci sempre puntate sulle strane cose che succedono ad Arcavacata. In questo contesto ben vengano polemiche come quella che abbiamo qui brevemente ricordato.
Pasquale Versace - 12.09.07
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