Un vortice di luci ed ombre quello che si sussegue leggendo il libro di Stefano Benni L’Ultima Lacrima, un omaggio a tutti quegli aspetti, quelle stravaganze della vita, che paradossalmente nel tempo diventano la normalità. Già il titolo del libro è una promessa, quest’ultima lacrima ricorda, infatti, quella disegnata sui visi dei Clown del circo: loro nati per far ridere affrontano la durezza di una vita da girovaghi, spesso, incompresi e derisi. L’ultima lacrima è quella che avvolge e altera la malinconia della piazza dopo una giornata di mercato in una dimensione che l’Italia, così chiassosa e popolana, va dimenticando. Leggere Benni fa tornare in mente la tecnica descrittiva e la sagacia di Gianni Rodari: piccole storie, racconti dolci o amari come ‘Favole al Telefono’ e, poi, senza preavviso l’aprosdoketon che cambia tutte le carte in gioco e fa rimanere di stucco il lettore. Nel libro in questione, riedito dalla Feltrinelli nel 2009, ci sono due tipi di racconto: quello che costruisce una realtà normale in un contesto paradossale e l’altro tipo che descrive una storia stravagante per un mondo normale. La democrazia si trasforma nella semplice libertà di ‘cambiare canale’ in tv mentre viene trasmessa l’esecuzione capitale di un condannato, così come una libreria fatata diviene una prigione per il disilluso e realista libraio che non sa ascoltare la voce segreta dei libri. Ma cosa è alla fine la normalità? La società attuale con il suo aggrovigliarsi di eventi altro non sembra che la griglia di un confuso cruciverba troppo difficile per rendersi intellegibile, e proprio questi nodi Benni cerca di sciogliere evidenziando prima il bene ed il male, divisi come nelle più classiche delle favole e poi rimescolandoli con un inatteso ribaltamento dei ruoli. Mentre i racconti di Rodari ricordano un mondo genuino regalandoci sorrisi, il realismo di Benni fa talmente riflettere da assordare, confondere e stupire: i suoi racconti sono di una realtà così vera da diventare crudele. Le certezze si perdono e i sogni diventano incubi, eppure la sua non è una scrittura metafisica, è lo spiegamento di piccole storie, la descrizione di alcuni fermo-immagine particolari e colorati, vividi.
L’Ultima Lacrima fa sovvenire una divisione razionale e assoluta del bene e del male, così come esiste nel Visconte dimezzato di Italo Calvino: un racconto nato per divertire, ma che finisce per raccontare quel modo di vivere di tanti per i quali non esistono le mezze misure. Il bianco od il nero, il fash ed il black-out, che comportano uno shock per l’alternarsi improvviso. Il dimezzato rimpatria dalla guerra, ma è solo la sua parte oscura a tornare ai suoi cari! Mentre il Signorotto se ne va per il suo regno facendo il bello o il cattivo tempo, a seconda di quale delle parti si incontri, la lacrima di Benni continua a scendere e a dividere il bene ed il male, mescolandoli talvolta, ma mai confondendoli.
L’Ultima lacrima è un libro per chi volesse mettersi in gioco e riscoprire i paradossi dell’Italia di ieri e di oggi confrontandole e giocando un po’ con le proprie esperienze, probabilmente alla fine ci si scoprirà fragili e davvero un’ultima lacrima scenderà prima che il sipario si chiuda.
Bruna Larosa
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