E' stato un processo lampo quello di stamattina presso il Tribunale di Cosenza a carico di Andrea De Bonis, Daniela Ielasi e Fabrizio Grandinetti, accusati del reato di “occupazione e interruzione di pubblico servizio” e difesi dagli avvocati Luigi Bonofiglio e Adriano D'Amico. Il giudice monocratico Branda, come già la stessa pubblica accusa, ha subito capito che il reato ipotizzato non si reggeva impiedi, e infatti l'assoluzione per non aver commesso il fatto è stata piena e immediata.
I fatti risalgono al 9 novembre 2005, giorno in cui un gruppo di studenti dell'Università della Calabria, aveva promosso una manifestazione di protesta sulla riforma Moratti davanti la Presidenza di Scienze Politiche, al Polifunzionale. “C'era uno stereo con della musica – ricordano i due testimoni dell'accusa, il brigadiere Aquila e la dottoressa Gabrieli, impiegata presso la Presidenza – e una trentina di studenti che parlavano fra di loro”.
“Sono entrati nei corridoi – continua la dottoressa Gabrieli – e hanno chiesto pacatamente di parlare con il Preside Gambino, che però era fuori e quindi hanno deciso di attendere il suo ritorno”. Alla domanda insistente del PM “Ma i ragazzi impedivano agli impiegati di lavorare?”, sia il brigadiere e che l'impiegata hanno risposto negativamente, con divertita meraviglia da parte dei presenti, nonché del giudice stesso. All'udienza erano stati chiamati come testimoni della difesa il Preside Silvio Gambino, il professore Franco Piperno e quattro studenti di Scienze Politiche. Ma non c'è stato bisogno di sentirli. L'accusa ha rinunciato ai suoi testimoni e la difesa ai suoi, il PM ha chiesto l'assoluzione, d'accordo la difesa, e il giudice dopo pochi minuti ha pronunciato la sentenza.
Com'è possibile mettere impiedi processi simili? La dinamica scatenante è stata ricostruita dagli stessi testimoni durante l'udienza. L'impiegata Gabrieli, alla vista degli studenti, ha telefonato al direttore amministrativo Antonio Onofrio, il quale ha chiamato i carabinieri di Rende i quali, senza procedere ad alcuna identificazione, hanno denunciato i tre imputati. Dopo la telefonata, la dottoressa Gabrieli dava disposizione agli altri colleghi di chiudere le stanze a chiave, per evitare agli studenti di entrare. Dunque nessuna occupazione, gli studenti avevano pieno diritto di sostare nei corridoi in orario di sportello, né tantomeno interruzione del servizio.
Una semplice protesta studentesca che, lo ricordiamo, si concluse la sera stessa con una pacifica assemblea fra il Preside e gli studenti, ha invece coinvolto – con relative spese – forze dell'ordine, avvocati, giudici, testimoni. Il processo era stato chiesto dagli avvocati della difesa nel gennaio 2007, per ricorso contro la condanna penale – carcere o pena pecuniaria – notificata ai loro assistiti.
la gente è ridicola! ricordo quel giorno e sinceramente non avrei mai pensato che delle persone potessero finire in tribunale perchè erano riuniti sotto la presidenza!!!!! Occupazione di che poi? e allora a tutti quelli che davvero fanno del male che dovrebbero fare...? CHE AMAREZZA....
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