martedì 30 novembre 2010

Gli studenti bloccano le città. In serata la riforma passa alla Camera


"Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città" è lo slogan urlato oggi in tutte le città universitarie d'Italia. Gli studenti hanno mantenuto la promessa e dalla mattina hanno invaso con cortei non autorizzati le strade, hanno bloccato il traffico e la viabilità, le stazioni ferroviarie, gli svincoli autostradali.
A Roma sono botte con la polizia che impedisce all'enorme corteo (50mila persone) di assediare Montecitorio come annunciato.

A Cosenza un nutrito corteo formato da universitari e studenti medi è arrivato fino al vicino svincolo dell'A3 bloccando il traffico per un quarto d'ora e creando non pochi disagi. Una bella manifestazione, favorita anche dal caldo primaverile, che non ha risparmiato critiche anche al rettore dell'università. E alla fine ritorno in Aula Magna, con tanto di assemblea. Restano infatti occupati sia Aula Magna che Rettorato.
In serata, dopo un'altra giornata di passione, si è conclusa la discussione alla Camera del Ddl Gelmini, votato da 307 sì e 252 no. Ora la legge torna al Senato.
Ma all'Unical, come nelle altre università, non c'è aria di smobilitazione. La linea al momento, è quella di mantenere le occupazioni.

Maggiori approfondimenti sul prossimo numero cartaceo di Fatti Al Cubo, in fase di preparazione, ed in uscita lunedì 6.

lunedì 29 novembre 2010

Riforma al voto, la vigilia calda degli studenti


Una giornata densa di passione quella trascorsa oggi in tanti atenei italiani. Le occupazioni si sono moltiplicate a Milano, Venezia, Pisa, Firenze, Perugia, Napoli Urbino, Ancona, Palermo, Cagliari. All'Aquila gli studenti hanno invaso la zona rossa del centro storico: come i loro colleghi hanno occupato i monumenti e i simboli della cultura italiana, gli studenti aquilani hanno voluto riappropriarsi del patrimonio culturale danneggiato dal terremoto. A Roma gli studenti hanno occupato tutte le facoltà della Sapienza e si preparano alla grande giornata di domani, con la mobilitazione in piazza davanti a Montecitorio, in concomitanza con il voto alla Camera della legge Gelmini. Ma la protesta ha travalicato i confini del Paese, con l'eclatante occupazione del tetto del Cern a Ginevra da parte dei ricercatori, il più grande laboratorio di fisica al mondo.
UNICAL - La giornata per gli studenti dell'Unical è cominciata presto. Due cortei spontanei sono partiti dai poli opposti del Ponte, Farmacia al Polifunzionale e Ingegneria, per incontrarsi alle pensiline degli autobus, dove è stato bloccato il traffico in entrata e in uscita dall'ateneo. Alle 15 partecipata assemblea nell'Aula Magna occupata ed infine occupazione del Rettorato. Un migliaio di studenti ha preso parte alla giornata di mobilitazione e passata la notte nel rettorato occupato scenderanno dinuovo in piazza domattina per un corteo rumoroso, che dalle colline di Arcavacata conta di raggiungere la città. Pochi i docenti presenti, ancora meno i ricercatori. Una protesta nata da loro li ha visti man mano sparire, per lasciare spazio all'esplosiva anche se tardiva mobilitazione studentesca. E mentre a Firenze il rettore invita i colleghi ad astenersi dalla didattica in segno di protesta, il rettore dell'Unical è già andato via quando arrivano gli studenti ad occupare il rettorato.
Domattina l'appuntamento è alle 9:30 davanti l'aula magna. Gli studenti promettono che si faranno sentire da Roma. (Die)

domenica 28 novembre 2010

Rinviata la visita di Vendola all'Unical


Rinviata a data da destinarsi l'attesissima visita in Calabria del governatore della Puglia Nichi Vendola. Il leader di Sinistra e Libertà aveva in programma un incontro a Lamezia Terme lunedì 29 ed il giorno successivo un dibattito all'Università della Calabria sulla riforma universitaria. Ma il suo staff conferma che per improrogabili impegni istituzionali Vendola non potrà essere in Calabria.
La visita all'Unical cadeva proprio in concomitanza con la votazione alla Camera della Legge Gelmini e nella comunità di Arcavacata c'era molto fermento, specie fra gli studenti che giovedì scorso avevano occupato l'Aula Magna e preparavano una calda accoglienza al governatore. (Die)

giovedì 25 novembre 2010

Anche dall'Unical segnali di protesta


Anche l'Università della Calabria aderisce, seppur timidamente, alla protesta in atto in tutto il Paese contro la legge Gelmini. Giovedì mattina un gruppo di studenti, dopo aver bloccato il traffico alle pensiline dei pullman per una ventina di minuti, si è diretto verso l'Aula Magna dove era riunito il consiglio di facoltà di Scienze Politiche per seguire in diretta il voto sulla legge previsto in un primo momento il 25 novembre. Dopo aver partecipato all'assemblea dei docenti, gli studenti hanno deciso di occupare l'Aula Magna per mantenere alta l'attenzione fino a martedì 30, data in cui il provvedimento verrà effettivamente votato. Hanno affisso uno striscione "la cultura non si privatizza" e un manifesto di Beata Ignoranza, con l'effige della contestata ministra. E per lunedì 29 è stata indetta un'assemblea d'ateneo alle ore 15 nell'aula magna occupata.
Il 30 novembre sarà invece la volta di Nichi Vendola atteso già da tempo nella stessa Aula Magna per un incontro con gli studenti sulla riforma universitaria. L'incontro resta confermato per le ore 12.
Ma anche i docenti della facoltà di Scienze Politiche hanno inteso esprimere con un documento la propria contrarietà alla legge in vista del voto. "Il sistema universitario italiano - si legge nel documento - necessita di una riforma, ma l’attuale testo di riforma, sostenuto dall’attuale maggioranza, non risolve nessuno dei problemi dell’Università, anzi li aggrava. Infatti, il testo di legge da approvare avrebbe la conseguenza di azzerare l’attuale sistema senza sostituirlo con un nuovo impianto che, per essere attuato, avrebbe bisogno di ulteriori leggi e regolamenti. È facile prevedere che l’instabilità del Governo in questo periodo non determinerà l’approvazione delle norme di attuazione, creando dei vuoti normativi che avrebbero l’effetto immediato di bloccare completamente l’attività universitaria". Pertanto "nell’ipotesi in cui la riforma dovesse essere approvata nel testo attuale, tutti coloro che ricoprono cariche istituzionali all’interno della Facoltà di Scienze Politiche (Preside, Preside vicario, Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea e Direttore della Scuola Superiore di Scienze delle Amministrazioni Pubbliche) hanno dichiarato la loro disponibilità a rassegnare le dimissioni dai propri incarichi".
In mobilitazione anche la facoltà di Ingegneria, che chiede "al Rettore di sospendere fino al 30 novembre le attività didattiche e, contestualmente, di convocare un’assemblea permanente; ai Presidenti delle commissioni di laurea di svolgere le sedute fino al 30 novembre in orari serali, dando lettura della presente mozione a inizio seduta; di consentire ai docenti che ne facessero richiesta lo svolgimento fino al 30 novembre di forme di didattica alternativa".

Daniela Ielasi

Riforma Gelmini, la battaglia degli emendamenti. Il voto finale slitta a martedì


Mentre proseguono in tutta Italia le proteste contro la riforma dell'Università, nell'aula della Camera continua la battaglia degli emendamenti.
Dopo essere finito sotto due volte martedì e una mercoledì a Montecitorio, il governo viene di nuovo battuto alla Camera su un emendamento di Futuro e libertà nel disegno di legge di riforma dell'università su cui l'esecutivo aveva dato parere contrario. L'emendamento all'articolo 16, di cui è primo firmatario Fabio Granata (Fli), è passato con 261 no, 282 sì e tre astenuti. L'approvazione dell'emendamento è stata accolta con applausi da parte dell'opposizione.
Il voto finale di Montecitorio sul provvedimento, che era atteso nel pomeriggio, slitta a martedì, poi il ddl passerà al Senato. Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, dopo la nuova battuta d'arresto alla Camera, ha riferito che l'emendamento approvato non è «particolarmente significativo, ma se saranno votati emendamenti il cui contenuto stravolge il senso della riforma, mi vedrei costretta a ritirarla».

mercoledì 24 novembre 2010

Riforma Università, la protesta dilaga in tutto il Paese. A Roma gli studenti assediano Palazzo Madama


ROMA - Giornata di proteste, cortei e occupazioni in tutta Italia contro la riforma dell'Università. Alcuni studenti, a Roma, nel corso della manifestazione, hanno superato le barriere di sicurezza, tentando di entrare a Palazzo Madama, sede del Senato, ma sono stati allontanati dalle forze dell'ordine, che hanno chiuso il portone. Durante l'invasione dell'atrio, una persona ha accusato un malore e i ragazzi sono stati trascinati e respinti all'esterno. Fuori da Palazzo Madama c'è stato lancio di fumogeni e uova 1 contro il portone. Il corteo si è diretto, poi, a palazzo Grazioli. "Dimissioni, andate a casa", hanno urlato gli studenti, bloccati a pochi metri dall'edificio dal cordone della polizia in tenuta anti-sommossa.

Proteste e manifestazioni in tante altre città: docenti e studenti sono saliti sui tetti delle facoltà a Torino, Perugia e Salerno. A Pisa traffico in tilt. E per domani si annuncia una nuova manifestazione dalla Sapienza a Montecitorio: ''Domani ripartiremo in corteo dall'università La Sapienza di Roma diretti a Montecitorio'', hanno detto gli studenti.

Studenti: "Contusi alcuni manifestanti". ''Alcuni manifestanti, forse più di una decina, sono rimasti contusi durante gli scontri con le forze dell'ordine in via di San Marcello'', hanno riferito alcuni ragazzi. Anche otto carabinieri sono rimasti feriti.

Due arresti e 27 denunce. Due arrestati e ventisette denunciati: è questo il bilancio dei disordini durante la manifestazione nella Capitale. Tra i denunciati otto hanno partecipato all'irruzione nell'atrio di Palazzo Madama. Sull'episodio sono in corso indagini della Digos per identificare eventuali altri responsabili del blitz al Senato e degli scontri nel centro di Roma.

Fini: "Inaccettabile violenza". L'attacco al Senato è stato un gesto "di inaccettabile violenza". Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha commentato in una nota inviata a Renato Schifani, la protesta degli studenti a Palazzo Madama. ''Signor Presidente - scrive Fini - ho appreso con preoccupazione le notizie sui tumulti e gli incidenti avvenuti nel corso di una manifestazione di studenti svoltasi oggi davanti al Senato della Repubblica e che ha anche comportato il ferimento del Dottor Francesco Capelli, addetto alla Sicurezza del Palazzo''. ''Nel condannare con fermezza questo inaccettabile episodio di violenza e di intolleranza, che ha avuto come obiettivo una sede parlamentare, cuore della vita democratica del Paese, e gli uomini che in essa operano, desidero esprimere - conclude il presidente della Camera - la intensa solidarieta' mia personale e della Camera dei deputati, unitamente agli auguri di pronta guarigione al funzionario coinvolto negli scontri''.

Schifani: "Intollerabile se la protesta colpisce istituzioni". È con "grande amarezza" che il presidente dell'assemblea di palazzo Madama Renato Schifani ha preso la parola per riferire sui "gravi incidenti" avvenuti questa mattina di fronte all'ingresso principale del palazzo. La protesta è legittima, ha detto in sostanza, Schifani a patto che non sia violenta. Diventa "intollerabile" se colpisce le istituzioni che sono un patrimonio di tutti.

Scontri in centro. Gli studenti che si sono mossi verso Montecitorio, hanno tentato di forzare un cordone delle forze dell'ordine e sono stati respinti con i manganelli. I manifestanti hanno lanciato anche un petardo. Gli scontri sono avvenuti mentre nell'Aula della Camera era in corso l'esame della riforma dell'Università, che domani dovrebbe avere il via libera. Il leader del Partito democratico, Pier Luigi Bersani ha parlato con i ricercatori e gli studenti che da ieri sono sul tetto della facoltà di Architettura in piazza Borghese a Roma: ''Il ddl Gelmini è un disastro omeopatico, smantella l'università pezzo a pezzo'', ha detto, dopo essere salito sul tetto.

Il sit-in a Montecitorio. Un sit-in di protesta si è svolto davanti a Montecitorio contro il ddl Gelmini. Slogan contro il governo e striscioni con scritto 'Ridateci il nostro futuro', 'No ai tagli', 'Qui riposa in pace la scuola pubblica'. Ci sono bandiere e palloncini colorati della Flc Cgil. Una protesta che si accompagna a quella di questi giorni in molte città d'Italia con studenti e ricercatori che sono saliti sui tetti e hanno occupato scuole e facoltà. Tutto questo, spiega la Rete degli studenti, per ''gridare il nostro dissenso nei confronti di un ddl che distrugge l'università e la ricerca, che non pensa al futuro di noi studenti e del Paese''. ''Da Torino a Palermo passando per Milano, Firenze, Roma, Napoli e Catania - prosegue la Rete degli studenti - gli studenti occupano e autogestiscono scuole e facoltà. Il ddl Gelmini è una pietra tombale sull'università italiana che si inserisce in un'ottica generale di riforma della scuola e dell'università basata su tagli e privatizzazioni. Noi studenti non possiamo permettere che si giochi sul nostro futuro".

Occupata Giurisprudenza, salta inaugurazione anno accademico. "Gli studenti tornati in corteo alla
Sapienza hanno occupato la facoltà di Giurisprudenza, dove si sarebbe dovuta tenere l'inaugurazione dell'anno accademico", hanno detto i Collettivi universitari. "La cerimonia è saltata, al suo posto c'è stata un'assemblea degli studenti che ora sono accerchiati dalla polizia e dalla questura universitaria- dice la
nota-. Questa sera assemblea di studenti, ricercatori e di tutti coloro che vivono ogni giorno l'università per decidere le prossime tappe della mobilitazione".

Gelmini: "Studenti strumentalizzati dalla sinistra". "Gli studenti che contestano le riforme del governo rischiano di difendere i baroni, i privilegi e lo status quo. Alcuni studenti vengono strumentalizzati da esponenti politici della sinistra che oggi hanno deciso di inscenare una sceneggiata sui tetti delle università". Così in una nota il ministro dell'istruzione, Maria Stella Gelmini, commentando le mobilitazioni e l'intervento di alcuni politici dell'opposizione: "Bersani - prosegue la Gelmini - in questo modo dimostra poco rispetto nei confronti dell'Aula che in queste ore sta discutendo una riforma che rivoluziona l'università italiana. Ai leader della sinistra dico che non basta salire un'ora sul tetto per far dimenticare come la sinistra ha ridotto l'università pubblica in italia. Per anni la sinistra ha impedito, per motivi culturali, che nelle università venisse premiato il merito. Sono stati umiliati i migliori per promuovere parenti e amici. È da respingere - conclude - il tentativo maldestro di alcuni di addebitare al governo o ai tagli l'inefficienza del sistema universitario. I soldi invece ci sono sempre stati, ma sono stati usati per moltiplicare posti, corsi di laurea inutili e sedi distaccate non necessarie".

Protesta a oltranza. Le mobilitazioni continueranno anche nei prossimi giorni e sabato 27 novembre, in occasione della manifestazione nazionale della Cgil, gli studenti scenderanno di nuovo in piazza.

Flash mob a Firenze. Una lunga catena umana per circondare, in un simbolico abbraccio, il rettorato
dell'Università di Firenze. Questo il 'flash mob' organizzato dal coordinamento dei ricercatori dell'ateneo fiorentino contro il disegno di legge Gelmini. Circa 100 i partecipanti che dopo aver anche attraversato,
formando una catena umana, piazza San Marco, sono stati ricevuti dal rettore, professor Alberto Tesi. ''Vi sono vicino - ha detto il rettore Tesi - e anche voi dovete essere vicini all'universita'. È un momento difficile,
ognuno deve fare la propria parte''. Ieri il rettore aveva sottolineato la preoccupazione ''per le risorse promesse e poi accantonate negli ultimi passaggi parlamentari'' nel testo del ddl e aveva convocato per oggi un Senato accademico straordinario.

A Torino, Perugia e Salerno ricercatori sui tetti. Anche a Torino prosegue la protesta. Gli studenti hanno occupato Palazzo Nuovo, sede delle Facoltà umanistiche. Da questa mattina alle 8 ci sono picchetti davanti agli ingressi che bloccano le entrate, mentre le lauree che si dovevano discutere sono state spostate in altre sedi universitarie. La notte scorsa è stato bloccato con catene ad opera del 'Fantasma dell'onda' l'ingresso della palazzina Einaudi, sede di Giurisprudenza e Scienze politiche. Infine, restano sul tetto di Palazzo Nuovo i ricercatori saliti nel pomeriggio di ieri e che hanno trascorso la notte attrezzati con coperte e sacchi a pelo. La protesta fanno sapere andrà avanti ad oltranza. A Perugia alcuni ricercatori sono saliti sul tetto della mensa dell'Università, in via Pascoli. Ed è ripresa stamani, anche sui tetti degli edifici dell'Università di Salerno, la protesta di professori, ricercatori e studenti. Circa una cinquantina di persone, sui tetti dell'edificio del campus di Fisciano, sta sfidando la pioggia e il freddo, "per opporsi in maniera visibile - dice Diego Barletta, uno dei ricercatori in protesta - all'approvazione di una riforma che non investe sull'università pubblica, non garantisce il diritto allo studio per tutti, concentra il potere decisionale delle università nelle mani di pochi e non offre giuste prospettive di carriera ai giovani studiosi".

Pisa, ponti bloccati, aeroporto occupato. Un migliaio di studenti universitari ha occupato stamani i cinque principali ponti sull'Arno, situati nei pressi del centro storico di Pisa, paralizzando il traffico in tutta la città. L'azione rientra nella mobilitazione contro il ddl Gelmini ed è stata attuata da studenti di sette facoltà occupate (scienze, scienze politiche, lingue, lettere, giurisprudenza, ingegneria ed economia) e di altre facoltà dove sono in corso assemblee. Dal centro cittadino, duemila studenti in corteo si sono diretti all'aeroporto 'Galileo Galilei', e alcune centinaia di loro hanno occupato i piazzali adiacenti alle piste. L'operativita' dello scalo pisano è stata temporaneamente sospesa.

Siena: occupati binari della stazione. Circa 100 studenti hanno occupato i binari della stazione di Siena. Gli studenti hanno esposto uno striscione con scritto "Basta tagli all'università". Il transito dei treni è bloccato su tutti i binari.

Palermo, occupate 16 scuole. Sedici istituti superiori in 'stato d'agitazione' e la Facoltà di lettere e filosofia occupata dagli studenti a Palermo. Proseguono la protesta e l'ininterrotto volantinaggio degli studenti. Per domani indetta un'assemblea d'ateneo.

(da LaRepubblica.it del 24 novembre 2010)

martedì 23 novembre 2010

Truffa all'UE, agli arresti un docente di Ingegneria


La cronaca giudiziaria torna a parlare di università. Il professore Bruno De Cindio, napoletano, 64 anni, ordinario di ingegneria chimica presso il Dipartimento di Modellistica per l'Ingegneria dell'Unical, è stato arrestato stamattina nell'ambito di un'operazione effettuata dalla Guardia di Finanza di Catanzaro per una presunta truffa all'Unione Europea.
Insieme al professore De Cindio, che si trova ora agli arresti domiciliari, altre sette persone sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare, imprenditori, commercialisti, consulenti del lavoro e altri docenti universitari. Tutti sono stati posti agli arresti domiciliari con l'accusa, a vario titolo ed in concorso, di truffa, falso e diversi illeciti fiscali. Sequestrati beni per un valore di circa 300 milioni tra immobili, aziende ed azioni.
Secondo le accuse gli otto ricevevano soldi pubblici per finanziare innovative e complesse ricerche scientifiche, mai realizzate. L'indagine è nata da una serie di controlli effettuati dal nucleo di polizia tributaria di Catanzaro su diverse imprese beneficiarie di soldi pubblici, concessi sia dal ministero dello Sviluppo sia da quello dell'Istruzione per la realizzazione di studi scientifici in Calabria. I militari hanno scoperto che questi studi, lautamente finanziati, non sono mai stati svolti o sono stati fatti ma in altre sedi. E soltanto sulla carta sarebbe stata formato il personale, tramite falsi corsi di specializzazione anche questi ampiamente finanziati. Ammonta infatti a 31 milioni e 227mila euro il contributo ottenuto dagli otto arrestati, di cui 20 milioni e 670mila euro già effettivamente erogati.
L'operazione denominata "Silva" nasce proprio da alcune criticità relative alla procedura di finanziamento pubblico a favore della «Silva extracts s.r.l.», società con sede legale a Ceva (Cn), beneficiaria ai sensi del P.i.a. (pacchetto integrato agevolazioni) innovazione, di un contributo pubblico di oltre 27,5 milioni di euro per la realizzazione di un articolato programma di investimenti a Rende, presso la ex Legnochimica. Il progetto ammesso a finanziamento riguardava lo studio e la realizzazione di processi industriali per la produzione di fibre naturali micro colloidali, estratti tannici e pectina per usi alimentari, dietetici, farmaceutici e cosmetici.
Gli accertamenti avrebbero permesso di ricostruire un grave quadro indiziario nei confronti dei responsabili della società. Sarebbe emerso, in particolare, che questi ultimi, con l’ausilio di altre persone, avevano posto in essere una serie di artifici e raggiri, finalizzati a dimostrare alla banca concessionaria di aver sostenuto oneri di spesa, relativamente sia al programma di sviluppo precompetitivo che a quello di formazione; di aver svolto tali attività scientifiche in Rende; di aver assunto personale «qualificato», in possesso di idonea specializzazione nei campi oggetto del programma di sviluppo precompetitivo; - di avere assunto personale da destinare alla sede di Rende ed, ovviamente, in mansioni concernenti le attività della «Silva Extracts s.r.l.» oggetto delle pubbliche erogazioni; di aver acquistato macchinari, da impiegare nella sede di Rende. Tutte circostanze che, secondo gli inquirenti, si sono rivelate non corrispondenti al vero.
I docenti coinvolti, secondo l'accusa, avrebbero rilasciato attestazioni - indispensabili per l'ottenimento dei contributi -, nelle quali veniva falsamente dichiarata la partecipazione ad attività di ricerca scientifica, svolte nelle loro università, da parte di alcuni dipendenti della «Silva». Sulla base degli elementi di prova raccolti, l’attività investigativa è stata estesa ad un’altra società del gruppo imprenditoriale «Silva» (specializzato, a livello internazionale, nella prduzione di sostanze destinate all’alimentazione): la «Silvachimica s.r.l.» di San Michele Mondovì (Cn), beneficiaria anch’essa di un cospicuo contributo pubblico, pari ad oltre 3,5 milioni di euro, concesso dal ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, per lo svolgimento di un articolato programma scientifico/industriale localizzato, sempre nel comune di Rende, e sempre nell’area dell’ex Legnochimica, sulla quale la Procura di Cosenza sta svolgendo specifici accertamenti per verificare la situazione di inquinamento del suolo, del sottosuolo e delle falde acquifere.

venerdì 19 novembre 2010

La 'ndrangheta all'università di Reggio, Catanzaro e Messina


REGGIO CALABRIA - La cosca Pelle avrebbe condizionato la facoltà di Architettura dell'Università di Reggio Calabria, controllando test d'accesso ed esami. E' quanto emerge da un'inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria, che ha emesso 11 informazioni di garanzia nei confronti di altrettanti docenti, impiegati e studenti dell'ateneo.

Non solo: il capo della cosca, Giuseppe Pelle, uno dei personaggi più influenti di tutta la 'ndrangheta, si vantava di potere influire anche sui test d'accesso alle facoltà di Medicina di Catanzaro e Messina. L'inchiesta, le cui indagini sono delegate ai carabinieri del Ros, rappresenta uno sviluppo dell'operazione Reale che nell'aprile scorso portò al fermo di otto affiliati alla cosca Pelle, tra cui lo stesso Giuseppe Pelle, ed all'accertamento dei collegamenti operativi tra il gruppo criminale di San Luca e le cosche della 'ndrangheta più influenti di Reggio Calabria. E proprio a Reggio i Pelle avrebbero attuato un controllo sull'università per fare laureare non soltanto i loro rampolli, ma anche i figli degli "amici" che ne facevano richiesta.

Emblematica, in questo senso, è l'intercettazione ambientale acquisita agli atti dell'inchiesta del dialogo tra Giuseppe Pelle ed una persona che gli aveva mandato Domenico Oppedisano, il capo assoluto della 'ndrangheta, incoronato" in occasione della Festa della Madonna del santuario di Polsi del 2009, così come è emerso dall'operazione Crimine condotta nel luglio scorso dalle Dda di Reggio Calabria e Milano. Nel colloquio Pelle chiede al suo interlocutore, che gli aveva chiesto un aiuto per il figlio che voleva iscriversi a Medicina, se vuole studiare nell'Università di Messina o Catanzaro sostenendo di potere condizionare i test d'accesso in entrambi gli atenei.

Gli investigatori affermano di non sapere se la persona che incontrò Pelle grazie alla raccomandazione di Domenico Oppedisano sia poi riuscita a fare entrare il figlio all'Università visto, che subito dopo quell'incontro, scattò l'operazione Reale. La vicenda fa capire, comunque, quanto forte ed esteso sia il potere della cosca di San Luca, che con tali comportamenti, tra l'altro, ha emulato un altro tra i più potenti gruppi della 'ndrangheta, quello dei Morabito di Africo.

Il capo della cosca, Giuseppe, detto 'U Tiradrittu, catturato dopo una latitanza protrattasi per oltre 20 anni, nel corso della sua 'onorata carriera avrebbe fatto laureare in Medicina decine di studenti iscritti all'Università di Messina.

(da Repubblica.it del 19 novembre 2010)

domenica 14 novembre 2010

"Senza colpa", al Dam il romanzo di Felice Cimatti


Si svolgerà al Dam (Polifunzionale Unical) martedì 23 novembre alle ore 17:30 la presentazione del primo romanzo scritto da Felice Cimatti, dal titolo “Senza colpa” (edizioni Marcos y Marcos). L’autore, nato a Roma nel 1959, è docente di filosofia del linguaggio all’Università della Calabria. Non si era mai occupato di narrativa finora, ma in compenso ha pubblicato “Mente e linguaggio negli animali. Introduzione alla zoosemiotica cognitiva” (Carocci 2002), “La scimmia che si parla. Linguaggio, autocoscienza e libertà nell’animale umano” (Bollati Boringhieri 2000), “Il senso della mente. Per una critica del cognitivismo” (Bollati Boringhieri 2004) e altri saggi filosofici.
“Un noir etologico che smaschera tutti e non assolve nessuno”: la trama di “Senza colpa” parte dal Centro per lo studio della coscienza animale, dove si fanno strani esperimenti sugli scimpanzé. Il dottor Sauvage, scienziato senza scrupoli, vuole capire se in certe condizioni anche gli animali possono diventare crudeli come gli uomini. Ma un giorno Sauvage scompare. L’ispettore Mark Soul indagherà sul caso, ma il silenzio che lo circonda gli appare omertoso, compreso quello degli animali.
L’ispirazione del romanzo è lo stesso Cimatti a raccontarla in un’intervista. “Come scrive Derrida, un filosofo che non mi piace molto, ma che ha scritto un bel libro sulla filosofia e gli animali, sono davvero poche le persone che si fanno guardare da un animale, ad esempio un gatto, senza subito pensare di sapere tutto su quell’animale. Forse per questo, dopo averci pensato tanto (l’ultimo capitolo di ‘Senza colpa’ l’avevo in mente da anni), alla fine mi sono messo a scrivere questa storia. Perché quando vedo un gatto, o una capra in un prato, non mi preoccupo più tanto di quello che possono pensare, li guardo e basta, se non li infastidisco, e rimango stupito per la meraviglia misteriosa di quello sguardo”.
Alla presentazione del libro parteciperanno, oltre all’autore, Michele Trotta, Massimo Celani, Margherita Ganeri, Bruna Mancini.

giovedì 11 novembre 2010

Londra, la rabbia degli studenti


Gli universitari in piazza contro l'aumento della rette. Scontri davanti al Parlamento inglese

LONDRA - Decine di migliaia di studenti e ricercatori universitari hanno manifestato nel centro di Londra per protestare contro il piano di riforma dell’istruzione superiore che include un drastico aumento delle rette (il tetto passa dalle attuale 3mila sterline l’anno, a seimila e in alcuni casi, a nove) e il taglio dei finanziamenti pubblici. Di fronte al quartier generale del Partito conservatore di Millbank Tower, sul Tamigi, a pochi passi dalla nuovaTate gallery, diverse decine di manifestanti hanno appiccato il fuoco ai cartelloni che portavano, infranto vetrate, e fatto irruzione nella lobby, da cui hanno anche portato via alcune poltrone. La polizia è intervenuta, e alcuni agenti sono rimasti feriti mentre cercavano di trascinare fuori dall’edificio gli attivisti che si erano sdraiati sul pavimento. Alcuni di loro sono riusciti a raggiungere il tetto, da cui hanno gettato oggetti contro gli agenti schierati di fronte all’ingresso. Numerosi manifestanti sono stati arrestati. A Westminster, circa 200 studenti sono riusciti a varcare le barriere che erano state poste e inscenato un sit-in di fronte al parlamento.

Come ha spiegato uno dei 400 studenti di Oxford che oggi sono arrivati a Londra, David Barclay, che è presidente della Union dell’università in cui hanno studiato diversi degli esponenti di questo governo, «questo è il giorno in cui i politici impareranno che, anche se dimenticano le loro promesse, gli studenti non lo fanno». E sono i liberaldemocratici, che nella loro campagna elettorale avevano promesso di opporsi ad aumenti delle tasse, e che hanno raccolto molti voti fra gli universitari, il vero bersaglio della protesta che ha visto coinvolti oggi oltre 50mila studenti (secondo i dati degli organizzatori) provenienti da tutto il Paese. «I ragazzi di Oxford assicurano che non si metteranno in disparte per vedere i fondi per l’insegnamento decimati, per assistere all’appesantimento della prossima generazione di studenti con debiti insostenibili, non ci metteremo da parte mentre la nostra università diventa, ancora una volta, un rifugio per l’elite dei privilegiati», ha dichiarato Barclay.

Il presidente della National Union of Students, Aaron Porter, ha preannunciato che gli studenti si batteranno per far autorizzare elezioni supplettive nelle circoscrizioni vinte dai deputati liberaldemocratici - che si erano schierati in campagna elettorale contro gli aumenti delle rette- sulla scia di quello che aveva proposto in un discorso lo scorso giugno il vice premier, e leader libdem, Nick Clegg, per autorizzare la rielezione nei seggi in cui il deputato fosse stato accusato di un grave problema. Già a partire da lunedì inizieranno a raccogliere le firme nella circoscrizione di Clegg di Sheffield Hallam, anche se la legge non esiste ancora. Immediatamente, la Nus ha condannato le azioni violente dei «manifestanti canaglia» che hanno messo a rischio la protesta pacifica.

(da La Stampa.it)

martedì 9 novembre 2010

Dall'Università di Parma, il Grido d'Allarme

Ecco il testo del Grido d'allarme lanciato dall'Università di Parma che sta diventando un manifesto nazionale

Difendiamo la Costituzione e la Democrazia Come docenti dell’Università e donne e uomini di cultura di Parma, consapevoli della responsabilità che abbiamo di leggere i segni dei tempi e di segnalare i pericoli di una involuzione e di perdita dei valori della società, esprimiamo la più forte preoccupazione per lo stato di degrado sociale, economico e morale in cui sta sprofondando il nostro Paese.
In presenza di una opinione pubblica in gran parte indifferente e rassegnata, riteniamo di non poter più assistere in silenzio
- allo svuotamento della Carta costituzionale nei diritti fondamentali dei cittadini e la messa in pericolo della nostra democrazia;
- alla costante delegittimazione del Parlamento, del Capo dello Stato, della Corte Costituzionale e della Magistratura;
- alla presentazione di leggi “ad personam”, che trasformano il diritto in privilegio;
- al drammatico disagio di tante famiglie, lavoratori e giovani colpiti dalla crisi, mentre la politica e il parlamento sono sequestrati dai problemi giudiziari del premier;
- all’impoverimento della scuola e dell’università pubbliche e all’affossamento della ricerca e del futuro dei nostri giovani migliori; - all’occupazione e alla strumentalizzazione dei mezzi televisivi per la creazione di un pensiero unico;
- alla dissennata privatizzazione di attività e competenze squisitamente statali quali la difesa e la protezione civile.
Facciamo appello alle altre Università, alle intelligenze ed all’energia di coloro che, partendo dai giovani, rendono vivo il nostro Paese e non si rassegnano al suo declino, affinché si uniscano in un impegno comune fatto di azioni e di proposte.
Questi sono gli obiettivi primari - difendere i valori della Costituzione, la legalità e lo stato di diritto, - affermare il diritto allo studio e al lavoro come diritto alla realizzazione di ogni persona, - dare slancio concreto alla ricerca per sviluppare e trattenere le intelligenze del nostro Paese, - promuovere una cultura politica, basata sulla solidarietà, l’uguaglianza e la giustizia per fermare la deriva verso la barbarie.
L’Italia per salvarsi deve ritornare allo spirito del 25 aprile; dobbiamo ricominciare a resistere nel nome di tutti coloro che diedero la loro vita per affermare gli ideali che ora dobbiamo tornare a difendere.

Per aderire visitare il sito:
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venerdì 5 novembre 2010

Musicista cosentina suicida, aveva insegnato all'Unical

COSENZA - Muore una musicista cadendo dal settimo piano. Nadia Capogreco di 50 anni, è morta questa mattina, cadendo dal settimo piano del palazzo in cui abitava, in contrada Quattromiglia. La musicista, che aveva anche insegnato Semiologia della musica al Dams dell'Unical come contrattista esterna, era molto nota nell’ambiente dei musicisti cosentini. La donna è stata trovata senza vita nel giardino del condominio dove abitava dai suoi vicini di casa, che hanno subito dato l’allarme. Sul posto sono giunti celermente i carabinieri, i sanitari del 118 e i vigili del fuoco, ma per la donna non c’era ormai nulla da fare. Ora si tratterà di appurare se la caduta dal balcone sia stata accidentale o se si sia trattato di suicidio.
Proprio ieri si è sfiorata la tragedia anche a Lecce, dove una giovane ricercatrice del’ex-monastero degli Olivetani, ha cercato di togliersi la vita lanciandosi da un balcone. Il fatto è accaduto intorno alle 10, presso il dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento. La ricercatrice, una 38enne di Copertino, assistente di un docente di Storia Moderna, avrebbe tentato di togliersi la vita gettandosi del balcone della facoltà a causa dello sconforto legato alle vicende lavorative.
Solo il provvidenziale intervento di alcuni studenti, che sono riusciti a convincere la donna a non buttarsi, ha evitato una nuova tragedia nel mondo dell’università, che ricorda tristemente la vicenda di Norman Zarcone, il giovane dottorando gettatosi martedì 14 settembre dal balcone della facoltà di Lettere di Palermo per paura di ritrovarsi senza lavoro.

(da Cronaca Live)

Al teatro Morelli il Musical Barabba



Dopo il successo dello scorso ottobre a Roma, il prossimo 16 novembre la rappresentazione del Bruzia Ballet avverrà presso il Teatro Morelli di Cosenza!

Torna Fatti Al Cubo

Il primo numero di Fatti Al Cubo del nuovo anno accademico sarà in distribuzione a partire da lunedì 8 novembre.
All'interno un'ampia pagina dedicata al difficile avvio dell'anno accademico, ma anche al caos delle ammissioni e all'aumento dei cfu per Borse e servizi che ha buttato fuori dagli alloggi un migliaio di studenti. Inoltre troverete le consuete rubriche di cultura, gli appuntamenti e i fatti più importanti del Campus.
Con il nuovo anno sono aperte anche le candidature per il tirocinio formativo presso la redazione del giornale, con sede all'interno del Campus (presso il Dam, Edificio Polifunzionale). Gli studenti della Facoltà di Lettere, grazie ad apposita convenzione, possono svolgere il proprio tirocinio formativo nella redazione del giornale, previo colloquio con il direttore responsabile della testata. Gli interessati possono rivolgersi all'Ufficio Tirocini della facoltà e del proprio CdL (dott.ssa Gonzales). La collaborazione è comunque aperta a tutti gli studenti, a prescindere dal tirocinio. In questo caso si può contattare direttamente la Redazione del giornale allo 0984.493086 oppure inviare una mail a fattialcubo@unical.it