Nell’ambito delle attività promosse dalla Scuola Superiore di Scienze delle Amministrazioni Pubbliche sita presso l’Università della Calabria, è certamente da segnalare il corso di alta formazione dedicato alle tematiche sul Gender Mainstreaming, dal titolo ‘Donne, politiche e Amministrazioni’. Il ciclo di lezioni, chiusosi lo scorso 29 giugno con la consegna degli attestati alle partecipanti, si è dimostrato un vero e proprio richiamo per chi, giovane e meno giovane ha voluto approfondire tematiche di genere. In una terra come la nostra, spesso avara e purtroppo vincolata da un immobilismo che mortifica i talenti, il merito e la donna, il corso si è proposto di dotare gli iscritti di nuove consapevolezze. È dalla consapevolezza, infatti, che cresce il desiderio di cambiare le cose e si rafforza la volontà di lottare e farsi valere per le proprie idee. Il confronto costante tra i corsisti e le docenti, da sottolineare la squisita idea di un cast tutto al femminile, ha portato a una maturazione che difficilmente un corso seppur di alta formazione, riesce a fornire. Eppure, nonostante gli applausi e l’entusiasmo non si è respirata la tipica aria da ‘ultimo giorno di scuola’, bensì è prevalso il sentimento comune di non voler lasciare sui banchi ciò che si è appreso, ma di trasportarlo ognuno nella propria quotidianità per migliorare per sé e per chi verrà a seguire. La disparità di genere è trasversale a tutte le attività sebbene, per pregiudizio spesso, ci si focalizzi sul salario o sulle difficoltà di inserimento sul lavoro. L’esasperazione delle differenze di genere è certamente osservabile sotto il profilo pubblico, ma verità vuole che l’idea di inferiorità abbia le sue radici nella cultura tradizionale. Andando ad analizzare il nostro territorio riscontriamo che la stessa Unical ha raccolto il desiderio di formazione di tutte quelle ragazze che avrebbero voluto studiare, ma erano impossibilitate ad andare fuori regione, magari proprio a causa del pregiudizio vigente nei paesi di appartenenza. La parità si raggiunge e realizza nella quotidianità e la strada da percorrere è ancora lunga. I risultati accademici e di formazione migliori, stando alle statistiche, continuano a essere ‘rosa’, tuttavia il sistema premiale nell’ambito lavorativo mortifica la qualità per la quantità. È così che l’uomo per il semplice fatto di essere più presente sul lavoro ottiene degli avanzamenti di carriera, mentre la donna, impossibilitata ad una costante presenza, ad esempio, dalla maternità, pur raggiungendo risultati migliori, non riesce ad avanzare. L’istituzione tende alla sua conservazione, così come è naturale e come da sempre ci ricordano gli studiosi del settore, eppure essa stessa è costituita da persone! Affinché il cambiamento possa avere inizio il trucco è quello di coinvolgere le persone, donare loro la consapevolezza che probabilmente non hanno ancora e creare massa critica. Al di là degli obiettivi accademici è verosimile che sia questo uno degli scopi principali che le corsiste abbiano maturato e condiviso in queste ore di formazione. C’è da auspicare che corsi come questo vengano replicati, come hanno dimostrato di voler fare all’interno della Scuola stessa, e che davvero gli intenti e i propositi continuino a vivere al di là della cattedra, nella vita di tutti i giorni.
di Bruna Larosa
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