mercoledì 26 maggio 2010
Protesta sulle tasse, scadenza prorogata al 30 giugno
Noi la crisi non la paghiamo … o comunque la paghiamo più tardi. È stato infatti accordato il rinvio della scadenza del termine per la seconda rata delle tasse universitarie, dunque ora c’è tempo fino al 30 giugno 2010 per pagare il bollettino.
Al grido di “la vostra crisi non la paghiamo” un gruppo di studenti aveva manifestato lunedì scorso lungo il ponte e davanti al rettorato per chiedere la posticipazione della scadenza. La protesta si inserisce in un periodo caldo per l’università, in cui anche i ricercatori sono sul piede di guerra per i tagli ai fondi loro destinati. Proteste, assemblee e manifestazioni dunque caratterizzeranno i prossimi giorni. Dopo il sit-in sotto l’edificio dell’amministrazione si è data poi vita ad una manifestazione che ha percorso tutto il ponte, da ingegneria alle pensiline. Al ritorno al rettorato, dopo una iniziale fase di tensione alle porte, gli studenti sono stati fatti salire nella sala Guarasci, dove è avvenuto il confronto con Latorre, alla presenza delle forze dell’ordine. Gli studenti hanno cercato di spiegare le loro ragioni al Rettore - a tratti disponibile a tratti infastidito dall’atteggiamento dei partecipanti - che ha risposto sulla questione dell’aumento delle tasse sostenendo che se di aumento si è trattato, questo è stato solo del 2%.
Sul fatto che si potesse evitare l’aumento credevano in pochi, ma tutti erano convinti della necessità di allungare almeno la scadenza, fissata per il 31, considerando anche che il bollettino con la cifra esatta da pagare è on-line soltanto da un paio di settimane. Il Rettore ha dichiarato di non essere competente da solo per far ciò, e che non avrebbe potuto ricorrere neanche ad un decreto rettorale. Ma ha promesso però una cosa, e cioè che avrebbe convocato in tempo utile, quindi entro qualche giorno prima della scadenza, la commissione bilancio per portare la proposta affinché venisse approvata se ritenuto utile. Altri momenti di tensione alla richiesta di mettere per iscritto la promessa. Il rettore ha consigliato ai presenti di fidarsi della sua parola, altrimenti mettendo le cose sul piano della forzatura non ci sarebbe stato alcun intervento da parte sua, e che anzi l’aumento delle tasse rientra pienamente nelle attribuzioni dell’amministrazione.
L’aumento della tassa c’è effettivamente stato. “Appena del 2%, quindi di circa dieci euro, come una ricarica per telefonino” a dire del Rettore. Questo, c’è da dirlo, è in parte vero, se non per tutte le fasce di reddito almeno per quelle più basse. Se non proprio del 2% comunque di una cifra non così spropositata. Considerando una fascia di reddito D, con nucleo di 4 componenti, molto diffusa nelle famiglie degli studenti, la seconda rata è passata dai 208 euro dello scorso anno ai 213 euro dell’anno in corso, che sommandosi alla prima rata, di 300 euro per l’anno scorso, e di 320 per questo, portano ad un aumento complessivo di 25 euro, quindi del 5%. Certo i fattori da considerare sono molti, come appunto la fascia di reddito, il numero dei componenti della famiglia, lo scatto da una fascia a quella successiva per l’aumento, anche se di poco, del reddito della famiglia. Riprendendo come esempio la fascia D, si può verificare che l’aumento delle tasse negli ultimi cinque anni è stato in media del 3% circa, passando dall’aumento dell’1,5 del 2005/06 a quello del 5% circa di quest’anno. Cifra non lontano da quella presentata dal Rettore.
Resta il fatto che l’aumento si sia sentito di più per le fasce più alte, e per le famiglie che hanno più di un figlio iscritto all’Università.
Lorenzo Coscarella
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