sabato 1 novembre 2008
L'onda anomala della rivolta studentesca investe Arcavacata
Il 28 ottobre il piazzale dell'Aula Magna si è riempito di corpi come mai nella storia dell'Università della Calabria. Doveva essere un'assemblea e si è trasformata in una pagina di storia. L'onda anomala che sta attraversando gli atenei italiani, scaturita dall'infelice manovra finanziaria del governo che taglia le gambe all'università pubblica, è arrivata fino ad Arcavacata. I sintomi c'erano tutti. Le assemblee di facoltà avevano già alzato il termometro. Complice il clima nazionale, centinaia di studenti nell'arco di sole tre settimane si sono aggregati, trasformando il comitato di Lettere e Filosofia in un movimento ampio che ha coinvolto tutte e sei le facoltà. Il comitato ha fatto un lavoro certosino, nelle aule, durante le lezioni, sul ponte con continui volantinaggi, sit-in, cortei, ma soprattutto l'assemblea permanente nell'aula Filol8, motore di tutta la mobilitazione.
Il 28 ottobre gli studenti dell'Unical si sono svegliati da un lungo letargo, diventando protagonisti per un giorno, padroni dell'università. Hanno sfilato in massa sul ponte, un corteo lungo quasi quanto il ponte, e hanno occupato aule e presidenze. Una giornata indimenticabile per chi l'ha vissuta.
Il picco massimo della mobilitazione probabilmente è stato raggiunto. Ora si apre una nuova fase per questo giovane movimento. L'hanno chiamata "didattica alternativa" ed è un modo concreto per continuare a protestare studiando allo stesso tempo, fuori dai tempi imposti dal calendario accademico - così stretto e pressante dacché esiste il 3+2 - e fuori dalle aule. Il movimento si è organizzato in comitati di facoltà e ha chiesto spazi per le assemblee studentesche. I consigli di facoltà hanno reagito in maniera differente. Aperta Ingegneria, chiusa Economia. La normalità (normalizzazione) accademica, sembra rinviata dunque di un'altra settimana.
C'è ancora spazio e tempo per la riflessione. Uno spazio e un tempo in cui niente è deciso e tutto può ancora accadere.
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