La parte nord dell’area urbana bloccata per i test d’ammissione ai corsi di azzeramento dell’Unical: così bisognava annunciarlo questo grande giorno del 2 settembre, ampiamente pubblicizzato su Internet e sulle tv locali. Così magari qualche genitore avveduto sarebbe partito prima per accompagnare il figlio in università, qualcuno avrebbe preso un autobus, qualcun altro avrebbe chiesto un passaggio.
Domani sentiremo i soliti ritornelli: ci sono troppe automobili, questi genitori sono troppo opprimenti, queste ciurme di ragazzini patentati dovrebbero andare all’asilo e non all’università… ma una piccola responsabilità forse ce l’ha anche l’università, che ha concentrato i test di tutte le facoltà nello stesso giorno e alla stessa ora, ma soprattutto non ha preso misure preventive rispetto alla prevedibile mole di traffico generata dall’afflusso simultaneo di oltre cinquemila studenti.
La Professoressa Costabile, tanto esperta di orientamento, che il giorno prima invitava i ragazzi a venire all’Unical dagli schermi televisivi, poteva forse fare una telefonata al Comune di Rende e chiedere due vigili urbani per gestire il traffico, oppure, ma questa è davvero roba da genialoni, prevedere due navette da Quattromiglia…
Invece abbiamo assistito al caos più totale, auto e pullmann incolonnati per chilometri e file di ragazzi e ragazze sull’autostrada Sa-Rc e sulla SS 107, senza altra alternativa che raggiungere a piedi l’università. “Parti con il piede giusto”, era d’altronde lo slogan della campagna per i corsi di azzeramento. Mai slogan fu più azzeccato! E sì che camminare fa bene, ma l’impatto con il mondo accademico non sarà stato certo piacevole per questi ragazzi. Tanti sforzi per la promozione dell’immagine dell’ateneo e poi non si pensa all’abc.
E ogni anno va sempre peggio. Di solito era l’inizio dei corsi ad intasare la zona, quest’anno le aspiranti matricole hanno avuto in anticipo un assaggio di quello che li aspetta in termini di trasporto da e per l’Unical, servizio prioritario, senza il quale, test o non test, all’università non si può “accedere” proprio.
Da anni ci battiamo per un servizio trasporti adeguato all’area urbana e all’università, con l’amministrazione che fa spallucce da una parte e la Regione dall’altra. Considerato che l’inizio dei corsi è imminente e che ci aspetta un altro anno di passione, perché non destinare qualche fondo in più al trasporto pubblico, diluendo magari le lezioni lungo tutta la settimana? Il tempo c’è per studiare le soluzioni adeguate e gli esperti non mancano…
Il vero test d’ingresso oggi lo ha sostenuto l’ateneo e a noi pare che, per il momento, meriti una sonora bocciatura.
Spazio sociale autogestito Filo Rosso – Unical ‘95
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