La domanda ieri sera sul ponte dell’Università della Calabria
non era “Chi ha vinto?” ma “Chi ha perso?”. Ad urne chiuse, sono soltanto due
infatti i nomi rimasti fuori dal nuovo Senato accademico, due su 19 candidati:
uno è rimasto fuori dalla componente dei docenti, Filippo Domma, direttore del
dipartimento di Economia, Statistica e Finanza; uno dalla lista dei dipendenti,
Daniela Marsili, della Cisl. Gli altri candidati, rispettivamente 15 docenti e
2 dipendenti, sono tutti risultati eletti. Come in quei concorsi già vinti, in
cui i candidati si presentano nello stesso numero di posti disponibili, allo
stesso modo, questo risultato elettorale era già scritto.
Dei 15 docenti eletti, 11 sono direttori di dipartimento,
due ricercatori e un professore associato. Si tratta di, in ordine di preferenze:
Raffele Perrelli (135 preferenze), Paolo Veltri (124), Sebastiano Andò (116), Leonardo
Pagnotta (107), Massimo Migliori (103), Roberto Guarasci (97), Sergio Greco
(94), Franco Rubino (85), Nicola Leone (75), Cesare Indiveri (72), Vincenzo
Carbone (69), Francesco Raniolo (66), Alessandra Crispini (65), Claudia
Stancati (56), William Spataro (44).
I due rappresentanti del personale eletti sono Maurizio
Ciano (nella foto) della Cgil, con 203 preferenze, e Paola Dodaro della Uil, con 162
preferenze. Ciano, bomber di preferenze in questa tornata, è anche il senatore più giovane (se si escludono gli studenti). Trentenne, originario di Taurianova, ingegnere, impiegato nell'area informatica, Maurizio è membro attivo del sindacato già da alcuni anni.
Un’elezione decisamente sottotono quella per il rinnovo del
Senato, nonostante l’alta affluenza: 90% per i docenti, 77% per i dipendenti. Una
sola assemblea pubblica, peraltro poco partecipata, e una sola presa di
posizione, quella del ricercatore Antonino Campennì, che ha ritirato la
candidatura a pochi giorni dal voto, denunciando i “pochi manovratori”, ossia i
direttori di dipartimento, che determinano l’esito del voto.
Niente di nuovo. Già alle elezioni dei direttori la
primavera scorsa era andata così: poche le competizioni vere, per la maggior
parte si è assistito alla vittoria di candidati unici. Inoltre, anche il Senato
uscente presentava già un peso preponderante dei direttori, che adesso cresce
ancora di più. I soli direttori che non siedono in Senato sono Girolamo
Giordano, Franco Altimari e appunto, Filippo Domma. Ma il modello rimane lo
stesso del passato, quando i direttori (ex presidi di facoltà) erano membri di
diritto del Senato.
Il problema vero però non è tanto questo, quanto il fatto
che quello che un tempo era considerato l’organo “politico” dell’ateneo, deputato
a dare indirizzo all’azione di governo del rettore e del Consiglio d’Amministrazione,
nell’ultimo triennio è apparso più debole, ingessato, svuotato di senso oltre
che di potere effettivo.
Il nuovo Senato si insedierà il 1° novembre e resterà in
carica per il triennio 2015/2018. Il 24 e 25 novembre si vota invece per i
rappresentanti degli studenti in Senato e negli altri organi collegiali, che si
insedieranno il 15 dicembre e rimarranno per un biennio. La prima sfida che i
senatori hanno davanti a sé è la didattica: slittata di due anni, la
riformulazione dell’offerta formativa dell’Unical, non è più rinviabile.
Daniela Ielasi
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