I
giovani ricercatori di “Occhialì – Laboratorio sul Mediterraneo
islamico” presentano il primo numero della rivista ad un pubblico
non soltanto di specialisti
L’Università
della Calabria si trova ad occupare in pieno Mediterraneo una
centralità di assoluto valore strategico per quanto riguarda gli
studi sul mondo Islamico, l'importante è sfruttare a pieno questa
possibilità monitorando i processi di apprendimento che riguardano
tutti quei Paesi che sono soggetti a dinamiche legate all’Islam,
spesso erroneamente interpretate. Con
questa premessa si è costituito all’Università della Calabria il
Laboratorio “Occhialì”, laboratorio sul Mediterraneo islamico,
formato da docenti, ricercatori e studenti, che mira a diffondere la
cultura dei Paesi Islamici nel Mediterraneo attraverso una sua
corretta interpretazione ed a favorire il dialogo e la convivenza
pacifica fra i popoli.
Si tratta di un progetto aperto, animato da giovani studiosi, grazie ai quali si tenta di creare una strada interdisciplinare di conoscenza che si traduca in una piccola risorsa di esperti per l’ateneo e il territorio.
Da quest'anno il Laboratorio ha deciso di cimentarsi in una nuova iniziativa editoriale, una vera e propria rivista scientifica con l'obiettivo di creare “un polo di attrazione interculturale, poiché la società di oggi ha bisogno di approcci seri, al fine di allargare il concetto di Mediterraneo per capire e interpretare al meglio i fenomeni”. Con queste parole, il responsabile scientifico del progetto Alberto Ventura (professore ordinario di Storia dei Paesi islamici) ha presentato la rivista il 26 settembre scorso presso il Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione. Alla presentazione hanno partecipato alcuni dei collaboratori della rivista, fra i quali il direttore editoriale Valentina Fedele, Gustavo Mayerà, componente del comitato scientifico e il nuovo direttore del Dipartimento Roberto Guarasci.
Il nome della rivista - e del Laboratorio - si rifà alle vicende di un celebre personaggio calabrese “Occhialì” - originario di Le Castella, vissuto nel 1500 e convertito all'Islam - che è esemplare per esprimere il dinamismo da sempre esistito nel Mediterraneo e al tempo stesso il ruolo che ancora oggi questo mare svolge in Calabria. Lo scopo principale della rivista è quello di costruire una rete di giovani ricercatori aprendosi anche a collaborazioni con centri di ricerca italiani e stranieri. Con l’auspicio di stimolare nuove ricerche in questa direzione, durante la presentazione, si è anticipato il tema del prossimo numero della rivista, lanciando una “call” tesa ad attrarre contributi provenienti da diverse discipline e ambiti di interesse.
Il secondo numero della rivista sarà pubblicato nel gennaio 2018 e si dedicherà alle diverse declinazioni del tempo e dei tempi dell’Islam, approfondendo la conoscenza sul tema, la cui vasta letteratura in merito è, purtroppo, ancora in parte sconosciuta al mondo occidentale. L’iniziativa è aperta a tutti coloro che vogliono arricchire il proprio bagaglio culturale e il proprio percorso di studi all’interno dell’Unical. Le informazioni sulle modalità di partecipazione si possono richiedere all'indirizzo mail laboratorioocchiali@gmail.com.
Si tratta di un progetto aperto, animato da giovani studiosi, grazie ai quali si tenta di creare una strada interdisciplinare di conoscenza che si traduca in una piccola risorsa di esperti per l’ateneo e il territorio.
Da quest'anno il Laboratorio ha deciso di cimentarsi in una nuova iniziativa editoriale, una vera e propria rivista scientifica con l'obiettivo di creare “un polo di attrazione interculturale, poiché la società di oggi ha bisogno di approcci seri, al fine di allargare il concetto di Mediterraneo per capire e interpretare al meglio i fenomeni”. Con queste parole, il responsabile scientifico del progetto Alberto Ventura (professore ordinario di Storia dei Paesi islamici) ha presentato la rivista il 26 settembre scorso presso il Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione. Alla presentazione hanno partecipato alcuni dei collaboratori della rivista, fra i quali il direttore editoriale Valentina Fedele, Gustavo Mayerà, componente del comitato scientifico e il nuovo direttore del Dipartimento Roberto Guarasci.
Il nome della rivista - e del Laboratorio - si rifà alle vicende di un celebre personaggio calabrese “Occhialì” - originario di Le Castella, vissuto nel 1500 e convertito all'Islam - che è esemplare per esprimere il dinamismo da sempre esistito nel Mediterraneo e al tempo stesso il ruolo che ancora oggi questo mare svolge in Calabria. Lo scopo principale della rivista è quello di costruire una rete di giovani ricercatori aprendosi anche a collaborazioni con centri di ricerca italiani e stranieri. Con l’auspicio di stimolare nuove ricerche in questa direzione, durante la presentazione, si è anticipato il tema del prossimo numero della rivista, lanciando una “call” tesa ad attrarre contributi provenienti da diverse discipline e ambiti di interesse.
Il secondo numero della rivista sarà pubblicato nel gennaio 2018 e si dedicherà alle diverse declinazioni del tempo e dei tempi dell’Islam, approfondendo la conoscenza sul tema, la cui vasta letteratura in merito è, purtroppo, ancora in parte sconosciuta al mondo occidentale. L’iniziativa è aperta a tutti coloro che vogliono arricchire il proprio bagaglio culturale e il proprio percorso di studi all’interno dell’Unical. Le informazioni sulle modalità di partecipazione si possono richiedere all'indirizzo mail laboratorioocchiali@gmail.com.
Valentina Mineo
Uluch Alì, alias Luca Galeni, studiava per diventare prete domenicano, fu rapito in una delle tante incursioni saracene sulle nostre coste e ridotto in schiavitù. Successivamente si convertirà all'islam e per questo sarà sopranominato "il rinnegato" Raccontiamola bene la storia, capisco la voglia di compiacere gli altri, ma la verità è sempre la migliore cosa.
RispondiElimina