Sono 5444 i professori e ricercatori universitari che hanno
aderito allo sciopero degli esami indetto per protestare contro il blocco degli
scatti stipendiali negli atenei italiani. La vertenza si trascina da circa tre
anni, da quando cioè il governo ha deciso di sbloccare gli scatti del
quinquennio 2011-2015, ma solo a partire dal primo gennaio 2016 e non dal 2015
come inizialmente previsto. Dopo diverse lettere ed incontri con il Ministero,
si è arrivati allo sciopero degli esami, una forma di protesta forte ed
inusuale nella storia dell’università.
Nel periodo che va dal 28 agosto al 31 ottobre 2017, che
corrisponde alla sessione autunnale, i docenti si asterranno dallo svolgere un
appello d’esame, aderendo a 24 ore di sciopero, ma assicurando comunque lo
svolgimento del secondo appello previsto entro il 31 ottobre. La notizia non è
stata accolta con entusiasmo dagli studenti, e da un paio di giorni sui social
si moltiplicano le lamentele da parte di chi contava su entrambi gli appelli,
magari per rientrare nei crediti previsti per la borsa di studio.
E all’Università
della Calabria, che succede? I docenti che hanno aderito allo sciopero sono 93
in tutto, distribuiti in diversi dipartimenti. Ma qui l’allarme è cresciuto
ancora di più, perché l’Unical rientra fra gli atenei che in autunno prevede un
solo appello d’esame. Ebbene, la lettera di proclamazione dello sciopero è
chiara su questo punto: “nelle Sedi
in cui i calendari degli esami prevedano un solo appello per gli esami di
profitto in tale periodo, e questo cada nel periodo anzidetto, ci asterremo dal
tenere tale appello, per la durata massima di 24 ore corrispondenti alla
giornata fissata, ma chiederemo alle strutture degli Atenei di competenza di
fissare un appello straordinario dopo il quattordicesimo giorno dalla data del
giorno dello sciopero”. Detto in altre parole, l’appello previsto dovrebbe
slittare di minimo 14 giorni e non saltare del tutto. “Dovrebbe”, perché
comunque saranno le strutture a decidere se e quando fissare i nuovi appelli.
Insomma, un po’ di caos per gli studenti, lavoro in più per i dipartimenti, ma
l’appello autunnale dovrebbe essere comunque garantito.
Va detto
infine che lo sciopero potrebbe rivelarsi anche un falso allarme, un modo per
fare pressione e per ottenere una risposta: la protesta sarà infatti revocata se
arriveranno segnali positivi dal governo. A tal fine è stata nominata una
delegazione nazionale di quattro docenti (che sono i primi firmatari della
lettera), con il compito di gestire “una eventuale fase di conciliazione, una
maggior precisazione richiesta per le modalità dello sciopero, una eventuale
sospensione dello sciopero, una riduzione del periodo di sciopero, uno
spostamento dello sciopero a sessione successiva, una eventuale fase di
dialogo/comunicazioni con la Commissione di Garanzia per l’esercizio del
diritto di sciopero, eventuali contenziosi a fronte di possibili azioni di
contrasto allo sciopero”.
Daniela
Ielasi
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